Dove il mondo non ci tocca - Koko x Inui

2. Era lei, non io

Sento rimbombarmi i battiti del cuore per sino nelle orecchie. Una parte inconscia di me percepisce anche i suoi, all'interno del suo petto. Dopo avermi posto quella domanda Koko si aspetta davvero che io risponda?
A giudicare dal suo sguardo fisso nelle mie iridi è chiaro che aspetti che io prenda parola, ma non ci riesco.
Apro la bocca per far uscire una qualsiasi cosa: «Felici?» sussurro, quasi impercettibilmente.

Ho solo un istante per analizzare la sua domanda.
Siamo davvero felici?
Ciò significa che ha incluso anche se stesso? Non è forse felice? E io lo sono? Lo sono davvero...senza di lui?
Merda, siamo entrambi immobili a guardarci fissi da ormai troppo tempo. Sento le iridi pungermi a causa della patina di lacrime che mi sta pian piano invadendo gli occhi.
Non posso farmi vedere così, cosa faccio?
Cosa faccio, cosa faccio, cosa faccio?

In un istante quasi impercettibile sopraggiunge a soccorrermi Shinichiro, che con un grande sorriso a trentadue denti, porta un braccio sopra le mie spalle e ci saluta amichevolmente.
«Koko, posso rubartelo per un'attimo? Io e Inui dobbiamo proprio parlare delle modifiche che adotteremo per la moto di Takemichi. Lo sposo ha bisogno del nostro aiuto.»
Vidi Koko sbattere ripetutamente le ciglia, come se lo avesse appena svegliato da uno stato di trans.
Shinichiro non gli dà neppure il tempo di rispondere che mi afferra per le spalle e mi conduce lontano da lui.

Per qualche strano motivo sento dietro di me una sottile ventata d'aria improvvisa, percepisco la mia schiena venire sfiorata, ma non oso voltarmi e perciò non saprò mai con sicurezza cos'è che l'ha provocata. Ciò che speravo più di ogni cosa era Koko che cercava di fermarmi. Allo stesso tempo fui grato a Shinichiro di essersi intromesso.

«Ho proprio dovuto toglierti da quella situazione, ti vedevo disperato, amico mio.» Mi dice il mio collega.
Sospiro rumorosamente. Lavoro con Shinichiro ormai da anni e ha imparato a conoscermi.
Sa del rapporto frastagliato tra me e Koko, non nei dettagli, certo, ma lo sa. Gli confessai che provavo un forte sentimento nei suoi confronti e che ora lo odio per avermi abbandonato all'improvviso.

«Grazie, Shinichiro. Mi hai salvato la vita.»
Guardo il mio collega che inserisce le mani dentro le tasche «Dovrai parlarci prima o poi, tu non credi, Inui? Vuoi continuare a far finta che non ci sia stato niente tra voi due?»
«Non c'è stato proprio niente infatti, Shinichiro. Eravamo...solo amici.»
Lui mi squadra e annuisce, capendo che preferisco chiudere lì l'argomento "Koko".

«Andiamo a prendere qualcosa da bere, che ne dici?» Esclama allungando un braccio sulle mie spalle.
«Sì, ho proprio bisogno di sgolarmi qualcosa di forte.»
Ride «Ora non esagerare, scemo!»

Mentre Shinichiro continua a parlarmi i miei pensieri sono totalmente altrove. Mi volto leggermente per provare a scorgere Koko e quando finalmente noto la sua schiena che per sempre avrei riconosciuto, lo vedo allontanarsi velocemente fuori dalla sala.

Dopo quel giorno le nostre vite sono tornate esattamente come erano rimaste. La mattina dopo il matrimonio mi sveglio con malavoglia, faccio colazione, mi vesto e vado al negozio di moto di Shinichiro dove lavoro.
«Buongiorno.» Saluto come di programma. Trovo il mio capo in retrobottega, inginocchiato accanto una motocicletta, intento nel suo solito lavoro di riparazione.
«Buongiorno a te, Inui. Mi passeresti il cacciavite a stella?»
Poso la borsa per terra e mi tolgo la giacca «A stella dici?»
«Mhm mhm.»
Gliela passo e poi osservo il modello della moto. Ormai me ne intendo anche io.
«Ma è la motocicletta di Takemichi?»
«Esatto.» Mi guarda e sorride «Non avevo mica mentito sul fatto di apportare modifiche alla moto dello sposo.»
«Oh. Vuoi che ti aiuti?»
«No, ce la faccio, grazie.»

Subito dopo aver terminato la frase suona il campanello della porta del negozio e questa si apre. Mi sporgo dalla stanza sul retro dove mi trovo e il mio cuore manca di un battito alla vista di Koko che entra nel negozio vuoto, cercando con gli occhi.