Prologo

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Presi un bel respiro è mi imbarcai sull'aereo, stavo per partire e realizzare il mio sogno: diventare una ballerina. Mi aspettavano 14 ore di viaggio, perciò presi il mio cellulare e le cuffie e feci partire la mia playlist preferita: Ateez un boy group Kpop, quei otto ragazzi avevano delle voci formidabili, si intrecciavano fra loro in perfetta armonia. 
La prima che ascoltai fu Turbulence; parlava di un amore se si sarebbe mai rivisto e in quale forma sarebbe successo. 
Amavo molto la musica, la danza e leggere. Ero una grande appassionata del genere dark romance. 
Nel mentre ascoltavo musica ne approfittai per dormire un po', mi ero svegliata abbastanza presto, perciò se mi sarei addormentata in aereo poi avrò abbastanza energie per fare qualche passeggiata sotto le luci e stelle di Parigi. 
Piano piano sentì gli occhi farsi pesanti, così caddi in un lungo sonno profondo. 

A risvegliarmi fu la gentilissima hostess dell'aereo. 
«Siamo arrivati?» le domandai e la vidi annuire in positivo cosimi alzai dal mio posto è andai a prendere i miei bagagli, anche se avevo solo 16 anni, quasi, mi ero portata molte cose. 
All'incirca erano le 12:30 pensai di andare in hotel per posare le valigie e poi andare in giro. è cosi feci. 
C'era molta gente, ammirai ogni angolo di quella splendida città, Parigi era davvero enorme e stupenda, presto avrei iniziato a ballare nei teatri di questa meravigliosa città. 
Scattai qualche foto, in una di esse c'era un ragazzo che stava guardando la Tour Effeil, aveva i capelli coperti da un berretto nero, gli occhi grandi e castani, un naso piccolo, le labbra di una forma che non seppi identificare ma sembravano carnose e rosee, indossava una camicia nera con scollatura a V con sopra un giubbotto di pelle verde petrolio, dei jeans anch'essi neri che fasciavano perfettamente le sue gambe ben allenate e infine degli anfibi. Pensai fosse un ballerino anche lui, forse potrebbe essere uno dei miei nuovi compagni all'Accademia di danza. 
Mi fermai nel ristorante che dava la vista sulla piazza di fronte la Tour Effeil, avrei pranzato lì. 
Appena entrata poti sentire dei buoni e succulenti odori che si sentivano in sala provenire dalla cucina, guardai ogni dettaglio, presi posto al tavolo vicino la vetrata che permetteva di poter guardare ciò che accadeva fuori «Wow» dissi ammaliata dalla bellezza di Parigi. Ero proprio  fortunata di poter ammirare tutto ciò. 
Un cameriere mi si avvicinò «buongiorno, vuole il menù?» mi chiese gentilmente «Si» gli risposi, per poi prendere tra le mani il menù. Per prima guardai i secondi, poi i primi e infine i dolci che sembravano infiniti «ordinerò degli spaghetti come primo, e come secondo filetto di pesce, grazie» dopo aver ordinato, portai lo sguardo all'ingresso era appena entrato un ragazzo, e si era il ragazzo della foto. 
Improvvisamente mi guardai attorno è tutti i tavoli erano già occupati, tranne il mio, ero seduta da sola e lui lo notò. 
Si avvicinò al mio tavolo «Scusi è occupato qui?» la sua voce era cosi tranquilla, gentile, bassa e rauca «oh si, certo siediti pure» gli indicai il posto con la mano, ero un po' agitata, non conoscevo nessuno tantomeno lui. 
«Potresti farmi vedere la foto che mi hai scattato prima?» mi chiese dal nulla è avvampai «eh?» dissi in panicata, le sue labbra si incresparono in un sorriso gentile «Sai la foto che mi hai fatto prima fuori» lo guardo e poi prendo la foto «Scusa» parlai imbarazzata. 
«Tranquilla. Come ti chiami?» domandò nel mentre osservò la foto e io mi permisi di guardare i particolari del suo viso «Kiara, tu?» riposi solo quando anche lui prese a guardarmi «Joong« era davvero un bel nome, come lui d'altronde «significa al centro del vasto mondo» continuò a parlare. 
Dopo aver pranzato con Joong, tornai in hotel aveva bisogno di darmi una lavata e di immergermi nel mio mondo della danza. 

Un Amore con mille sfumature a ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora