Izuku amava l'arte.
Il piacere che provava nel dipingere e creare sculture era immenso.
Da piccolo gli avevano sempre rinfacciato tutto: che non avrebbe mai combinato nulla, che non sarebbe mai stato visto da qualcuno, che sarebbe stato inutile alla società. Il tutto a causa solo del suo genere, omega.
Abbandonato da tutti, famiglia compresa, si era fatto carico della sua vita e si era posto un obiettivo.
Sin da bambino, infatti, aveva scoperto il mondo dell'arte: amava passare le ore a dipingere o a creare piccoli modellini in ceramica...
Ma la cosa, o meglio, la persona che lo aveva affascinato era stata sua nonna materna, Ryoko. Da lei aveva imparato ogni sfumatura del mondo artistico, anche le cose più piccole ed insignificanti lei le trasformava in pura arte.
Passava a casa di sua nonna la maggior parte del tempo, a volte trascurando anche i suoi amici e lo studio, e sua madre Inko, l'unica rimasta al suo fianco a parte Ryoko, quando tornava a casa si lamentava comunque delle sue perdite di tempo.
Pensava che quella passione non lo avrebbe mai portato da nessuna parte e che per fare certe cose ci volessero enormi sacrifici, tempo e passione. Ma prima di tutto questo, secondo il suo parere, dovevi avere una bravura innata, non nel dipingere o creare, ma nel trasmettere le emozioni in quello che si creava.
Dovevi essere capace di mettere tutto te stesso anche nelle piccole cose, in modo che quando le persone le avrebbero guardate, sarebbero dovute rimanerne scioccate ed estasiate.
Ma nonostante le parole di sua madre il verdino ne era stato sempre più convinto: avrebbe creato fino a non sentire più le mani e le persone lo avrebbero riconosciuto per il suo talento.
Lui non voleva plasmare l'arte ma essere l'arte in sé.Izuku posò lo scalpello e si asciugò la fronte imperlata di sudore, si alzò dallo sgabello in legno e spossato si diresse in bagno, si lavò le mani e successivamente il volto sudato.
Sospirò.
Lle gambe tremavano e le mani dolevano, si sentiva vuoto come se tutto quello che stava facendo non fosse abbastanza.
Per essere ammesso all'Academia d'arte avrebbe dovuto fare due esami: il primo consisteva nel portare da casa una propria scultura e la seconda, scelta dai professori, si sarebbe tenuta all'interno dell'edificio scolastico in presenza di tutti i professori e del preside stesso.
Si riscosse dai suoi pensieri e ritornò al lavoro.
Non sarebbe stato facile essere ammessi, ma lo desiderava con tutto sé stesso e ce l'avrebbe messa tutta. Aveva speso tempo e fatica per arrivare a quel punto e non avrebbe mai e poi mai mollato.Era agitato.
Nell'aula magna dell'accademia vi erano un sacco di studenti con le loro sculture mentre il "giudice" passava lentamente controllandole un'una ad una.
In quel momento sentiva l'agitazione crescere dentro di sé, un po' per l'ansia dell'esame e un po' perchè ritrovarsi tutte quelle opere d'arte davanti lo aveva messo in soggezione.
E se non fossi abbastanza bravo? La mia scultura in confronto a molte altre non è niente di speciale
Non riusciva a scrollarsi quel pensiero di dosso che pian piano iniziò a ripetersi nella sua testa come un mantra diabolico.
Ma poi i suoi pensieri vennero catturati da delle voci vicino al suo operato.
Gli occhi erano puntati su di lui mentre alcuni sparlavano tra loro ridendo sotto i baffi e indicandolo di nascosto.
E' un omega, avrà sicuramente barato, è troppo bella per essere fatta da uno del genere
Guardalo, è un omega, dal suo odore si può capire perfettamente quanto in realtà sia un poveraccio senza speranze
Izuku chiuse gli occhi mentre il giudice osservava la sua scultura, gli occhi gli pizzicavano ma non avrebbe mai ceduto, aveva sopportato di peggio nella sua breve vita.La prima prova si concluse abbastanza in fretta e poco dopo ebbe inizio la seconda.
Il professore fece distribuire delle tele con delle matite e vari colori e dopo che tutti presero posto si schiarì la voce.
"Avete 15 minuti per disegnare una natura morta" Tutti gli studenti rimasero a bocca aperta e un mormorio di disapprovazione si espanse nella stanza, ma vennero zittiti dal docente che li fulminò con lo sguardo.
"La prova è ufficialmente iniziata, buon lavoro"Izuku era abituato a disegnare soggetti del genere, aveva fatto mille prove nella sua stanzetta ma si prese comunque il suo tempo e delicatamente iniziò a dipingere quello che aveva di fronte a sé.
Il giudice si fermò al suo fianco e quando Izuku si girò per guardarlo notò nella sua espressione un velo di incredulità.
Il verdino si morse l'interno guancia e con tutta calma riprese a dipingere.
Si incantò e come stregato venne assorto dal suo dipinto e dalla matita che si muoveva quasi con sinuosità sulla tela da disegno.
Sorrise quando il professore annunciò la fine del tempo a disposizione e guardò il suo lavoro soddisfatto.
Si guardò le mani tremanti e riportò lo sguardo sul giudice che iniziò a esaminare i lavori.
C'era chi aveva completato il disegno egregiamente, chi invece non era riuscito a gestire il tempo dato e poi c'erano quelli come Izuku che avevano dedicato quei 15 minuti solo ed esclusivamente al loro disegno non pensando a nient'altro se non al compito che era stato assegnato.Izuku aveva passato molte notti in bianco prima di scoprire il risultato dei suoi esami.
Il giorno seguente aprì la busta spedita dall'accademia con le mani che sudavano, chiudendo un attimo gli occhi e respirò lentamente.
Doveva tenersi pronto per qualsiasi evenienza.
Riaprì gli occhi e quasi urlò quando lesse il contenuto di essa: era stato ammesso con successo e avrebbe potuto finalmente iniziare gli studi nell'Accademia delle belle arti di Tokyo. Saltellò per tutta la casa e finalmente poté stendersi e riposare in pace, in quei giorni d'attesa non era riuscito a prendere sonno decentemente, un po' per l'ansia di non essere ammesso e un po' per quello che avevano detto su di lui il giorno dell'esame.
Izuku sapeva che gli omega non erano visti di buon occhio dalla maggior parte delle persone, eppure, faceva dannatamente male. Pensava che con il tempo le cicatrici si sarebbero rimarginate, ma continuavano a riaprirsi e a sanguinare più di prima e lui... lui non poteva farci assolutamente nulla. Si portò il braccio sugli occhi mentre una lacrima solcò la sua guancia leggermente arrossata e poco dopo, esausto dai giorni precedenti, si addormentò.Lo sapeva che non sarebbe stato facile, glielo avevano sempre detto e lui si era ripromesso di non pensarci troppo e andare dritto per la sua strada.
Ma lui era da solo, e tutti sanno che a volte il dolore fa meno male se condiviso con qualcuno.
Buonasera ragazzi!
Eccomi qui dopo nemmeno due giorni con una nuova fanfiction sulla bakudeku.
Purtroppo sarà molto fluff e "piena" di angst, diciamo.
Ma prometto che anche questa volta avranno il loro lieto fine!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Cosa pensate di Deku? secondo voi perché si sente così? fatemelo sapere nei commenti!!
Un bacione
e al prossimo capitolo
Noemi S.
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Karada no geijutsu - il piacere dell'arte
FanfictionIzuku ama l'arte e desidera con tutto se stesso fare carriera nel mondo artistico. Ma la sua vita in serbo ha molte difficoltà. Izuku riuscirà a trovare la felicità?