Una ragazza piangeva, sola, seduta sul suo letto, e arrivò un angelo.Lei lo vide, avrebbe dovuto terrorizzarsi, o perlomeno stupirsi che una creatura celestiale fosse comparsa dal nulla nella sua camera, invece il suo cuore non saltò di un battito.
Lo guardò e sorrise leggermente, senza domande, senza risposte.E allora l'angelo sbarrò un poco gli occhi,forse stupito da quella mancata reazione, e si guardarono in silenzio.
Perciò la creatura si avvicinò lentamente al letto facendo strisciare la sua lunga tunica sul pavimento e si sedette a gambe incrociate."Perché?", domandò.
Lei inclinò leggermente la testa verso sinistra e pianse nuovamente coprendosi il viso con le mani, senza riuscire subito a parlare, poi sorrise, e sussurrò: "Perché non c'è amore."L'angelo, posò una mano sulla sua e sussurrò anche lui: "non ricevi amore?"
"no", rispose lei, sussurrando ancor di più, "ne ricevo, ma scivola, io non ne ho dentro di me, qui, nel petto." Disse alzando il tono di voce e toccandosi la maglietta cominciò a stringerla all'altezza del petto."Tutto l'amore che ricevo, non riesco ad afferrarlo, non entra nel mio cuore, sono vuota, vuota come il guscio di una lumaca che lentamente se ne è andata e poi non è più tornata, il guscio aspetta, spera, si dispera, ma la lumaca è stata schiacciata, calpestata, polverizzata."
L'angelo fece silenzio e si mise più comodo sul letto di lei, e facendolo scricchiolare, poggiò entrambe le mani sotto al mento.
Allora lei fu stupita di essere ascoltata, il suo battito accellerò, e continuò:
"Non so perché sono vuota e non so perché non possono riempirmi gli altri, ma so che io di amore non posso darne, perché non ne ho, ne ho bisogno, come tutti, ma non posso averlo. E non posso darne se non ne ho. Desidero disperatamente essere amata, ma quando gli altri capiscono che non possono avere nulla in cambio da me, fuggono, scappano da questo guscio vuoto, altrimenti ne verrebbero prosciugati. Inizialmente credevo che gli altri fossero il problema, che non mi dessero abbastanza, che non avessero amore da offrirmi, ma con il tempo ho compreso che il danno è in me, il malanno, la maledizione. Sono io che non posso dare quello che mi chiedono."Fece una pausa e singhiozzò, guardò in alto, poi in basso, poi di nuovo in alto e infine negli occhi dell'angelo, che la guardavano con una serenità quasi innaturale, per quella situazione. In tutta risposta a quello sguardo, lei, fece uscire grosse lacrime da entrambi gli occhi, ne uscivano talmente tante che il suo viso era quasi completamente bagnato. Si toccò le spalle con entrambe le mani, come per abbracciarsi, e le sfregò ripetutamente sulle braccia. Dopo un breve silenzio continuò la sua risposta:
"E allora me ne sto qui...terrorizzata dalla solitudine. L'amore è l'opposto della solitudine, ed io mi sento sola, sono sola. Sono sola. Sono sola. Gli altri ci sono ma non li sento, non sento il loro amore, sento solo freddo, gelo, e silenzio. Un silenzio sordo, buio, opprimente che mi circonda e mi abbraccia ma non un abbraccio che conforta, uno che stringe troppo forte e soffoca, lentamente."
Dopo aver detto tutto questo d'un fiato, respirò finalmente, e bevve, lentamente dal bicchiere che aveva sul suo comodino. Quindi ormai esausta, si asciugò gli occhi con la maglietta e si stese nel letto quasi lasciandosi cadere e si tirò le coperte fino al mento. Appena poggiò la testa sul cuscino, le uscirono nuove lacrime, ma non ci fece caso, si sentiva meglio ora, che aveva parlato.
Non si era nemmeno accorta che l'angelo era sparito, ma sentiva un leggero calore nel petto.
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piccole storie solitarie
Короткий рассказraccolta di piccoli racconti su vari temi non molto divertenti ma a volte con un lieto fine.