3 Cap

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Entrò nella stanza ampia e luminosa.
Aveva pareti bianche e colori pastello caldi. Anche se il carattere della ragazza contraddiceva questo stile sobrio e solare.
Dopo aver preso posto in fondo alla stanza in un letto più lontano rispetto a quello delle sue coinquiline.
Non disse una parola anche se Lydia provasse a parlarle ma niente rimaneva zitta con uno sguardo gelido e si sistemava la sua roba. Come un fantasma.
Alla fine Lydia capendo di essere solo fiato sprecato le rivolse un saluto e uscì.
Astrid finì di sistemarsi non aveva portato più di quanto le servisse. Non aveva portato vestiti sfarzosi o elegante al contrario di tutte le lamentele di Lara e su zio. Guardò il soffitto si era stesa i muscoli della schiena si rilassarono. Si sentì finalmente in pace e si addormentò. Dormì fino al mattino successivo. Erano le quattro del mattino quando si svegliò di soprassalto dopo un incubo. Lydia era sveglia e la guardava probabilmente era appena tornata dal bagno aveva una camminata ferma e sonora.
La guardò preoccupata notando il viso già di suo bianco latte diventare quasi cereo.
"Apposto?"Esclamò avvicinandosi ma venne bloccata da Astrid che annui e si rimise sotto le coperte aspettando un sonno che non arrivò. Verso le sei si alzò si fece la doccia si vestì e andò verso il parco del campus li si piazzò sotto ad un albero rigoglioso a leggere un libro che si era portata.
Stese li per un oretta poi si avviò verso la mensa e non mangiò molto solo un di tost con in mezzo la nutella. Appena fini il suo panino andò verso la sua prima lezione.
Aveva a prima ora letteratura.L'aula di letteratura era al secondo piano in fondo con i banchi immacolati e le foto sui muri di alcuni grandi scrittori.
L'aula deserta era un bello spettacolo. Poi una persona dietro di lei tossicchiò.Astrid si girò e vide il professore. Le sorrise di buon umore anche di primo mattino. Lei fece un piccolo cenno col capo e si sedette al primo banco sapendo che non sarebbe stato la prima scelta di nessuno.
Sistemò il suo materiale sul banco e cominciò a sfogliare il libro per noia.
Il professore si stava sistemando nella cattedra d stava scrivendo alcune cose alla lavagna ma si sentì addosso il suo sguardo di ghiaccio e si sentì a disagio in quel silenzio.
"Astrid dimmi come ti è sembrato il campus?" Chiese il professore sedendosi sul tavolo della cattedra. Astrid ci pensò. "Bene pensavo peggio."Rispose evasiva. Il prof ridacchiò.Entrarono tre studenti seguiti da una decina. Dissero un buongiorno svogliato e presero posto come aveva teorizzato Astrid verso gli ultimi banchi.
Il professore non era stupido ne distratto si accorse che Astrid stava facendo di tutto per isolarsi. Quella ragazza era strana e sfuggente.Di poche parole e da quel che aveva visto lui tendeva ad isolarsi volentieri.Lui sorrise ed escogitò una piccola cosuccia per magari far amicizia tra i suoi studenti.Quell'anno aveva tutti novizi ed non sembravano così disposti a far amicizia tra di loro.
"Ragazzi oggi faremo una lezione speciale. Levate i libri spostate i banchi e mettevi con le sedie a cerchio. Voi dovrete oggi conoscervi meglio.Se fate casino vi faccio fare una bella visitina dalla preside."Rincarò l'ultima frase.
I ragazzi con un lamento fecero come gli era stato chiesto. Appena il cerchio fu fatto i ragazzi si sedettero.Dalla porta poi si sentì bussare. Entrarono dopo il permesso del professore un gruppo di giovani ragazzi che rimasero un attimo fermi sulla soglia.
