Capitolo 7

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POV.YOUNGHEE

Stavamo camminando da più o meno cinque minuti e il ragazzo accanto a me non aveva spiccicato una parola.

Mi presi del tempo per guardarlo meglio, non che non lo avessi già fatto, però ora che gli ero più vicina riuscivo a scorgere i dettagli, come la curiosa voglia a forma di cuore che aveva sul collo, il suo profilo doveva considerarsi illegale, cioè non solo quello..

Ecco... non aveva un aspetto dolce, era il tipico ragazzo che gridava guai.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla sua figura, più lo fissavo più continuavo a dirmi che era perfetto.

<< Se continui a fissarmi rischierai di prendere un palo.>>

Distolsi lo sguardo così velocemente che mi girò la testa.

<< Non ti stavo guardando.>>

Sperai che la fiaba di pinocchio non fosse reale, perchè altrimenti di li a breve il mio nasino si sarebbe allungato di un bel po'.

<< Si certo tu non mi stavi guardando e io ho due teste.>>

L'unica soluzione era cambiare argomento, come se fosse stata una cosa semplice, sembrava che qualsiasi cosa dicessi per lui fosse una scusa buona per prendermi in giro.

<< Ehm...che materie ti piacciono a scuola?>>

Lui alzò le sopracciglia.

<< Vuoi veramente parlarmi della scuola?>>

Ora le domande erano due: non aveva voglia di parlarmi della scuola o non aveva voglia di parlare con me?

<< Io...ehm...>>

Eravamo quasi sotto casa mia, pazzesco come il tempo fosse volato a rimanere in silenzio.

<< Io sono arrivata.>>

Mi ero salvata in calcio d'angolo, avevamo parlato pochissimo e l'unica domanda che ero stata in grado di fare riguardava la scuola.

<< Abiti qui?>>

Adesso di chi era il turno di fare domande idiote?

<< Si.>>

Mi appoggiai al portone, non sapevo cos'altro aggiungere, guardai il pavimento come facevo sempre quando non mi sentivo a mio agio.

Nella mia zona visiva comparvero le scarpe di Jay, ciò significava che si era avvicinato a me, alzai piano piano gli occhi verso la sua direzione ed era praticamente a cinque centimetri dal mio viso.

Era più alto di me, quindi si era calato leggermente per potermi guardare, che poi la domanda era: cosa gli prendeva?

Mi appiattii di più contro la superficie, non ero abituata a tutto questo, anche se non stava facendo assolutamente nulla.

<< Cos'hai da guardare?>>

Non riuscivo a capire perchè tutto ad un tratto le mie emozioni erano contrastanti, mi spiego meglio avevo voglia di spingerlo via e scappare sopra a casa mia nel mio posto sicuro e prenderlo per il colletto e annullare quella stupida distanza che mi stava facendo uscire fuori di testa.

Ero completamente andata, non sapevo quello che dovevo fare, speravo solo di avere una faccia decente.

<< Sto cercando di capire una cosa.>>

Vidi la scena a rallenty, la sua mano mi spostò il ciuffo di capelli che mi era caduto davanti agli occhi, quello era un gesto dolce in totale contrapposizione con il suo aspetto da duro.

City is ours|| JayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora