Capitolo 12

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POV.YOUNGHEE

Erano passate due settimane dall'incidente dell'inaugurazione del ristorante dei miei e della mia conseguente ubriacatura.

Avevo ancora dei ricordi confusi, ma sono sicura di poter dire di aver passato un ottima serata.

Con Jay le cose erano leggermente migliorate, sembrava che avesse ancora un principio di orticaria quando mi vedeva ma cercava di nasconderlo al meglio, di quello che era successo nel bagno non ne avevamo più parlato, forse era meglio così.

Era cominciata anche la scuola e insieme ad essa tutti i soliti problemi.

Solitamente mi passava a prendere Jay, cominciavo a credere che non fosse stata una decisione spontanea, lo si poteva dedurre dalla faccia che aveva ogni mattina, sembrava che l'avessero condannato a morte, certo che gli facevo proprio un bell'effetto.

In classe c'eravamo tutti tranne Niki, che era il più piccolo e quindi frequentava un altro piano, non sentivamo molto la sua mancanza perchè ci onorava della sua presenza ogni cambio ora, intervallo, pausa mensa, altro intervallo e uscita.

Quella mattina ero leggermente in ritardo, indossai la divisa, e la gonna come ogni fottutissimo giorno era sempre troppo corta, possibile che perdesse cm di stoffa durante le notte? misi la camicia e il giubbotto e mi precipitai verso l'ascensore, se c'era una cosa che indisponeva Jay era quella di aspettarmi, veramente lo indisponevamo molte cose, forse troppe.

Appena uscii dal portone lo vidi che mi aspettava appoggiato alla panchina, solita faccia incazzata come se avesse preso con il mignolo del piede lo spigolo del mobile e bello da fare male, possibile che dovessi trovare attraente proprio lui?

Vi spiego... penso di essermi presa una cotta per lui, quella sera in quel maledetto bagno io gli avrei concesso di fare ciò che più gli piaceva e il fatto che lui si fosse fermato sul più bello mi aveva spiazzato, insomma ci ero rimasta male.

Perciò guardarlo tutti i giorni fermo vicino a quella panchina come un dio mi destabilizzava non poco.

<< Non senti freddo tu?>>

Ritornai alla realtà, e pian piano che assimilavo le sue parole cominciavo a sentire dei leggeri brividi sulle gambe, le quali, me ne resi conto solo in quel momento, non erano coperte dal paio di calzettoni che usualmente usavo, quando uno dice il culo.

<< Io...>>

Vidi la faccia di Park Jeongsong cambiare da incazzata a perversa.

In tutto questo periodo si era comportato così, come se in lui ci fossero due personalità, la prima mi schifava la seconda flirtava con me.

<< Oh Yoonghee volevi forse attirare la mia attenzione?>>

Nel dirlo si era avvicinato a me, ed eravamo alle solite, ogni volta che si comportava così mi faceva sperare in qualcosa che puntualmente non accadeva e puntualmente io ci rimanevo male.

<< Io...>>

Lui mi sorrise e si avvicinò ancora di più, fino ad arrivare a sussurrare al mio orecchio.

<< Se così fosse attireresti la mia attenzione anche con un sacco della spazzatura addosso.>>

Provai a fare un passo indietro, ma venni fermata dal portone chiuso.

<< E se invece volessi attirare l'attenzione di qualcun altro?>>

Non so da dove mi era uscita quella frase, ebbi paura per un secondo che con quell'uscita avessi rovinato tutto, ma il sorrisetto sulle sue labbra aumentò.

City is ours|| JayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora