3.

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Purtroppo per voi questi Simone e Manuel non ci hanno ancora abbandonati 😔 Mi erano mancati, godetevi sta cagatina manco riletta. Vi amo
Ah tw:smut

Simone si risveglia confuso, aprendo gli occhi velocemente, rotolando nel letto.

Si gira verso destra nel letto sfatto e subito gli riaffiorano i ricordi del pomeriggio appena passato.

Sorride, richiudendo gli occhi, come a poter riafferrare e rivivere quei momenti.

Riapre gli occhi e sbuffando si alza a mezzo busto.

Allunga il braccio verso il comodino e fa per prendere il telefono, ma la sua attenzione viene catturata da un post giallo appoggiato proprio accanto al suo cellulare.

Solo in quel momento realizza che nel letto è da solo, allora si affretta ad afferrare il post it.

"C'è una sorpresina in salotto, io sono dovuto scappare a lavoro, eri un angelo mentre dormivi. Sei il mio angelo. Chiamami appena ti svegli.
-M."

Simone salta nel letto mentre, ancora frastornato, accarezza piano le parole scritte sul post-it, come a poter accarezzare il volto di Manuel.

Arrossisce nonostante sia da solo, perché nessuno mai l'ha definito un angelo.

Quasi si imbarazza a pensare alla devozione che Manuel gli riserva tutti i giorni.

Guarda poi l'orario sul telefono e realizza che è ormai ora di cena.

Manuel lo sta scollegando dal mondo esterno, dallo studio, dal lavoro, ma non si è mai sentito così tanto felice e coccolato.

Quindi crede di potersi concedere un periodo meno accelerato.

Si reca quindi come gli è stato suggerito da Manuel in salotto, a passo svelto, impaziente di scoprire la "sorpresa".

Nota la tavola apparecchiata per una sola persona e un altro piccolo bigliettino posto accanto al piatto.

Si avvicina furtivo e subito raccoglie nelle sue mani il foglio.

"In cucina c'è della pasta da riscaldare. Mangia che hai bisogno di forze. Chiamami che ceniamo insieme. Io ti aspetto."

Simone quasi crolla a terra, deve reggersi alla tavola per non sbattere con le ginocchia prepotentemente sul suo pavimento.

Sorride quasi con le lacrime agli occhi e incredulo si guarda attorno.

Si chiede se stia vivendo un sogno, se effettivamente si meriti tutte queste attenzioni.

Si affretta però ad afferrare il telefono, ormai abbandonato sul tavolo, e subito cerca il nome di Manuel tra i contatti.

Gli basta uno squillo.

"Angelo." lo sente sussurrare.

Simone sbuffa una risata e pigola piano. "Manu. Grazie."

"E di che piccolè? Vogliamo mangiare insieme? Ti stavo aspettando."

Simone sospira incredulo. "Ho letto." e continua, sempre sottovoce. "Ma perché non vieni qua?"

Manuel, nonostante Simone non lo possa vedere, si poggia una mano sul cuore. "Vorrei piccolè, ma sono ancora in ufficio. Domani t'ho giuro ci vediamo."

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