Il crepuscolo che rimase sotto la pioggia per non bruciare il fiocco di neve

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«Essere felici non vuol dire che nella tua vita sia tutto perfetto. Magari significa vivere di tante piccole cose... e far sì che siano più importanti delle cose brutte»
-The Sisterhood of the Traveling Pants

«Quindi» continua Penny tra le risate «ti ritrovi a cavalcioni su di lui, le sue mani sui tuoi fianchi più di una volta, ti fa una dichiarazione da film...»
«non era una dichiarazione» la correggo io.
«Con tanto di puntini di sospensione e un "io" sussurrato a fior di labbra» mi ignora lei.
«Penny...»
«In più, siete stati interrotti dalla suoneria di un cellulare. Ma come fate ad essere così ciechi?»
«Riguardo a...?»
«Cavoli, siete messi proprio male. Siete completamente, perdutamente, follemente...»
«arriva al punto» taglio corto io
«persi l'uno per l'altra» conclude lei
«preferivo i giri di parole» ammetto.
Io non ho una cotta per Dusk Walker, Dusk è... Dusk. Ed io sono io.
Impossibile.
«Sbagliato» la correggo.
Lei mi rivolge uno sguardo che dice chiaramente: "chi vuoi prendere in giro, me o te?"
«Dico sul serio. Sai quante volte ho provato a coinvolgerlo? Ho veramente provato con tutta me stessa a farlo sentire accolto a Greenville e lui... lui mi ha respinta.»
«È sempre stato l'unica persona che non riesci a controllare, Snow, te ne rendi conto?»
«Io non voglio controllare nessuno»
Ed ecco il ritorno dello sguardo.
«Snow, ti rendi conto che il vostro non è vero odio, vero?»
«Ma io ti assicuro che lui...» "volevo solo starti accanto" risuona nella mia testa.
«Senti» continuo, come se nulla fosse «io non ricordo molto della prima volta in cui ci siamo incontrati. Ricordo che era l'ora dove il crepuscolo predominava il cielo, e da una macchina color fuoco, un bambino con i capelli scompigliati uscire dalla portiera posteriore dell'auto»
«Chi è che non ricorda molto?» mi prende in giro lei.
«Ricordo la mia emozione nel voler fare una buona impressione ai vicini...» sorrido, ripensando alla mia ingenuità «e poi vidi quel bambino trasandato, e invece di esserne spaventata, ne ero attratta. Come una libellula che cerca di raggiungere una stella perché unica luce nella buia notte.»
Sospiro.
«Vidi quegli occhi. E non so esattamente la mia mente di bambina cosa ci vide, ma non era odio, era curiosità. Lui era un bambino come gli altri.
Con i capelli arruffati, ma approssivamente aggiustati in una solita riga centrale, con il fiatone e i vestiti stropicciati, mi diressi verso la luce» riprendo fiato «gli allungai una mano "Benvenuto a Greenville, sono Snowflake Robinson, la tua vicina di casa"» cerco di imitare la vocina che una bimba può avere.
«Lui non strinse la mia mano, rimase a fissarmi negli occhi. E giuro che in quei pochi secondi, io sentii di conoscerlo, era come se le nostre anime si fossero aperte l'una all'altra, lasciando solo quello che di più vero c'è negli esseri umani, le emozioni. Poi il momento finì e un "io me ne andrò da qui" uscì dalle sue labbra. Fine della storia. Non so come siamo arrivati a... questo»
«caspita» mi riporta alla realtà Penny.
Giusto, Penny.
«Eh già, ci conosciamo da una vita eppure siamo da sempre ai ferri corti»
«No, in realtà intendevo che sei perdutamente innamorata di Dusk dal primo momento... e non te ne accorgi nemmeno»
«Innamorata? Ma che... come ti viene in mente?»
«Quando lo vedi senti il corpo agitarsi?»
«Ovvio. Ho sempre la strana paura che possa sciogliermi, credo di dover ringraziare la me bambina per questo»
«pensi a lui?»
«è il mio vicino di casa, è ovvio che ogni tanto io pensi a lui, mi basta guardare la sua casa»
«ecco la domanda più importante: ascolti Taylor Swift e ti viene in mente lui... voi due?»
Merda.
«Ehm» inizio a torturare le dita, nervosa
«io credo che i forti sentimenti che effettivamente provi per lui, non siano segni di odio, ma di amore»
No.
«È assurdo» faccio una risata isterica «Dusk ha sempre...»
