Law pov
Una strana sensazione. Era quella che sentivo nel petto da ieri, quando ho incontrato per la prima volta Monkey. D. Luffy.
Per quanto ci provassi non riuscivo a togliermela dalla testa.
Alla fine avevo scoperto che mi avevano dato un piccolo appartamento poco lontano dalla casa di Luffy-ya.
Appena sveglio decisi di andare a cercare per la seconda volta Luffy-ya.
Andai davanti alla sua casa ma non vidi nessuno, c'erano tutte le luci spente.
Provai al ristorante dove di solito mangiava ma non c'era, l'ho cercato ovunque ma non c'era.
Si era fatto tardi, stava già tramontando il sole, allora decisi di andare verso il mare, dove vidi una figura con un cappello di paglia sulla testa.
Mi avvicinai riconoscendo la figura di Luffy-ya.
Di nuovo quella sensazione che mi straziava il petto, era un misto di nostalgia, tristezza, sollievo e gioia.
Ero ancora più vicino e, per qualche strano motivo, volevo toccarlo, abbracciarlo quasi...
Alla fine mi ritrovai dietro di lui, ero più alto di lui, alzando una mano gli avrei potuto toccare i capelli, accarezzarli, per poi scendere alla vita, tenerlo e mettere la mia testa sulla sua spalla, e rimanere così per ore e ore.
Quando la mia mano si stava già alzando lui si girò, tenendosi il cappello per il vento. Si stagliava davanti a un tramonto tinteggiato di rosa, rosso e arancione.
Mi guardò negli occhi e io feci lo stesso. Il tempo si fermò di nuovo.Luffy: "Ti conosco?"
Law: "Sì"
Non so perché gli avevo risposto così, io non l'avevo mai visto, come lui non aveva mai visto me. Ma c'era una forza incredibile che lo portava a pensare e a fare cose che non erano nella sua personalità
Lui mi guardò pensoso, alzando la testa al cielo con la mano sotto al mento. Mentre lo guardavo lui abbassò la testa così veloce che avevo paura gli cadesse.Luffy: "Io non mi ricordo di te... Ma è lo stesso, io sono Monkey. D. Luffy, piacere di conoscerti!"
Rimasi a guardare per un attimo la sua mano, alla fine alzai la mia e gli strinsi la mano.
Law: "Io sono Trafalgar. D. Law"
Luffy: "Per festeggiare la nostra amicizia facciamo una passeggiata, Torao!"
Quando disse quel soprannome sentì una sensazione di calore espandersi nel mio petto. Lui era davanti a me, con una mano tesa, la presi senza pensarci due volte e mi lasciai trascinare verso il muretto, che separava la città dalla spiaggia.