4.

1.3K 63 20
                                    

Bu! Guess who's back con un cesso di capitolo che manco ha riletto???? Si proprio io!!!

"Angelo?" sente sussurrare Simone mentre ancora intontito cerca di aprire gli occhi. "Angelo dai sveglia."

Simone finalmente spalanca gli occhi e incontra quelli di Manuel che lo guardano adorante.

"Buongiorno meraviglia." lo sente borbottare mentre delicatamente si avvicina per lasciargli un fugace bacio sulle labbra.

Simone lo ricambia di buon grado e sorride placido. "Buongiorno a te."

Manuel gli passa poi una mano nei capelli, un veloce carezza sulla guancia e si alza dal letto.

La stanza è leggermente illuminata dalla luce del sole che proviene dalla finestra lasciata aperta tutta la notte.

Ormai è maggio inoltrato, le giornate sono lunghe, calde e tranquille. Sono tre mesi che Simone e Manuel vivono in simbiosi è tutto sembra essere al suo posto.

Manuel si muove nella stanza di Simone come fosse la sua, raccatta a destra e a sinistra i suoi vestiti abbandonati in giro dalla notte prima. "Simo hai visto i miei calzini?"

Simone scuote piano la testa e grunisce. "Ieri sera te l'avevo detto di non lanciare i vestiti, ci fosse una volta che mi ascolti."

Il maggiore allora si ferma di scatto e si volta guardarlo. "Ah si? Io non ti ascolto?"

Simone, consapevole di ciò che stava per accadere, sorride sbieco e guarda Manuel con gli occhi socchiusi. "No." ride. "Non mi ascolti mai."

Manuel ride e scuote la testa, prima di rilanciarsi sul letto. "Mo ti faccio vedere io." esclama, attaccandosi al corpo di Simone.

Inizia a solleticargli i fianchi, mentre sballotta il suo copro a destra e a sinistra.

Il minore tira un urletto divertito e si lascia far fare il solletico, ridendo sguaiatamente. "M-manu."

Manuel continua a torturargli i fianchi, le gambe, le braccia. "Ammetti che tu non mi ascolti mai." e continua. "Ammettilo sennò non mi fermo."

Simone prova a divincolarsi dalle grinfie del maggiore, sbattendo le gambe e le braccia. "Manuel!"

L'altro però continua a ridere, iniziando anche a fargli solletico sul viso con la barba, ricordando un gatto che fa le fusa. "Dillo, dillo, dillo."

"Manuel sembri tu il bambino."

Manuel continua e gli lascia un morsetto sul collo. "Tu sei il bimbo qua, non io." e finalmente si stacca. "Va bene, hai vinto. Solo perché non ti so dire di no."

Simone gli sorride felice e gli lascia un piccolo bacio sulle labbra. "Sei un pappa molle."

Il maggiore sorride e abbassa lo sguardo scuotendo la testa. Scende dal corpo del più piccolo e si ridedica alla ricerca dei suoi calzini.

Nel frattempo Simone si sistema comodo sul letto. "Senti Manu." inizia.

"Si piccolè?"

Simone si sposta un po' a disagio sul letto, poggiandosi un dito sulle labbra, riflettendo. "Avevo pensato una cosa."

Manuel allora catalizza la sua totale attenzione su Simone, lasciandosi addosso solo i jeans appena infilati, ancora aperti. Va a sedersi accanto al piccolo sul letto, il quale è ancora in dei semplici boxer, nascosto sotto le lenzuola. "Che avevi pensato genietto? In questa testa vorticano così tante cose." gli sussurra, accarezzandogli piano i capelli.

Simone gli sorride imbarazzato e arrossisce un po'. "Ti ricordi mh..." si interrompe per pochi secondi. "Quella cosa che mi hai detto un paio di settimane fa?"

You're in my veins Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora