-capitolo 3-

7 0 0
                                    

Jake, era lí, davanti a me, a pochi millimetri dalle mie labbra.
Cazzo, i suoi occhi.
"Hey Sam" disse abbracciandomi.
"Ciao Jake" dissi a bassa voce.
Ero tutta rossa.
"Non sapevo che ti facessi sto effetto" disse con un sorrisetto malizioso.
"Ehm...io, tu ceh..." balbettai allontanandomi.
"Dai, prendi lo zaino e andiamo" disse.
"Okay, arrivo" dissi.
Lui mi mise la mano intorno alla vita e andammo a lezione.
Ero nervosissima. Cos'ha? Perché é cosí "appiccicoso"?
Tutti ci fissavano, io ero super imbarazzata.
Eravamo davanti alla porta.
"Puoi lasciarmi" dissi togliendo il suo braccio dalla mia vita.
"C'é qualcosa che non va?" mi chiese incuriosito.
"No, va tutto bene" dissi entrando, seguita da lui.
Andai a sedermi nell'ultima fila, banco all'angolo sinistro.
Jake si sedette difianco a me.
"Con tutti i posti che ci sono, vicino a me?" chiesi infastidita.
"Ma che hai?" chiese con aria un pó triste.
"Niente, scusa" risposi.
Entrò la professoressa di Aritmetica.
"Buongiorno ragazzi, io sono la vostra professoressa di Matematica e Scienze, Laura Uccellari" si presentò.
Aveva i capelli lunghi fino alle spalle biondi e ricci, occhi piccoli, labbra sottili, un pò in carne di corporatura.
L'ora passò in fretta, e c'era una pausa di 5 minuti per ogni cambio dell'ora.
"Hey sei libera dopo scuola, magari andiamo al Bar" propose con un sorriso.
"Non lo so, ti faccio sapere" risposi, senza guardarlo".
"Okay, tu sei arrabbiata con me" disse avvicinandosi a me.
Proprio in quel momento, entrò il professore di musica, grazie al cielo.
"Salve alunni, io sono il professore di musica, Malagoli." disse senza rivolgerci nemmeno uno sguardo.
Capelli folti e grigi, grandi occhi verdi, labbra non troppo carnose.
Suonammo la chitarra tutta l'ora e poi, il professore se ne andò, senza salutare, ecco, lui é il classico professore coglione.
"Dimmi cos'hai, adesso" disse Jake rivolgendosi a me.
"Non ho niente" dissi a bassa voce.
"E allora perché sei cosí fredda?" chiese avvicinandosi.
"E perché sei cosí appiccicoso?" urlai io.
Cazzo, che cosa ho fatto.
Lui abbassò lo sguardo, era triste.
"Scusami, sono solo un pò stressata, non dovevo dire una cosa del genere" dissi abbracciandolo.
Lui non rispose.
Rientrò la professoressa Uccellari, ora di geometria, che palle.
Presi qualche appunto, e poi suonò la campanella della ricreazione.
*driiiiin*
Jake si alzò subito, mi prese per mano, e mi portò non so dove.
"Dove mi stai portando? Lasciami!" urlai.
Lui non rispose.
Mi ritrovai in un sgabuzzino buio, stretto.
"J-jake" balbettai.
"Sono qui" disse.
Sentivo il suo respiro sul mio collo, significava che era dietro di me.
Mi girai di scatto.
Adesso sentivo il suo respiro sulle mie labbra.
"Perché mi hai portata qui?" chiesi.
"Non lo so, volevo stare solo con te, in questa stanza buia e stretta" disse.
Sapevo che mentiva.
"Voglio andarmene" dissi.
Lui mise le mani sui miei fianchi.
Suonò la campanella, corsi in classe seguita da lui.
Andai al mio posto zitta, aspettando la professoressa di geografia.
"Buongiorni studenti, sono la vostra professoressa di geografia, Laura Depilla" si presentò.
Capelli lunghi fino alle spalle, castani e lisci, enormi occhi azzurri, labbra sottili, grassa.
Non stetti attenta tutta l'ora, odio geografia.
Non facevo altro che pensare a quello che era successo poco fa con Jake.
L'ora finí, dovevamo andare in palestra.
Ero nervosa, sono brava solo a pallavolo e a correre.
Oggi avremmo dovuto correre, menomale.
Per arrivare alla palestra, bisognava percorrere un piccolo sentiero.
Arrivati, andai negli spogliatoi femminili, e mi cambiai. Le ragazze erano tutte in culot e canotta, io avevo semplicemente dei pantaloncini di tuta nera e una t-shirt verde con scritto "Dream".
Mi cambiai in 5 minuti, mentre le altre compagne ci mettevano 10/15 minuti.
Uscii e andai in palestra, c'erano già tutti i maschi che giocavano, compreso Jake, che mi fissava.
Arrivati tutti, la professoressa iniziò con le presentazioni.
"Ciao ragazzi, io sono la vostra professoressa di educazione fisica, Stefania Riccò" disse
Capelli lunghi e rossi, occhi piccoli, labbra piccole, alta e magra, molto simpatica.
"Siccome sono già le 08:20, andiamo fuori a correre 10 minuti e poi passeremo il resto dell'ora a giocare a palla tra due fuochi".
Beh dai, me la cavo a palla tra due fuochi.
Non é andata male dai.
*negli spogliatoi*
Mi stavo cambiando la t-shirt, ero in reggiseno e pantaloncini.
In quel momento entrò Jake e dei suoi amici. Ci misimo tutte ad urlare, Jake mi tocco il seno e i suoi amici alle mie compagne. Erano infuriata, gli diedi un forte schiaffo sulla guancia e lo spinsi fuori insieme agli altri.
Non potevo crederci.
E io che mi stavo innamorando, fanculo Jake.
Finii di cambiarmi, e corsi via.
"Sam, aspetta! Fammi spiegare!" urlò.
"Fanculo Jake!" urlai.
Presi l'autobus, lui lo perse.
Ero in lacrime.
Arrivai in casa, andai in camera, e piansi, piansi a lungo.
Fanculo.

Io con te e tu con me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora