Capitolo 8

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-sul quel comcoso non troverai mai niente- borbottò Arian entrando nella camera di Fin dalla porta e osservando il biondo attaccato a quel coso luminoso invece che in biblioteca a consultare i libri sulla sua famiglia.

-lo so mi sto rilassando Arian. Non puoi pretendere che io stia tutto il tempo in biblioteca a cercare cose sulla tua famiglia. Non ho trovato niente in tutti questi giorni di studio intenso e contando che ho anche i compiti per la scuola non posso stare tutto il giorno fisso sui libri. Ho bisogno di fare qualcosa che piaccia anche a me o divento pazzo-

-e a me non ci pensi? Sono secoli che sono in questa forma vorrei porte riposare in santa pace-

-hai aspettato secoli qualche altra settimana non dovrebbe innervosirti così tanto e poi sono solo e ti ho già detto che ho bisogno di riposarmi. Non ti ho detto che smetto di cercare come sei morto ma che lo farò con calma- Finn riportò il suo sguardo sul computer sentendo la nostalgia di casa crescere. Certo sua madre aveva ragione quando diceva che lui aveva sempre dato troppo a quelli che considerava i suoi amici senza mai ricevere nulla in cambio, ma ciò non significava che non gli mancassero visto che li non era ancora riuscito a fare amicizia con qualcuno di vivo. Arian era un caso a parte e si stava semplicemente approfittando di lui per poter uscire dall'incubo nel quale era finito.

-chi sono questi- borbottò Arian che si era messo ad osservare lo schermo del suo computer dove stava facendo scorrere le foto con i suoi amici. Gli mancavano da morire.

-i miei vecchi amici- sussurrò Finn osservando in particolare uno di loro che in quella foto che aveva davanti teneva un braccio sulle sue spalle e l'altro si quello dell'altro ragazzo che era al suo fianco e che per un attimo Finn incenerì con lo sguardo.

-sembrano strani-

-perché?-

-sono troppo...plebei- concluse Arian -non è comunque questo il punto. Invece di guardare le foto di gente stano dovresti cercare informazioni sulla mia morte-

-vattene via non ho voglia di litigare con te oggi- protestò Finn e involontariamente fece scorrere dal toutchpad le foto e Arian fissò intensamente lo schermo del computer per poi guardare nuovamente il biondo che aveva affianco schifato.

-che hai adesso?- domandò confuso Finn mentre osservava con un misto di nostalgia e rabbia quella foto che aveva visto anche il fantasma.

-quello è un ragazzo- ringhiò Arian -stai baciando un ragazzo-

-e allora? Era il mio fidanzato all'epoca- spiegò con calma Finn, il giorno in cui era stata scattata quella foto era anche lo stesso in cui lui e il suo ragazzo si erano lasciati, qualche ora dopo a quello scatto ma era successo. E si erano lasciati perché Gilbert, il suo ex, gli aveva rivelato di essersi messo da qualche giorno con Hugo, l'altro ragazzo al suo fianco nella foto precedente, senza dirgli niente. Finn sapeva che Gilbert lo aveva avvisato per correttezza ma allo stesso tempo avrebbe preferito saperlo prima e non giorni dopo che si erano già baciati.

-è contro natura! Devi essere rinchiuso in un monastero per capire quello che stai sbagliando- disse convinto Arian guardando ancora peggio il biondo al suo fianco che aveva voglia di strozzarlo dopo quelle parole.

-essere gay non è contro natura Arian, basta con questi pregiudizi del cazzo-

-è sbagliato, un uomo deve stare con una donna non con un altro uomo altrimenti come si ha una discendenza?-

-adottando bambini- rispose Finn alzando gli occhi al cielo -Arian capisco che vieni da un contesto in cui questa cosa non era contemplata e considerata sbagliata ma adesso i tempi sono cambiati e non è più tanto inusuale come cosa-

-oh no tu non capisci! È contro natura quello che stai facendo e devi andare in un monastero per espiare le tue colpe e capire l'importanza di sposare una donna-

-vaffanculo Arian- ringhiò Finn iniziando a tremare -perché cazzo devo sentire ancora queste parole? Ho passato la mia fottuta vita a sentirmi dire di essere sbagliato dagli altri con solo i miei genitori che appoggiavano le mie scelte. Un fantasma non può dirmi cosa fare e cosa non fare secondo il pensiero della sua fottuta epoca-

-sei tu che non capisci che è sbagliato-

-va via da questa camera sono stufo!- urlò il biondo con il cuore a mille mentre si chiedeva come cazzo avesse fatto a prendersi una cotta per quel maledetto fantasma antiquato.

-sei tu che devi uscire dalla mia di camera, non voglio un pazzo qui dentro-

-Arian smettila di insultarmi o davvero non ti aiuto più con il mistero della tua maledetta morte- disse in un sussurrò Finn sperando di finire il più velocemente possibile quella maledetta conversazione.

-non mi serve l'aiuto di un pazzo come te-

-e allora fottiti fantasma del cazzo!-

-Finn tutto okay?- il biondo quasi con le lacrime agli occhi si voltò in direzione della madre che si era affacciata dalla porta della sua camera preoccupata segno che aveva perfettamente sentito le sue urla. La donna non stava minimamente vedendo il fantasma.

-si mamma- la rassicurò il ragazzo anche se non era vero e la donna parve capirlo visto che lo osservò attentamente per un po'.

-tesoro ti ho sentito urlare-

-stavo litigando al telefono con un mio compagno di classe- si arrese Finn mentre notava come il fantasma si era letteralmente volatilizzato e da una parte era davvero meglio così visto che si sarebbe innervosito ancora di più a vederlo ancora in camera.

-sei sicuro di stare bene?- chiese ancora Rachel e Finn capì anche che aveva chiaramente sentito il motivo di quella discussione altrimenti non avrebbe mai e poi mai continuato a fare quelle domande. Ci erano già passati una volta.

-si mamma, passerà non ti devi preoccupate più di tanto-

-come vuoi tesoro. Stasera però ordino le pizze- gli sorrise la donna e Finn accennò un sorriso leggero felice di quella proposta da parte della madre.


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