«voluto starti accanto, Snow. Forse potrebbe volerti odiare perché odia questa città, ma non può odiarla del tutto, perché ci sei tu. Sai per caso dove viveva prima?»
«New York, credo. Ma poi i suoi genitori hanno divorziato eh... merda»
«già. E Snow, so che andrai in paranoia perché non vuoi che le cose cambino, ma ostinarsi a voler odiare una persona per nascondere i propri veri sentimenti è... un male, decisamente.»
«Ma io non lo conosco nemmeno» dico con un filo di voce.
«Ma lo vorresti, hai passato la vita a volerlo conoscere, a capire cosa i vostri sguardi significhino. E non provare a dirmi che non ci sia chimica tra di voi»
«non c'è nessun "noi"» le ricordo io.
«Provaci.» afferma con la voce più ferma mai sentita.
«A fare cosa?»
«Sii la libellula che raggiunge la stella più luminosa, sii il fiocco di neve che ferma il crepuscolo. Semplicemente, vivi.»
Non so esattamente cosa queste parole significhino, so solo che ha ragione.
Non saprei dirne il perché, so semplicemente questo.
«Tu che mi dici, Shakespeare, storie d'amore in vista?»
«Quando hai il Lupus i ragazzi non è che ti vadano molto dietro».
Le lancio uno sguardo interrogativo
«È un pò come nel film "il sole a mezzanotte". È qualcosa di simile, solo che non tutti siamo Bella Thorne... evitare di esporsi al sole, caduta di ciocche di capelli, lesioni. In pratica una lista infinita di regole e limiti»
«eppure mi sembri così...» cerco la parola adatta «serena, felice»
«se solo si potesse entrare nella mente delle altre persone, si capirebbero molte cose, Snow. Guarda» alza parte dei suoi capelli, mostrando le ciocche mancanti «ho tinto i capelli di biondo perché volevo essere bionda, ma mi sono resa conto che non voglio sprecare la vita a tingere i capelli, non sono quelli a definirmi. Avrò una ricrescita castana? Eccome. I ragazzi mi ignorano per via delle chiazze rosse che con il correttore, in passato, ho provato in tutti modi a nascondere? Già. Perchè non viviamo nei libri, all'ultimo anno non accade sempre qualcosa che ti cambia la vita, non diventi la reginetta del ballo, i ragazzi stronzi ma dentro dolci, non si innamorano delle "invisibili", perché è così che ci chiamano... dovrebbero creare una storia su come superare gli anni precedenti all'ultimo anno, invece di mettere in mente alle ragazzine che tutto cambierà. Ma sai una cosa? Potrebbe arrivare l'amore come no, ma non sprecherò la mia vita a rincorrerlo. E poi adesso, io ho te» mi cinge il collo con un braccio.
Pensare di conoscerla solo da una settimana è così assurdo, la conosco da una settimana e passo la maggior parte del tempo con lei, io e mia madre non ci rivolgiamo la parola dalla notte del ponte e Dusk è... Dusk, ma non stiamo parlando di lui.
«I capelli non sono poi così importanti» cerco di rassicurarla io.
«Lo dice colei con i capelli che fanno morire di invidia ogni principessa Disney»
«Hai ragione». Mi alzo dal tappetino in cui stavamo facendo gli esercizi che il Lupus le permette.
Vado in quella piccola e classica, che so essere la sua cucina.
Ed è nel primo cassetto che ci sono delle enormi forbici con cui abbiamo tagliato la pizza tutte le sere.
Ho sempre odiato i miei capelli, infondo.
«Snow... ferma» lentamente Penny mi raggiunge «non fare cose di cui ti potresti pentir...» poi comincia ad urlare.
Ciocca dopo ciocca comincio a tagliare i mei capelli in un corto caschetto, un caschetto probabilmente storto e scalato.
«No, no, no. I tuoi splendidi capelli!»
«Non dirmi "la tua unica bellezza" come in Piccole donne» la avverto, puntandole scherzosamente le forbici contro.
Superata la sorpresa iniziale, un dolce sorriso le spunta sul volto «grazie» dice semplicemente.
«Avevo bisogno di un cambio look» ricambio il sorriso, specchiandomi in un cucchiaio pescato dal secondo caschetto.
«Avvierai una nuova moda»
Sento di non averlo fatto solo per Penny, per la prima volta, con questo trasandato e corto caschetto, mi sento me stessa... e con una riga laterale, poi, sarebbero perfetti.

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