„C'è questa tradizione nel mondo babbano... oh, lascia stare...", "Hermione, no, ti prego continua, sono curioso arrivato a questo punto, secondo me stiamo pensando alla stessa cosa", Harry la scrutava curioso mentre cercava di mascherare, senza successo francamente, il suo entusiasmo. "E va bene, ma non dire poi che sono una bambina o che sparo idiozie", lui fece croce sul cuore per giurarglielo. Forse dopo tutto non era lei la più infantile tra i due. "Pensavo che potremmo fare un Babbo Natale segreto", sorrise forzatamente con imbarazzo. Sapeva benissimo che era un'idea folle e che non aveva nessun senso, soprattutto in un ambiente come quello, ma riprendersi dalla guerra non era stato facile. Qualcosa di frivolo e insensato avrebbe potuto anche solo risollevare gli animi. I suoi occhi azzurri luccicavano ricolmi di felicità. "Un Babbo Natale segreto? Qui al Ministero! Assolutamente sì!", "Sei sicuro che sia una buona idea? Te lo lasceranno fare? Insomma, non è una cosa molto semplice da spiegare...". "Ma andiamo! Sono il capo Auror, non possono dirmi di no!", lei alzò gli occhi al cielo, a volte dimenticava quanto lui fosse influente in quell'ambiente. "Allora quando si incomincia con i preparativi?", saltò in piedi e le diede una pacca sulla spalla. "Non lo so... immagino che ne parlerò con Ginny prima", "Certo, certo, Ginny", ma la sua voce aveva vacillato e Hermione giurava di aver visto le sue guance assumere un colore più vivace. Uscì dall'ufficio consapevole di essersi messa in un pasticcio e anche grosso. Ora come spiegava a tutti quell'idea strampalata? E soprattutto, una volta saputo come avrebbe funzionato il gioco, come l'avrebbero presa? Guardò con sconforto i suoi colleghi andare avanti e indietro nel grande ufficio degli Auror, mentre oggetti alquanto bizzarri volavano per aria come mine vaganti e una donna cercava di non farsi rubare il portafoglio da uno Snaso particolarmente astuto. Scosse la testa, di certo non avrebbe funzionato. L'unica che avrebbe accettato la cosa con lo stesso spirito di Harry sarebbe stata Luna, ma lei non aveva di certo scelto quella strada e ora insegnava divinazione ad Hogwarts. D'altronde non c'era persona più adatta a lei per quella materia. Nulla da togliere alle profezie o alla lettura dei fondi di tazzina, ma si poteva parlare davvero di magia? Per una ragione o per l'altra, lei non ci aveva mai creduto molto. Ricordava ancora adesso le accese discussioni con la Cooman sul tema. A pensarci sembravano secoli fa, eppure era passata solo una decina di anni. Ma comunque lei non aveva mai neanche visto dei Nargilli in tutta la sua esistenza, eppure la sua amica dai capelli incredibilmente biondi sosteneva che ne aveva i capelli pieni.
Uscì nel corridoio principale del Ministero, davanti alla grande statua che era stata recentemente eretta in onore di Silente, e si incamminò verso i camini della metropolvere. Per nessuna ragione avrebbe utilizzato una scopa per coprire una tale distanza e in ogni caso ora le misure di sicurezza ad Hogwarts erano state abbassate; quindi, non avrebbe perso tempo prezioso nei controlli vari che erano soliti fare ai viaggiatori. La strada poi se la ricordava a memoria: due corridoi a destra, uno a sinistra e in men che meno si sarebbe ritrovata all'aperto, davanti al campo di Quidditch, non esattamente il suo posto preferito, ma l'unico posto in cui era sicura avrebbe trovato la più piccola dei Weasley. "Hermione!", urlò per poi scendere in picchiata come un bolide, mentre i capelli rossi fluttuavano come fiamme nel vento. "Giuro che per un momento ho pensato di avere un'allucinazione! Il freddo a volte gioca brutti scherzi sai...", Hermione non potè non pensare a quale follia fosse volteggiare nell'aria gelida di dicembre per catturare uno stupido boccino, ma non disse nulla. "E invece sono io, in carne ed ossa!", Ginny fischiò per chiamare un time out e il resto della squadra la seguì a terra. "L'allenamento per oggi è finito! Ci vediamo domani pomeriggio, stessa ora! Se arrivate in