02. Yuuki

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Era difficile.
E faceva dannatamente male...
Poi riaprivi gli occhi e scoprivi che non era solo un sogno.

Le goccioline imperlavano la sua fronte, gli occhi stracolmi di lacrime e il cuore che quasi ti usciva dal petto e poi, e poi c'era la rabbia, un mostro che affondava i suoi denti nella tua pelle fino ad arrivare alle viscere e a farti sanguinare.
Izuku la conosceva bene quella sensazione di dolore che metteva le radici così in profondità da farti urlare dalla disperazione.

"Mamma! Prendi la palla!"
La vita, per lui un tempo non aveva avuto più senso, ma stava meglio quando dipingeva e quando il pennello scorreva delicatamente sulla tela immacolata.

Tutto si fermava e c'era solo lui e l'arte che pian piano era diventato un motivo in più per andare avanti e per vivere, ma in realtà l'unico motivo era suo figlio.
I suoi occhi si illuminavano così tanto quando dipingeva o creava sculture e Izuku era così felice, il suo piccolo era la sua unica ragione per non mollare mai, eppure, era difficile e faceva dannatamente male.

"Mamma! Guarda cosa ho disegnato oggi a scuola? Mamma? Perché piangi?"
Izuku si asciugò le lacrime velocemente e poi sorrise al suo cucciolo che lo guardava dal basso in procinto di piangere. Lo prese in braccio e il bimbo lo guardò con i suoi occhioni grandi e verdi e Izuku in risposta fece un sorrisone a trentadue denti.

"Amore non piangere, vedi? La mamma sta sorridendo!" Il bimbo in risposta mise un tenero broncio e incrociò le piccole braccia, poi rimase in silenzio e dopo poco puntò il dito sul petto del verdino con un'espressione contraria.

"N-Non è vero, la maestra ci ha detto che quando gli occhi sono rossi e bagnati vuol dire che si è tristi, quindi tu sei t-triste, e io non voglio!" Izuku sorrise e poi delicatamente gli mise una mano tra i capelli carezzandoli lentamente e con amore.

"E invece ti sbagli! a volte le persone piangono anche quando sono felici e poi lo sai che piangere aiuta il nostro corpo a stare meglio?" Il bimbo mise la bocca a forma di "o" e il verdino per poco non scoppiò in una grossa risata, lui era la sua ragione di vita era stato l'unico motivo per cui non si era abbandonato a sé stesso. Puntò di nuovo lo sguardo sul suo bambino senza mai smettere di accarezzargli la testolina biondo cenere e dopo attimi di silenzio in cui il piccolo pensava a sé crederci o meno parlò.

"Davvero? Non è che mi prendi in giro?"

"Perché dovrei? Lo sai che non mentirei mai al mio cucciolo preferito!" Il bimbo fece un sorriso enorme ma poi ritornò con un piccolo broncio sul viso.

"Ma io non voglio piangere! Sono un omega e non voglio essere scambiato per un debole! Quindi io imparerò a proteggerti da chiunque così non piangerai mai più" Izuku scosse il capo rassegnato e poi puntò il dito sulla tela dipinta in nero e arancione.

"vedi questo?" Il bimbo puntò lo sguardo sulla tela e la fissò così tanto che dopo poco iniziarono a bruciargli gli occhi.

"Perché c'è un cuore colorato metà nero e metà arancione?" Izuku pensò alle parole più semplici da usare per un bambino di 4 anni e dopo poco fece per parlare ma la voce del minore lo sovrastò.

"Mamma ma non è un bel disegno... mi trasmette tanta... t-tristezza" Il verdino sussultò e il suo sguardo si fece pieno di tristezza quando una piccola lacrima solcò la guancia del bimbo.

"No hey, Yuuki, non piangere piccolo mio" In risposta si aggrappò al collo della propria mamma, affondando con la testa nell'incavo del suo collo e singhiozzando rumorosamente.

"Yuuki, avevi detto che non avresti pianto, non fare così, fai piangere anche me poi" I singhiozzi cessarono e di scatto si spostò guardando Izuku con un cipiglio sul volto.

"No! Non d-devi piangere" Izuku sorrise e con le mani afferrò la guanciotte di Yuuki, poi vi depositò su entrambe un piccolo bacio e infine ne lasciò un altro sul nasino arrossato, il biondo rise e i suoi feromoni si fecero di nuovo dolci.
Yuuki profumava di primavera, il suo profumo era dolce come quello del verdino, anche se a tratti aveva un odore intenso e quasi amaro ma nonostante ciò per Izuku era paradisiaco, amava abbracciare il suo bambino e affondare il naso nei suoi capelli biondi e morbidi.

"Yuuki, fai il bravo ok? Tra poco arriva la nonna Inko va bene?" Yuuki lo guardò felice e iniziò a saltellare ovunque, quella donna lo viziava così tanto che il piccolo aveva iniziato ad avere un amore smisurato per la nonna Inko.

"Sei felice solo perché ti vizia in tutto" Yuuki fece un faccino offeso e gli diede le spalle per poi correre via quando sentì il campanello suonare. Non appena aprì la porta il biondino urlò dalla felicità e poco dopo sbucò dal corridoio Inko con in braccio il piccolo che aveva iniziato a parlare senza fermarsi mai. Izuku fece un piccolo sorriso Yuuki somigliava molto, caratterialmente, al verdino.

"Ciao Izu, ho fatto tardi?" Mydoria scosse la testa e fece qualche passo in avanti per poi abbracciare Inko e sospirò, la donna capì quasi subito il motivo del quale i suoi occhi erano più spenti del solito e con la mano libera fece delle carezze sulla schiena del figlio che si strinse ancora di più nell'abbraccio.

"Sono così... stanco, non ce la faccio più mamma" Inko rabbrividì, raramente la chiamava "mamma" e i suoi occhi si fecero lucidi, fece scendere Yuuki e con una scusa lo mandò in camera a prendere lo zaino. Non appena il bimbo fu lontano abbracciò Izuku cercando di dargli conforto.
Il verdino singhiozzò e a Inko si spezzò il cuore, suo figlio non meritava tutto quello né quello che aveva passato anni prima.

"Va tutto bene figlio mio, lo so che è dura ma resisti... per Yuuki e per te stesso.
E poi lo sai che per qualsiasi cosa puoi contare su di me" Izuku annuisce debolmente e poi si stacca dall'abbraccio per asciugarsi le lacrime.
Dopo poco dal corridoio compare il piccolo omega con in spalla il suo zainetto verde pastello e il suo grembiule celeste.

"Mamma sono pronto!" Yuuki abbraccia il verdino e poi si dirige verso il tavolo insieme alla nonna che gli prepara la colazione.

"Vuoi i pancake Yuu?" Il bimbo scuote la testa energicamente per poi leccarsi il labbro superiore e sbattere le manine energicamente.

"Ho capito, allora preparerò tanti pancake per il piccolo Yuu!" Izuku sorride a quella scena dolce, poi si avvicina alla donna intenta a preparare l'impasto e le posa una mano sulla schiena.

"Comunque sono stato preso all'Academia delle belle arti" Inko sussultò e poi si girò verso il verdino guardandolo sorridente, poi batté le mani entusiasta e si voltò verso Yuuki.

"Yuu, oggi a pranzo vi porto fuori, si festeggia!" Il piccolo esultò assieme alla nonna battendo le manine e dondolando i piedini.
Poco dopo Inko andò via portando con sé Yuuki per portarlo all'asilo. Izuku rimase da solo e dopo essersi preparato si diresse al lavoro portandosi dietro l'angoscia di non essere e di fare abbastanza. Per il verdino tutto quello era dannatamente faticoso e c'erano cose più grandi di lui che gi facevano sempre più paura, ma non aveva nessuno e doveva affrontare tutto da solo. Non gli importava se si ritrovava sempre più distrutto e senza la forza di continuare, lui si rimetteva sempre in piedi per continuare a vivere.

Ma la strada si faceva sempre più lunga
e lui più andava avanti e più perdeva pezzi di sé stesso.

Perché? Perché le anime non camminano mai da sole nell'oscurità.

Buon giorno!
Eccoci con il secondo capitolo.
Cosa ne pensate di Yuuki? io lo trovo stra dolce!
E secondo voi cosa è successo a Izuku di "brutto" da farlo stare così
male?
Aspetto le vostre risposte nei commenti!
Ps. nello scorso capitolo ho dimenticato di dirvi che la storia non sarà lunghissima, infatti, in totale ha solo 6 capitoli.
Chiedo perdono, lo so che forse alcuni di voi lo volevano più lungo.
Ma mi farò perdonare!!
Promesso!! Un bacio
Noemi S.

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