«La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia. E io voglio farlo con te»
-Khalil Gibran«Dusk» comincio io, dopo che nessuno di noi due ha parlato per tutto il tragitto.
Mi lancia uno sguardo per incitarmi a continuare.
«Fa freddo! Dannazione» gli ringhio contro.
Fa una risatina, con tanto di occhi al cielo.
«Hai almeno intenzione di dirmi dove stiamo andando? È ormai buio e camminare in una strada deserta, con te...»
«Sono come una strada deserta al buio, per te?» si ferma per un attimo, guardandomi negli occhi, per poi continuare a camminare mettendo le mani nelle tasche.
Io invece continuo a guardarlo, a scrutarlo in realtà.
Dusk è sempre stato la mia nemesi, o così ho sempre creduto. Ma adesso, io vedo solo un ragazzo, che cammina accanto a una ragazza.
«Ti paragonarei più a una strada dove il sole calante si specchia nei finestrini delle auto»
«un classico, fiocco di neve»
«lo sai, vero, che sei praticamente l'unico che mi chiama con il mio nome completo?»
Fa una smorfia «in realtà, la mia è più una presa in giro... ahi!» viene interrotto dal mio pugno sul suo braccio. E mi maledico per questo gesto, fatto con le nocche ghiacciate.
«La tua sta diventando un'abitudine, ti diverti, non è così?»
«Quella di darti pugni? Colpevole»
Ridiamo entrambi.
È strano, come se fossimo entrati in sintonia.
Prima che nella mia mente possano farsi spazio paure, incertezze o metafore di alcun tipo, «eccoci arrivati» esclama.
Non c'è uno specchio davanti a me, ma giurerei di aver assunto un'espressione corrucciata, confusa.
Si piazza davanti a me, e con una delicatezza disarmante prende le mie mani e le posa sulle sue spalle, dopodiché afferra i miei fianchi.
Cominciamo, o meglio lui comincia, questo specie di lento.
Ci troviamo in una strada illuminata solo da stelle e da qualche faro di qualche macchina che ci intima di spostarci.
Ma noi continuiamo, muovendoci nell'asfalto come fosse una pista da ballo, calpestando la pioggia rimasta incastrata con noi in questa terra, dal pomeriggio piovigginoso.
Dusk prontamente schiva una macchina che corre nella nostra direzione. Inevitabilmente mi chiedo cosa spinga le persone a venire a Greenville.
Dusk mi fa piroettare fino al limite della strada.
«E adesso cosa arriva?» gli chiedo ridendo, mentre dopo avermi fatto fare un improvvisato casquè, mi fa rialzare, avvicinando i nostri volti.
Avvicina le sue labbra al mio orecchio, è un sussurro «la parte migliore».
Non mi concentro su queste parole.
Una macchina corre violentemente accanto a noi, facendo alzare tutta la pioggia accumulata, e come a rallentatore le gocce volano su di noi.
È come se la pioggia stesse scendendo di nuovo, e il suo compito non fosse ancora finito.
Dusk ride, mentre ci fa girare sotto la pioggia improvvisata.
Mi ritrovo a ridere anche io, con i vestiti zuppi di pioggia e le sue mani ad accarezzarmi il collo, come fosse la cosa più normale al mondo.
Un'altra macchina, altra pioggia.
Altre risate.
Arriva persino un camion che a tutta velocità fa schizzare l'acqua su di noi, dalla punta dei capelli a quelle delle scarpe che saranno da buttare.
Il suo sorriso ad un soffio dal mio.
Poi sono io a poggiare la sua fronte sulla mia.
Continuiamo questa danza improvvisata, con questa pioggia improvvisata, complici di macchine con all'interno qualcuno con la sua storia, ignaro di ciò che sta contribuendo a creare.
Non vedrò mai più quelle macchine e non rivivrò mai più questo momento, quindi per una volta... chissene frega di tutto.Sono io ad entrare dalla finestra di camera mia, nella speranza che mia madre non si sia accorta della mia assenza, con Dusk a sghignazzare mentre apre la porta di casa sua.
Arrivata alla finestra, sfilo una scarpa e gliela lancio, colpendolo in testa.
Appena è tra le sue mani, sento come se una parte di me, per quanto da buttare, sia sua.
«Buonanotte Cenerentola» urla lui, alzando la scarpa a mò di saluto.
«Al massimo sono la Bestia della Bella e la Bestia» urlo a mia volta.
«Questo fa di me la "Bella"?»
Non avevo mai riflettuto a fondo del concetto di me e Dusk... insieme. O meglio, non l'ho mai impostato in questo modo.
È strano... ma di una stranezza che non vorrebbe farmi tornare a casa e salutarlo.
«Per quanto io ti trovi carino, Dusk, credo che in questa storia siamo due "Bestia"»
«Tu mi trovi carino...»
Spalanco gli occhi, maledicendomi per averlo definito in un modo che possa fargli intendere quello che... credo. Che in qualche modo io lo trovi attraente, e che forse io lo abbia sempre considerato attraente.
«Buonanotte Dusk»
«io preferirei continuare a parlare di quello che hai detto, invece»
«Buonanotte, Dusk Walker» ripeto io, chiudendomi la finestra alle spalle e sorridendo come una bambina.
Ma che mi prende?
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BREATHE: vivere per ipotesi
Romance«la Legge di Richter» sussurra, con il mio viso sospeso sul suo «è la legge degli equivalenti chimici secondo cui per ogni elemento chimico esiste una quantità di peso...» «Questa te la sei cercata su google» ribatto io, trattenendo a stento una ris...