I.

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"Vieni a cena con me stasera Aki." disse Himeno appena il loro turno serale di lavoro si era concluso.

"Mmh?" fece lui girandosi a guardarla come se stesse scherzando.

Anche se ormai la conosceva abbastanza bene e sapeva che spesso la senpai Himeno se ne usciva con proposte strane o fuori luogo.

Si sistemò i capelli osservando il sorriso furbo della donna.

"Una cena. Eddai non sarebbe la prima volta."

"Lo so ma perché questa sera?"

"Perché mi va di stare ancora con te." ammise sinceramente.

Aki distolse lo sguardo arrossendo leggermente.

"..va bene."

"Iee! Andiamo in quel ristorante di sushi che adori, quello dove ci sono le luci soffuse."

Aki annuì ancora frastornato dalla frase di poco fa.
Himeno non era una semplice senpai per lui, aveva una vera e propria cotta che però non sapeva gestire.
Anche la signorina Makima gli faceva un certo effetto, ma con Himeno era tutto diverso.
La ammirava per la sua forza d'animo, per il suo viso sempre sorridente nonostante tutto quello che aveva passato. Gli piaceva quando lo stuzzicava, gli provocava strane sensazioni.
Ma cercava di trattenere quei sentimenti per sé, troppo imbarazzato per confessarli alla donna.

Una volta arrivati ordinarono una valanga di cibo, più che altro Himeno ordinò quelle quantità industriali.

"Hai ordinato troppa roba senpai." la rimproverò Aki sorseggiando la sua seconda birra.

"Hai ragione. Se avanza qualcosa puoi portare a casa all'uomo motosega e il Majin. Vivono da te ora no?"

Il ragazzo fece una smorfia, infastidito.

"Già, é così purtroppo.."

"Li invidio sai?" gli disse pulendosi la bocca con il tovagliolo.

"Per quale motivo?"

"Perché non mi dispiacerebbe essere accudita da te.." flirtò guardandolo ammiccante.

Si strozzò con il cibo e tossí ripetute volte facendo ridere Himeno.

"Che stai dicendo?" sussurrò imbarazzato.

"Ti prendo in giro Aki, mi diverte." sdrammatizzò, facendolo rilassare.

Allungò una bacchetta verso di lei e mise il broncio.

"Non farlo più." ordinò serio socchiudendo leggermente gli occhi azzurri.

La donna piegò la testa di lato con un sorriso beffardo.

"Perché?"

"É poco professionale." buttò giù la prima scusa che gli venne in mente.

"Poco professionale mmh?"

"Decisamente."

"D'accordo, é poco professionale hai ragione." gli diede ragione scuotendo la testa e continuando a mangiare.

La cameriera venne a chiedere se era tutto apposto interrompendo la tensione che si era creata e facendo sospirare di sollievo Aki.
Era stato uno scambio di battute che lo aveva messo sotto pressione, soprattutto i suoi occhi azzurri che sembravano scrutargli l'anima.

"Va tutto bene?" chiese civettuola guardando solo Aki e mostrando un po' di scollatura.

Lui distolse lo sguardo dai seni che voleva mettere in mostra, fissandola negli occhi.

"Tutto bene, grazie." rispose cordiale e serio come sempre.

"Le porto un dolce? Un caffè?" insistette quella sbattendo le ciglia e agitando un po' la lunga coda bionda.

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