ritardo vi trasformo in rospi! Sì, parlo con te Belgley!", sbraitò con furia puntando un dito contro un quattordicenne che stava ridacchiando. Scosse la testa. "Questi ragazzini sanno davvero essere fastidiosi come le grida di mandragola a volte... non so più come farli rigare dritti", "Inizio in salita per il nuovo lavoro da allenatrice?", "Diciamo di sì, ma anche questo fa parte del gioco", fece spallucce sorridendo. "A proposito... tu non dovresti essere a lavoro in questo momento?", "Il tuo fidanzato mi ha mandato a parlarti", "Non so di chi tu stia parlando", rise nervosa incrociando le braccia. "Harry mi ha mandato a parlarti di una cosa", "Ah, certo certo, Harry...", "Ti avviso, è un'idea stupida e francamente non so nemmeno perché sto perdendo il mio tempo così, ho delle pratiche che devo rivedere e...", "Oh quindi, è un'idea di mio fratello Ron, capito". "E' un'idea mia in verità... qualcosa che chiunque in un team di risorse umane avrebbe fatto insomma, anche solo per provare...", "Non so esattamente cosa siano le risorse umane, ma vai avanti", "Quello che voglio dire è che ho pensato di organizzare un Babbo Natale segreto in ufficio e mi serve la tua approvazione in quanto capo del comitato delle feste". "Aspetta un attimo...", Ginny strinse gli occhi insospettendosi, era certa che avrebbe notato quel dettaglio. "Io non sono il capo del comitato feste", Hermione prese un bel respiro. "Tecnicamente non lo eri, vero. Ma adesso sì, quindi...", "Cosa vuol dire adesso sì? Non è che uno si sveglia la mattina sommerso di pagliette e palloncini e viene messo ad addobbare l'intero Ministero della Magia!", "Sì, beh, ma tua mamma...", "Lo sapevo!", esclamò lei sbuffando. Probabilmente tra poco le sarebbero iniziate a fischiare le orecchie dalla rabbia e a quel punto lei se la sarebbe svignata, gambe in spalla, perché certo, nella sua vita aveva pur affrontato orde di Mangiamorte, ma non voleva mai e poi mai aver a che fare con un esemplare di Ginny Weasley arrabbiato. "Vedi non è come sembra, lei voleva solamente...", "Mettermi a fare qualcosa di più femminile che non includesse il rompermi la schiena su un prato ovale mentre cercavo di disarcionare il cercatore della squadra avversaria?", "Qualcosa del genere suppongo...", "Beh può tenersi il suo fantastico comitato delle feste e ficcarselo nel naso! Inoltre, sono già abbastanza impegnata con tutta questa roba, ci manca solo che mi debba occupare di qualche festone idiota". Qualcuno avrebbe dichiarato a questo punto Missione Fallita, ma quel qualcuno non faceva Granger di cognome. "Il comitato delle feste ha un ufficio tutto suo adesso, sai? Proprio di fianco a quello del capo Auror". Ginny ritornò improvvisamente a prestarle attenzione. "Ah sì?", chiese fingendo di essere piuttosto disinteressata. "Sì, sì, dovessi vedere! Poi sai una volta che si è lì è facile incontrarsi, scambiare due chiacchiere, con gente un po' più matura dei tuoi allievi intendo", Hermione sorrise dolcemente. "Beh, sì, suppongo...", "Ed Harry potrebbe mostrarti come funziona da noi, farti fare un tour, per ambientarti", "Per ambientarmi, ovvio...", rimase un attimo in silenzio, indecisa sul da farsi. Sapeva che sarebbe stata una questione di attimi e il muro del suo orgoglio sarebbe crollato in mille pezzi. Usare Harry per far leva sui suoi sentimenti e convincerla era stata probabilmente una mossa meschina, ma qualcuno tanto tempo fa diceva che "Il fine giustifica i mezzi" e a volte rigirare l'acqua al proprio mulino non può guastare più di tanto. "Un Babbo Natale segreto?", "Un Babbo Natale segreto", rispose Hermione sapendo ormai di averla in pugno. "Cos'è un Babbo Natale segreto esattamente?".
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Secret Santa (Dramione Fanfiction)
FanfictionTutta colpa della magia del Natale... O almeno così cerca di convincersi Hermione quando, in un eccesso di entusiasmo, propone di mettere in scena un Babbo Natale segreto nell'ufficio degli Auror dove lavora insieme ad Harry e Ron. Non tutti però se...