I giorni trascorrevano a meraviglia e io diventai sempre più legata a Luisa che diventava sempre più anziana e acciaccata, io ormai andavo in seconda media, e sì i miei voti erano nella media, ero piuttosto felice ma anche un po' rammaricata per le condizioni di salute di Luisa. Ormai, io ero autonoma: cucinavo da sola studiavo da sola, diciamo che me la cavavo bene senza Luisa in giro, anche se la cosa mi faceva provare un senso di vuoto interiore assurdo. Un giorno però Luisa non si sentì molto bene perciò chiese di essere portata dal medico, in ospedale. Così chiamai l'ambulanza dato che io non avevo un mezzo di trasporto tutto mio. Arrivate dal dottore Luisa scoprì di avere una malattia potenzialmente mortale. Ero davvero triste, non poteva andarsene così presto! Ci conoscevamo da molto tempo e lei era una in gamba non come gli altri vecchietti noiosi che stanno nei parchetti del quartiere, perciò la sua perdita sarebbe stata una della tante disgrazie di cui sono stata protagonista in passato. Luisa però sembrava tranquilla, non aveva paura di morire era solo un po' abbattuta per il fatto di dovermi lasciare così presto. Sfortunatamente mi ricordo a meraviglia quel momento in cui mi dovette abbandonare lasciandomi con un discorso:" Marta, tesoro stai tranquilla per me, io morirò e su questo non ti voglio mentire ma sono felice, perché finalmente inseguirò il mio sogno da bambina: quello di diventare una coccinella e di rincontrare la mia mamma" a quel punto io scoppiai in lacrime " No Luisa! Non mi puoi lasciare così!!". Non feci in tempo a finire la frase che già Luisa era andata via. A quel punto i medici la portarono con loro e io rimasi da sola in camera, con gli occhi lucidi e il cane dell'anziana signora al guinzaglio. Ero bloccata non riuscivo a pensare o a muovere nemmeno un muscolo. A quel punto vidi una cosa che mi fece tornare un sorriso in volto: una coccinella si posò sul naso del cagnolino sdraiato sul pavimento della sala operatoria per poi appoggiarsi alla mia mano. Era Luisa? Non lo so ma a me piace pensare di si. Era una delle cose che mi rasserenava di più durante quella immensa perdita. Dopodiché i medici mi fecero un paio di domande sul perché fossi così legata a Luisa, allora gli raccontai cosa fosse successo in passato con i miei genitori e dissi che Luisa mi aveva adottato. Allora i medici mi convinsero ad andare in una casa famiglia data la situazione di trambusto con i miei genitori. Allora una gentile signora, mi accompagnò in quel grande palazzo grigio, dove poi compilati un mucchio di documenti. Finalmente avevi finito erano trascorse due ora dalla scomparsa di Luisa. Detto questo feci quasi subito amicizia con dei bambini della mia età che avevano tutti un passato molto simile al mio. Ero abbastanza felice di avere trovato una nuova famiglia che mi potesse accudire, di nuovo aggiungerei. Ma la cosa che mi motivava di più di tutte era che ogni mattina una coccinella veniva e mi si appoggiava sul comodino così continuo a pensare, che Luisa sia lassù a guardarmi ogni giorno, con la sua mamma che desiderava tanto rivedere sua figlia.
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I grandi non sanno mentire
Randomuna bambina di sei anni, dopo essere stata buttata fuori di casa dai suoi scopre il vero amore che una famiglia può dare grazie a una vecchietta dal cuore gentile che decide di prendersene cura <3