Fino ad ora nella mia vita , non era ancora capitato niente di positivo.
Ero in vita da soli 12 anni, e avevo già affrontato la morte di mia madre, della quale avevo solo un ricordo sfocato.
Fui costretta, da bambina, a trasferirmi in una città sconosciuta alla mia infanzia. Strappata dai nonni materni, capitai in una casa fino ad allora inesplorata dai miei occhi. Mio padre, Robert, un uomo di 43 anni , un bel fusto dai capelli bruni , aveva immediatamente deciso di risposarsi con Pattie.
La conobbi non appena ebbi compiuto 3 anni e mezzo, era, e continua ad essere, una donna di classe. La sua bellezza incanta tutt'ora ogni uomo che ha l'onore di incontrarla.
è molto giovane, un fisico magrolino e una statura al di sotto della media. Di lei amo quegli occhi celesti che ,come dice suo figlio, sembrano due goccie d'acqua rubate all'oceano. I suoi capelli mori cadevano lunghi sulle spalle, da quando la conosco la capigliatura è sempre la medesima.
Una volta dopo il matrimonio, mi toccò passare il resto dei miei anni con una nuova famiglia. Ero ancora piccola, e non mi ci volle molto per cominciare a chiamare la nuova donna ' mamma'. Lei non era la sola ad essere piombata all'improvviso nella mia vita dopo la morte di mia madre, era infatti presente anche suo figlio; Justin, un ragazzino biondo con cui ho trascorso la mia infanzia. Aveva due anni in più di me, e si era sempre comportato da fratello maggiore.
A scuola, molte delle mie compagne mi addescavano per aver l'occasione di poterlo conoscere. Effettivamente Justin era una sottospecie di angelo caduto dal cielo. Non era solo acclamato per il suo aspetto attraente, il suo ciuffo biondo, i suoi occhi nocciola e il suo sorriso bianco, che, oggettivamente,avrebbe fatto impazzire chiunque, ma lo era anche per il suo carattere. Lui era diverso dagli altri ragazzi, era dolce, ed era capace di far sentire la sua 'donna' come se fosse realmente l'unica ragazza presente sulla terra.Era un lunedì di Dicembre, quando mio padre mi chiamò in salotto, per annunciare quella notizia che mi avrebbe sconvolto ogni piano.
Senza alcun giro di parole enunciò con fermezza che sarei dovuta partire per raggiungere mia nonna.
<<da sola?>>domandai. <<da sola>>confermò lui.
Inizialmente non la presi molto bene e mi rifugiai in camera per dilungarmi in un pianto intenso. Accorse Justin che accogliendomi tra le sue braccia mi convinse a sorridere e ad affrontare la situazione in modo positivo.
<<ti voglio bene Kristal>>concluse poggiando le sue labbra sulla mia fronte. Dopo di chè si ritirò in camera sua, ma non prima di essersi voltato per mostrarmi il suo sorriso meraviglioso.
La sua voce ancora immatura mi donava sempre un senso profondo di sicurezza, era lui l'unica cosa positiva accaduta nella mia vita. Gli volevo davvero bene, un bene anche solo impossibile da immaginare.
La sera non mi presentai a cena, mi infilai sotto le coperte ancor prima che il sole tramontasse e ripensai alle parole di Justin. In fondo aveva ragione, sarebbe potuta rivelarsi un'esperienza positiva. Cosa avevo da perdere? Nulla poteva andare peggio di così.
Una settimana dopo , ero in partenza . Salutai sulla porta Pattie, e con le lacrime agli occhi diedi un ultimo abbraccio a Justin.
<<Non è un addio, smettila di comportarti come se lo fosse, mi fai star male>>mi incitò il biondino, accennando una lieve risata.
<<non dimenticarti del nostro rapporto>>rammentai con le lacrime agli occhi. <<non essere sciocca>> mi scompigliò i capelli <<sei e sarai per sempre la mia donna preferita>> ridacchiò, e dopo avermi regalato un bacio sulla guancia, rientrò in casa ,abbandonadomi al destino . Ero sola con mio padre, che dopo parecchie ore di viaggio, mi scortó davanti ad una villa.
<<Questa è la casa dei tuoi nonni materni>> mi diede un bacio sulla guancia e con le lacrime agli occhi mi salutò. <<ci rivedremo presto>>
io annuì gettando le mie braccia al suo collo.
<<Perchè mi stai facendo questo>> sfruttai le mie ultime parole per porre quella domanda. <<È per il tuo bene, capirai quando sarai più grande>> fece un sorriso forzato e ripartì.
Rimasi qualche minuto con l'indice posato sul campanello prima di premerlo.
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|| My paradise is Hell ||
FanficQuel sorriso dolce di una volta era scomparso definitivamente. La mascella tesa e il suo tono severo mi spaventavano da morire. Chi sei tu? -Contiene riferimenti a sesso, droga e alcool.-