"Scusate per il ritardo ma siamo arrivati oggi a Los Angeles. Questa è l'aula di letteratura?" Chiese una ragazza nel gruppo. Il professore sorrise e annui. "Prendetevi una sedia e sedetevi nel cerchio." Esclamò il professore. Astrid nel frattempo non aveva neanche alzato gli occhi per vedere chi era entrato. Non gli importava tanto meno voleva fare quell'attività avrebbe solo voluto fare lezione come le persone normali. Sbuffò e noto movimento accanto a lei. I ragazzi nel cerchio erano pochi così c'erano dei buchi dove si collocarono i nuovi arrivati. Ad occhio e croce dai passi che loro facevano toccando con i piedi il pavimento di legno erano in cinque. Due ragazze e tre ragazzi dal passo e dalle voci. Lei alzò un attimo gli occhi vedendo che qualcuno gli si era seduto ai suoi lati.L'avevano accerchiata.I nuovi componenti della classe le erano tutti vicini. Adesso guardò tutti i cinque in faccia senA la paura di incrociare i loro sguardi.
Le due ragazze erano sedute una alla sua destra e una davanti a lei. La ragazza seduta davanti a lei aveva una carnagione scura e gli occhi molto scuri,i capelli neri e lunghi li aveva tinti di bianco e rasta; lei era molto bella e formosa vestita in modo molto sbarazzino e comodo. La seconda che le era seduta affianco invece aveva capelli lunghi e mossi,rosso rame con due occhi grigi e una pelle tutta coperta di lentiggini, bassina al contrario della l'altra che era molto alta.La rossa era vestita con dei pantaloncini,una maglietta e delle scarpe da passeggio comode stava bene ed aveva i vestiti abbinati ma sembrava che fosse stata costretta a metterseli. I tre ragazzi invece erano messi due davanti a lei al fianco della ragazza con i capelli rasta bianchi e l'ultimo alla sua sinistra.
Quello al suo fianco aveva i capelli nero corvino una carnagione abbronzata dal sole estivo ma secondo lei la doveva avere abbastanza chiara. Aveva due occhi grigi che la scrutavano con sospetto e giocosità. Era molto più alto di lei e muscoloso con un tatuaggio che lei riusciva a vedere per il semplice fatto che fosse nel braccio sinistro. Sembrava una specie di polsino di inchiostro nero con motivi nei brodi è segni come tribali nel resto del polsino. I due davanti a lei erano più discreti anche se lei li sentiva. Uno aveva due occhi color ambra e capelli castani il viso lentigginoso sembrava irrequieto si muoveva continuamente sulla sedia,era mediamente alto con un visino simpatico e bello. Il terzo ragazzo era molto più alto e massiccio degli altri con due occhi verdi e capelli scuri,una pelle chiara e abbronzata; stava vicino al ragazzino lentigginoso e gli passava una mano sulla gamba per calmarlo.Il ragazzino si accoccolava alla ricerca di sue attenzioni. Tutti e cinque la guardarono per un po' mentre lei li ispezionava.
Astrid era affascinata da quello scambio di effusioni amorose ma distolse immediatamente lo sguardo.
"Per i ritardatari oggi avremmo fatto una lezione per conoscerci meglio. Un po' più particolare.Ognuno di voi a turno dirà il proprio nome e un difetto è un pregio di voi.Nel secondo giro invece parlerete del perché avete scelto questa scuola e poi si vedrà." Esclamò il prof con entusiasmo i ragazzi fecero un lamento ma si adeguarono.
Astrid cominciò a farsi dei calcoli mentali. Loro erano in 16 ogni persona ci avrebbe messo 10 minuti per presentarsi ma loro avevano due ore. Astrid sospirò si rese conto di  non poter saltare questa orribile attività.
Astrid non ascoltò niente. Neanche una singola parola.Poi sentì il silenzio.
Tutti la guardavano.
"Che c'è?"Chiese al ragazzo dai capelli corvini.Lui le sorrise. "È il tuo turno."
Lei guardò i ragazzi e il professore in attesa.
"Mi chiamo Astrid e vengo dall'Inghilterra.Sono venuta pochi giorni fa qui in America." Finì sintetica mentre tutti l'ascoltavano.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 04, 2023 ⏰

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