Non amo particolarmente il cambiamento, non lo cerco ma ne vengo attratta.
E poi, non sapendo come agire, divento imbarazzante e impacciata.
Spesso, ho come l'impressione che alla gente non importa di te se non ti conformi, quando invece, sei esattamente uguale a chiunque sembra interessarsi magicamente a te.
Nel primo caso, vieni etichettata come "quella strana" che non ha niente da dire, in apparenza all'esterno, ma nella mente ha un uragano di pensieri.
Ho sempre taciuto, per paura di farmi vedere come tale, ma lo vedevano, vedevano fossi comunque diversa.
"Hai qualche problema?" mi veniva chiesto e io scuotevo la testa.
Non avevo un attimo di pace, giusto solo per pensare e far capire che non sono la piccola ragazza accomodante, nei miei pensieri rispondevo e non mi facevo intimidire.
Ma non nella realtà.
Sopraffatta dai miei pensieri, mi dirigo verso il mio armadietto e mentre compio il gesto di aprirlo, l'anta sbatte contro qualcuno.
"Mhh" geme dal dolore.Cosa dovrei dire? Mi dispiace per averti dato un colpo in testa? O semplicemente scusarmi e andarmene?
"Tutto bene? Mi dispiace" sorrido perché in realtà la situazione è abbastanza divertente. So che non dovrei ridere anche perché il ragazzo difronte a me massaggia le sue tempie come se l'avessero appena investito.
"Lo fai spesso?" asserisce emettendo nuovi versi di dolore.
è esilarante essere una spettatrice ma caccio indietro la mia risata.
"Fare cosa?" passo le mani stirandomi il vestito.
Il ragazzo alza il mento e mi guarda con aria divertita, come se anche a lui piacesse la situazione creatasi.
"Cercare di fare colpo su qualcuno usando l'armadietto come arma"Inizialmente penso sia serio, e ciò un pò mi spaventa tanto da borbottare altre scuse, giustificandomi col dire che sono goffa e imbranata.
Le guance mi si colorano di pesca, e deglutisco senza sapere cosa effettivamente dire in mia discolpa.
Ma lui mi sorprende."Scherzo" e sorride allegramente, e io non avevo mai visto un ragazzo sorridere in quel modo. Almeno non in mia presenza. Per questo piccolo gesto, il mio cuore sembra risvegliarsi dal lungo letargo.
Si, certo avevo chiaramente capito che stesse scherzando...
"Io sono..." e prima che potesse rivelarmi la grande bellezza del suo nome, viene spinto da altri ragazzi.
Squadra di football.
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"Sai cosa devo fare oggi? Stendere i panni e poi metterli in lavatrice. Questa sera vieni al Festival Bell? C'è una specie di festa. Io non credo di andarci."
Harmony ha dei liscissimi capelli neri come spaghetti, occhi azzurri e il naso alla francese. Quando mi parla un sacco di ragazzi si fermano ad osservarla e ammiccano nei suoi confronti. Lei è solo...se stessa.
"Sai cosa Clem? Ci andiamo." "Oh a me non v-" prima che possa continuare mi zittisce tappandomi la bocca con la sua mano e regalandomi un magnifico occhiolino."Ho già deciso. Ti passo a prendere alle 20. Il trucco me lo fai tu? Sei così brava!"
Ammetto che l'entusiasmo di Harmony mi stava quasi per influenzare. Sarei andata a quella festa ma poi avrei odiato il durante.
Harmony incanta tutti con il suo modo di parlare, d'altro canto io non so neanche quali argomenti trattare in una conversazione.
Ma ci avrei provato.
Un'altra volta.
Una volta arrivata a casa, avrei indossato il pigiama e cercato su Wikipedia di cosa parlare ad una festa per fare amicizia.
Tutto ciò che avevo previsto di fare, alla fine, lo rimandai a dopo perché quella sera scrissi dopo tanto tempo, nel mio diario.
Caro diario,
oggi è stata una giornata molto interessante, non mi capitava da tanto.
Ripenso a quel ragazzo ma sembro già aver dimenticato la sua faccia, colpa della mia memoria ammaccata.
Sbadatamente gli ho sbattuto in faccia l'anta del mio armadietto, insomma incontro perfetto.
Giuro di non averlo fatto apposta ma cavolo perché non riesco a ricordarmi la sua faccia?
Non ricordo neanche più quella dei miei o la loro voce. La vita è ingiusta. Perché non riesco a ricordare?
Ricordo le rassicurazioni di mio padre quando quel camion avanzava verso di noi, ma pensò a me, a rassicurarmi.
Ricordo il volto rigato di lacrime di mia madre. Ma il suo viso non appare mai nitido."Va tutto bene, Clementine. Chiudi gli occhi e non riaprirli finché non te lo diciamo noi".
Non me l'hanno più detto. Ho gli occhi ancora chiusi.
Se solo li avessi aperti, avrei potuto salvarli.
Perché in alto non sono stati clementi con i miei genitori?
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Scrivo nelle stelle
Literatura FemininaClementine Hawkins, 20 anni, ragazza timida e solare, a volte insicura ma estremamente determinata. Unica pecca: A seguito dell'incidente dei suoi genitori, dimentica i volti facilmente. Specialmente il volto di Soren Byrne, giocatore di football...