Nella sera più buia e spaventosa dell'anno ogni cosa può accadere, ma mai mi sarei aspettata tutto ciò.
Era da un paio di giorni che dalla mia camera sentivo provenire dei sussurri, legati e strozzati, ma mi ripeto che è solo la mia immaginazione. Invece questa sera non fu così, comincia come fa sempre con un sussurro alla parte posteriore del mio collo e una puntura fredda alla base della mia spina dorsale. Una premonizione oscura e sinistra di ciò che verrà. Le foglie frusciano leggermente con la brezza serale e rabbrividisco. Non ci sono ancora foglie sugli alberi; non in ottobre e non in questa strada. Quella sera nella sera più buia dell' anno ovvero quella del 31 ottobre io dovevo andare alla festa di Kitty una delle mie migliori amiche.
Alzo gli occhi per controllare l'ora e mi rendo conto che sono in ritardo per la festa e che sentivo una voce dietro di me. Mi giro, sapendo quello che vedrò, e la vedo.
La mano fredda nella parte posteriore dei miei artigli del collo e rabbrividisco di nuovo, questa volta per qualcosa di diverso. Sento il sangue che mi cola dal viso e le mie mani tremano visibilmente.
Lei sta dritta e alta, vestita con un vestito rosso sangue che sposa la sua scollatura alle sue curve, il colore rosso che delinea il suo corpo, evidenziando le sue imperfezioni. Dico imperfezioni, ma questo è un eufemismo non ha nulla di perfetto su di lei.
Non dimenticherò mai il momento in cui l'ho vista per la prima volta. Non dimenticherò mai il dolore nel mio cuore quando ho capito che era per l'ultima volta.
Cerco di scappare da quella situazione nascondendomi nella fiocca luce rimasta, ma purtroppo lei prese possesso della cosa più cara a me: il mio corpo. Incominciai a vedere lampi, fulmini passarmi davanti agli occhi e improvvisamente buio. Mi svegliai in preda al panico, non ricordandomi nemmeno il perché fossi accasciata sul pavimento. La cosa peggiore era che non sapevo nemmeno che il mio incubo fosse appena incominciato: mi guardai allo specchio e mi vidi diversa. I miei occhi celesti divennero rosso scuro con qualche chiazza di nero, la mia carnagione si fece più scura, come se mi fossi abbronzata. Mi ricordai però che dovevo muovermi, poiché tra poco mi sarebbe venuto a prendere il mio ragazzo. James è un ragazzo molto carino e ha due occhi che attirerebbero qualsiasi ragazza, di colore molto verdi e una pelle in contrasto con essi. Era più alto di me, con dei capelli ricci, che per divertimento adoravo scompigliare. Insieme avevamo deciso di fare un costume di coppia ovvero due demoni. Riguardandomi allo specchio, notai che ero già vestita con un vestito rosso fiamma che fasciava perfettamente il corpo e faceva intravedere il giusto. Avevo un tacco su cui a momenti facevo fatica a camminare, però mi son convinta ad indossare per osare un po'. Scesi di corsa e trovai il mio ragazzo che mi disse che era venuto il più velocemente possibile. "Ho tagliato il vicolo e sono arrivato qui. Non volevo perdermi la festa."
"Conosco quella sensazione, piccola" sorride "volevo solo dirti di divertirti. Non ci vediamo sempre, quindi dobbiamo divertirci." E arrivammo così in poco tempo alla festa. Lui si diresse immediatamente verso il bar, con i suoi occhi verdi scintillanti, dimenticando me e la situazione imbarazzante in cui siamo insieme. So cosa devo dire, ma mi blocco, perché penso che questi pensieri sono impuri, ma mi torturano. Non riesco a pensare e la mia mente non lavora, non capisco bene il motivo. Però finalmente capisco che c'è qualcosa che non va in me. La cosa più brutta è che ancora non avevo visto Kitty; però immediatamente il mio sguardo volò fulmineo su una ragazza vestita di rosa con delle alette rosa con glitter e un magnifico costume da angelo. La guardo con occhi pieni di desiderio e il demone che è in me si libera, ma nel vero senso della parola: vedo un'aura uscire da me e andare verso quella che è la mia migliore amica. Questo demone fa un taglio netto sul suo corpo che cade inerme sul pavimento. Cerco di rincorrerlo, però son troppo lenta. In testa sento questa vocina che mi dice che sono lenta e debole, però non ragiono più. La mente sembra offuscata da un sentimento ricco di rabbia e vendetta che non avevo mai visto in vita mia. In poco tempo caccio un urlo che avrebbe fatto rabbrividire qualsiasi persona che lo avesse ascoltato. Quella sera decisi il mio destino: avrei preso in mano la mia vita e avrei combattuto con il