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HARRY POV

Quel pomeriggio passato con il mio ragazzo fu estenuante, a dir poco.

Odiai immensamente quella scena, tanto che non me la tolsi dalla testa finchè non arrivai a casa, perchè non riuscii a sopportare che una cosa del genere fosse successa a me, anzi, a Louis, e per di più davanti ai miei occhi.

Tutto si calmò poi non appena rientrammo li dentro, come se nulla fosse successo, o meglio, io avevo ancora bene in mente, ma non potevo lasciare che quello che sentivo mi rovinasse il resto del pomeriggio li, quando eravamo andati li solo per stare assieme, e di sicuro non comprendevano scenate di gelosia ovunque, anche se è quello che più sentivo di fare, ma lo avrei deluso.
Avrei deluso il mio ragazzo, e sicuramente è l'unica cosa che non volevo, anche se era un modo di dimostrargli quanto io tenessi e tengo a lui, e questo lo ha capito subito dopo.

Fu difficile sopportare il fatto di non averlo potuto sfiorare come solo noi sappiamo fare, di fonte a tutti.
Certo, potevamo farlo, ma per rispetto e privacy non comprendevano baci bollenti o strusciatine in parte ristrette.
Ciò che mi mandò fuori di testa, fu proprio il fatto che non appena arrivai a casa, assieme a lui, era il fatto di sapere di non spingermi più in la, perchè mia madre e Gemma sarebbero arrivate a casa poco dopo, e non volevo farmi beccare in certe situazioni.

Rimai deluso io, come Louis, che mise subito il broncio quando sentì dei rumori alla porta, costringendo a interrompere quel bellissimo momento così intimo fra solo noi due, agonizzato tutto il pomeriggio.
Non esitai a recuperare per pochissimo non appena fummo alla macchina, ma commisi l'errore più grande della mia vita, infatti non ebbi l'impulso di fermarmi se non sotto il suo controllo, quando gli avevo preso a mordere delicatamente il lobo.
Fino a quel momento per me c'era stato solamente che Louis, come se il mondo intorno a noi fosse sparito e il tempo avesse smesso di scorrere, permettendoci di rimanere ancora noi due una cosa sola, ciò che eravamo e siamo.
Costretto a tornare alla realtà, abbandonai pian piano quel desiderio che stava via via crescendo dentro me, quell'impulso che mi avrebbe portato a poter osare di più, quella voglia famelica di averlo, di sentirlo e di non smettere di toccarlo.
Lo accompagnai così in auto, dove avrei dovuto vederlo per l'ultima volta, prima di aspettare il giorno dopo, decisamente troppo tempo.

Lo salutai, non prima di averlo baciato un ultima volta, dopo di che mi diressi in casa, con un probabile sorriso da idiota ben visibile stampato in viso.

Gemma non esitò a prendermi in giro facendomi la linguaccia subito dopo, seguita da mia mamma che mi guardò con un sorriso ben evidente, un ghigno, più che sorriso.

"Che avete da guardare?" chiesi ironico, tenendo lo sguardo basso al pavimento,per evitare di mostrare le mie guancie arrossite.
"Niente..sistemati la bocca prima, Styles." suggerì mia sorella invadente.

La mia bocca? Che ha la mia bocca?

La guardai in attesa di spiegazione su cosa potesse avere la mia bocca da essere presa in causa.
Mi girai verso mia madre che aveva la mano davanti la bocca per nascondere il suo sorriso divertito.
Gemma non parlò, corsi in cucina a guardarmi nel riflesso del forno, trucco che avevo sempre usato fin da piccolo, con la differenza che ora non dovevo usare una sedia per arrivarci.
Mi misi davanti e della mia bocca non notai nulla di strano, apparentemente, ma non appena mi avvicinai, la tovai di 5 tonalità più scure del solito e le labbra molto più gonfie del solito.
Oh, Louis.
Mi passai distrattamente l'indice, come a voler ricordare ciò che stava succedendo prima che entrassero in casa.
Arrosii ancor di più per poi fulminare Gemma e guardare con uno sguardl pentito mia madre, che non smise di ridere.
"Se ti aiuto a preparare la tavola, prometti di non ridere più di me?" supplicai quasi, ma con quella voce scherzosa che mi era solito usare.
Annuì solamente, non prima di finirsi la sua splendida risata, prendendosi goco di me, con amore però.
Fulminai nuovamente Gemma non appena ci raggiunse, che se ne stava con un sopraciglio alzato, come se avesse vinto un trofeo e si sentisse fiera di sè.

《You are my only exception.》- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora