Parte 2

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Eve guardò di sottecchi il giovane che le sedeva di fronte, finalmente aveva smesso di parlare. Stava sollevando la ciotola del ramen per portarla alla bocca e bere gli ultimi sorsi di brodo giapponese rimasti sul fondo.
Appena la scodella in ceramica bianca decorata con pennellate blu gli coprì gli occhi, un sorrisetto malvagio le increspò le labbra. Era il momento di agire.

Avvicinò furtiva le bacchette al piattino al centro del tavolo, intenzionata a stringerle sulla polpetta ricoperta di salse e fiocchi di bonito che ancora si muovevano come fossero vivi, spinti dal calore sprigionato dalla pietanza.

«Ehi, Eve, giù le bacchette da quel takoyaki! L'ultimo è mio!»

Trasalì, spiazzata dall'inattesa minaccia, ma non batté in ritirata

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Trasalì, spiazzata dall'inattesa minaccia, ma non batté in ritirata. Anzi, la mano scattò ancora più in fretta verso la succulenta palletta, con l'intenzione a mangiarla prima di essere fermata.
A pochi millimetri da essa, però, una coppia di bacchette stritolarono le sue, facendole deviare dall'obiettivo.

«Ehi!» eruppe stizzita.

«"Ehi" dovrei dirlo io!» Daniel la scrutava in cagnesco con ancora la ciotola del ramen stretta nella mano sinistra, «Ti ricordo che i tokoyaki erano quattro e avevamo detto due a testa... e io ne ho mangiato solo uno!»

Le labbra, su cui il rossetto era già in parte sbiadito, si incurvarono in una smorfia, «Dai, Ray, lasciamelo! È buonissimo!» Sbatté le lunghe ciglia con sguardo di supplica, «Ti preeego!»

Lui tentennò solo per un istante, ma ebbe la prontezza di abbassare gli occhi per non cadere vittima della ragazza, puntandoli sul piattino ormai quasi vuoto. Gli parve quasi di sentire sulla lingua il sublime sapore di quel takoyaki e la sua cremosa consistenza.
Non poteva mollare.
Ormai aveva imparato a resistere al potere recitativo di Eve.
Forse.

Ribatté, avendo cura di non guardarla: «Lo so che è buonissimo! Per questo non te lo lascio!»

«Ehi, è il mio compleanno! E poi che fine ha fatto la cavalleria, eh?»

«Quale cavalleria? Non sei tu quella che crede nella parità di genere e nella legge dell'uguaglianza?»

«Certo, ma anche nella legge del più forte. E io sono la più forte!»

Le scoccò un'occhiata canzonatoria, «Seh, non dire stronzate, Ev-»

In un battito di ciglia, l'espressione della ragazza si indurì e i suoi occhi si colmarono di una spaventosa ombra truce.

Il gelo si abbatté su Daniel insieme a quello sguardo. A malapena riuscì a deglutire, trafitto da quella sensazione di disagio che gli immobilizzava i muscoli.
«O-okay... prendi pure il mio... ultimo... takoyaki...» sussurrò con un filo di voce.

Eve sbatté le palpebre e quell'aura malevola abbandonò il suo viso, lasciando spazio a un sorriso fin troppo solare e riconoscente, «Grazie, Ray, gentilissimo!»
Sfilò vittoriosa le bacchette dalla stretta ormai affievolita di quelle del compagno e le serrò sulla polpetta. Prima di sollevarla, però, si prodigò di farla scivolare sul piattino per riuscire a raccogliere tutte le salse avanzate.

Birthday Special - La ragazza dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora