Erano passate altre due settimane, con il mese di giugno ormai inoltrato del tutto. Il lavoro mi aveva sfinito al tal punto da non darmi tregua, e questo stava a significare che non avevo avuto neanche un solo minuto di tempo per esercitarmi con lo skate. E come se non bastasse da lì a pochi giorni saremmo entrati nel vivo dell'alta stagione, e quindi la mole lavorativa sarebbe triplicata a dismisura: la pista che avevo scorto qualche giorno prima, in uno dei miei tanti giri per prendere familiarità con la città di Seattle, sembrava in quel momento un miraggio lontano e irraggiungibile.
Pure Leeyum, e cioè l'unica persona in tutto lo stato di Washington (insieme a Louis) che sembrava essere in grado di tirarmi su di morale, aveva avuto tanto da fare... e quindi dire che c'eravamo sentiti poco sarebbe stato un eufemismo. Era uno dei pochissimi amici, se non addirittura l'unico, che ero riuscito seriamente a farmi da quando mi ero trasferito.
Mi ero perso a fissare un punto indefinito oltre il perimetro delimitato dalla lunga fila di boe, quando un colpetto all'altezza dello stinco sinistro mi fece sussultare. Abbassai gli occhi, e proprio sotto la mia visuale mi ritrovai una bimba con due codini biondissimi, che non avrà avuto più di quattro anni, completamente in lacrime.
Mi piegai subito verso di lei, cercando di capire cosa fosse successo. "Cos'hai tesoro, ti sei forse fatta male?"
I marmocchi e tutti i rischi collegati a loro erano decisamente la parte che meno preferivo tra tutte le mie mansioni: ero proprio pessimo con i bambini! Non ero neppure stato capace di gestire le mie sorelline più piccole, ai tempi, figuriamoci i figli di perfetti sconosciuti.
Lei singhiozzò qualcosa che non avrei capito neppure se fossi stato aiutato da un interprete specializzato in pedagogia, ma alla fine, dopo circa mezz'ora, scoprii che si era persa e che non riusciva a ritrovare la sua mamma.
Nel panico più assoluto ma cercando di rimanere un minimo professionale la sollevai di peso, forse in un modo un po' troppo goffo, e mi diressi con il suo sederino sottobraccio verso la prima opzione che balenò in mente. Ero nel panico, forse più della stessa bambina.
Quello era il primo vero caso che mi si presentava davanti. Fino a quel momento nessuno si era ancora perso, o aveva rischiato di annegare, quindi mi sentivo improvvisamente teso.
Liam si illuminò non appena mi vide, cambiando subito espressione quando la sua attenzione ricadde verso il fagottino dal costumino fucsia che tenevo tra le braccia.
"Dio non dirmi che hai una figlia illegittima" scherzò lui, uscendo dal bancone per venirci incontro.
"Leeyum, ti prego!" quasi strillati, sull'orlo di una crisi nervosa. "Louis non c'è, sono da solo, e come se non bastasse sono talmente nel pallone da non ricordare nemmeno cosa si debba fare in questi casi. Di solito devo solamente rimanere seduto a fissare la spiaggia mentre sorseggio una Sprite, quindi capiscimi".
Lui alzò gli occhi al cielo. "Bambini sperduti, un classico nel mondo della balneazione. Si vede che sei un novellino" mi sfottò lui, beffardo, mentre si prendeva addosso la mocciosa. "Ma chi abbiamo qui? Ad occhio e croce direi una splendida, bellissima, principessa!" sussurrò, strofinando il suo naso su quello dell'altra. "Dico bene, sua altezza reale?"
E rimasi sbalordito di fronte alla sua esperienza, che era letteralmente impeccabile; infatti nell'arco di cinque minuti aveva avvisato il signor Styles dell'accaduto, comunicato alla direzione di diramare l'allarme, messo a tacere la bambina dandogli un ghiacciolo alla frutta e scoprendo addirittura il suo nome (che era Lux)... tutto questo con una velocità talmente impressionante da far sembrare il tutto come un gioco da ragazzi.
"La capitaneria si è messa in contatto con la mamma, vedrai che tra poco verrà qui a prenderti" disse lui, accarezzando dolcemente la nuca dorata di Lux, che nel frattempo si era seduta bella comoda sulle sue gambe. La bambina era diventata improvvisamente placida, talmente serena da smettere addirittura di frignare. E a giudicare dal visetto rilassato e adorante, se la stava passando decisamente meglio rispetto al ghiacciolo informe che invece stava facendo gocciolare sui bermuda di Liam. "A quanto pare vieni da due stabilimenti più avanti. Hai fatto un bel mucchio di strada a piedi, signorina".
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Angel Eyes | Ziam
FanfictionDove Liam lavora come barman all'Angel Eyes, uno stabilimento balneare di Seattle. Lo stesso in cui Zayn fa il bagnino. [dal testo] "Mi piaci, Leeyum. Mi piaci veramente, veramente, tanto. E non posso più fare finta che non sia così" mi guardò, e io...