demone, anche a costo di perdere ciò che era caro a me. Mi alzai vincendo ogni forza della fisica, rischiando anche uno svenimento, ma corsi finché a terra non vidi una cosa che mi fece rivoltare lo stomaco. Il mio ragazzo era a terra, tranciato da una linea verticale. La vidi in lontananza, vidi la cosa che stava facendo ciò. Corsi anche se le mie gambe mi imploravano di smettere. Arrivai davanti a lei e vidi una cosa che non mi sarei mai aspettata. Il demone si armò del mio amore per farmi soffrire e ci riuscì, però non mi fermai. Presi la prima cosa che avevo accanto e provai a lanciargliela, però la mancai e lei mi fece un graffio lungo la schiena. Vidi di fronte a me il mio ragazzo e KItty ormai defunti che si baciavano. Una volta che si staccarono da quel bacio passionale, mi dissero che era tutta colpa mia se al momento erano in quello stato. La mia vendetta e la mia rabbia mi fecero andare avanti e fare un movimento che ormai mi veniva così facilmente. Feci un taglio verticale e li rivissi e rivissi tutta la mia storia, ma non pensavo che in realtà stessi dando la caccia a una cosa che però non avrei mai potuto avere fra le mie mani. Ci pensai e ripensai a lungo e decisi di dare al demone ciò che più voleva: me. È una mossa un po' avventata, ma come si dice "Chi non risica non rosica", era così no? La mia faccia in quel momento era un misto fra emozioni varie, tra cui rabbia, tristezza, delusione e dolore e pensai a lungo, arrivando così a una conclusione. "E se quel piano non fosse riuscito? Che cosa ne sarebbe stato di me? Sarei mai riuscita a rifarmi una vita dopo ciò che è successo?". Questi pensieri mi affliggevano, ma ormai avevo deciso. Avevo uno scopo ben preciso e non lo avrei abbandonato per nessuna ragione al mondo. Vidi il demone addentrarsi dentro una foresta che dava proprio sopra un lago e la mia testa mi disse di seguirlo e così feci.
Qualche metro più in là la vidi in tutta la sua maestosità. Le mie mani tremavano e ogni mio movimento era oscurato da lei, che ormai capiva ogni mia mossa e ripeteva sempre che ero prevedibile. E così per l'ultima volta ebbi qualsiasi sensazione, poiché quella creatura indefinita mi prese e mi gettò in un luogo indefinito, ma l'ultima cosa che vissi fu me stessa sopra me che stava per farmi un taglio verticale e là in quel momento capii una cosa: ero io il mostro ed ero io ad aver ucciso le uniche persone che mi sono sempre state vicine. Mentre piano piano mi spegnevo, le lacrime non smisero di scorrere e la me lì di fronte si incenerì. L'unica cosa che avrebbe potuto fermarla era la mia morte, almeno così pensavo. Sentii un leggero brusio nel mezzo della notte e la mia prima domanda fu: "Ma io non sono morta?" e mi rispose una signora che mi disse che per due anni ero stata in coma: i miei occhi si aprirono meglio, proprio come due lampadine e la mia pelle ancora non era tornata normale. Avevo un sacco di domande, ma nessuno a cui dirle. Presa dal panico decisi di scappare e tornare da lei, l'unica persona che almeno pensavo mi dovesse qualche spiegazione. Strappai qualsiasi cosa mi legasse a quel letto e uscii silenziosamente dalla finestra, e finalmente la rividi. Le chiesi di spiegarmi la mia storia: con le sue grossi mani fece dei cerchi che mi fecero vedere nel passato. Io vidi i miei genitori lasciarmi davanti a ciò che ora è la mia attuale casa e da lì io diventai ciò che qualsiasi persona definisce un demone. Avrei ucciso ogni anno nella notte di Halloween delle persone, la mia mente si fermò e tutto ciò che avevo intorno divenne palude. Ad oggi nella giornata di Halloween non esco di casa, cercando di barricarmi, ma ogni anno gli spiriti del passato ritornano a trovarmi e ricordarmi chi sono e ogni volta puntualmente non mi ricordo chi e perché ho ucciso quelle persone. Però ormai è la mia vita e non posso farci più nulla.
Ho deciso inoltre che d'ora in poi non seguirò più nessuno, poiché ho scoperto che esiste al mondo una persona che mi può uccidere e chissà se forse quella persona non sarai proprio tu.
Però sta' attento che prima non ti trovi io, altrimenti tutta l'umanità perderà il suo salvatore. Detto ciò io ti avverto di guardarti sempre le spalle e, se senti un rumore, non tentare di scappare, ma affronta il tuo destino, sperando di non incontrarci mai. Altrimenti buona fortuna e attenzione a non incontrare demoni.
- Storia di Sara
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