2. La spiegazione

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Non c'è nulla di più imbarazzante di ritrovarsi davanti a tutti i propri colleghi per spiegare un gioco idiota per adolescenti. Ebbene sì, avrebbe dovuto immaginarselo dopotutto, quasi tutti nel mondo magico non hanno idea di cosa sia un Babbo Natale segreto. La prima ragione per questo fatto è che, purtroppo, la quantità di maghi con genitori a loro volta magici è ancora adesso maggiore rispetto a quelli con genitori babbani. La guerra sarà pure terminata, ma certe minoranze purtroppo restano ed è difficile far cambiare idea alla gente in pochi anni. La seconda ragione è che, di nuovo purtroppo, la maggior parte degli impiegati nell'ufficio degli Auror sono, come dire, non esattamente il ritratto della gioventù e questo crea un inevitabile divario generazionale che porta a non conoscere il gioco. Di certo loro erano un'eccezione, poiché avevano ricevuto la promozione grazie al loro eroismo e all'operato svolto per il mondo magico. Quindi sì, di fronte a una cinquantina dei maghi più potenti dell'intero mondo magico, Hermione doveva ora imbastire un discorso, incluso di regole e dettagli per spiegarne i meccanismi. Non era da sola fortunatamente. Ginny sedeva di fianco a lei in quanto aveva reputato come "geniale" la sua proposta dopo aver saputo che avrebbe avuto per almeno un mese una scusa perfetta per stare di più con Harry. "Non abbiamo tutto il giorno 'Mione", Ron la esortò dalla prima fila indicandole l'orologio. Fantastico. Ci mancavano gli ex a fare da cheerleader. Chiuse gli occhi per raccogliere la concentrazione e si decise ad iniziare.

"Signori e signore, come sapete gli ultimi anni sono stati segnati da una grande crisi post-guerra...", il forte chiacchiericcio generale sormontava la sua voce, rendendo qualsiasi parola incomprensibile. "Silenzio!", sbraitò Ginny battendo le mani e all'improvviso tutti iniziarono a prestare attenzione. "Grazie Ginny... come dicevo, questi ultimi anni sono stati segnati da una grande crisi post-guerra e questo, come è comprensibile, ha compromesso le nostre vite", si assestò una ciocca dietro all'orecchio e continuò, "per questo Natale Harry ed io avevamo pensato ad un'iniziativa divertente, che avrebbe permesso di riportare un po' di gioia anche qui in ufficio in onore dello spirito natalizio". Qualcuno annuì in silenzio dalle ultime file. "È così che vorremmo organizzare un Babbo Natale segreto, in cui ognuno di voi pescherà un biglietto con sopra il nome di un vostro collega a cui dovrete fare anonimamente un regalo. Voi non saprete chi vi avrà pescato e gli altri non sapranno da chi riceveranno il dono. Un gesto semplice, di amore per donare un sorriso a chi vi sta accanto nelle ore lavorative. Ovviamente alla fine di questa iniziativa potrete rivelarvi o... mantenere il segreto di Babbo Natale!". I visi dei presenti si animarono con sorrisi e commenti di stupore. "Io mi occuperò della creazione di questi bigliettini e ci rivedremo qui domani così che ognuno di voi possa estrarne uno!", esclamò Ginny supportandola. "Miseriaccia Hermione, non dirmi che dovrò spendere galeoni per Harry se mi capita lui!", Ron scuoteva la testa sconvolto e improvvisamente lei si ricordò perché si erano lasciati. "Illuminami, come avresti fatto già a sconfiggere il signore oscuro con quel mezzo neurone che ti ritrovi", commentò scocciata Ginny. La stanza scoppiò a ridere a crepa pelle, mentre Ron chiedeva più a sé stesso che hai presenti "Che c'è? Cosa ho fatto?" confuso. Harry gli scompigliò i capelli con una mano.

"Interrompo qualcosa? Non sapevo fosse giorno di ferie oggi", la porta si spalancò, accompagnata da una figura lunga e slanciata completamente vestita di nero. Scrutò con uno sguardo gelido i cartelloni con su scritto a grandi lettere dorate Secret Santa e arricciò il naso schifato. "Cos'è sta stronzata?". Una delle gemelle Patil si girò scandalizzata. "Malfoy! Sai sempre come aggiungere una nota personale alle feste", lui fece un piccolo inchino per deriderla. "Il piacere è mio", perse leggermente l'equilibrio mentre parlava per poi assestarsi spostando il peso sulla gamba destra. Aveva di nuovo bevuto. "Lo porto fuori", Harry fece per lanciarsi addosso al nuovo arrivato. "No, aspetta", Hermione lo bloccò trattenendolo per un braccio. "Tutti hanno il diritto di essere resi partecipi", "Lui non vuole partecipare! Vuole solo rovinare tutto come al solito!". "Per una volta non posso che essere d'accordo con Potter: io non voglio partecipare a questa assurdità, qualunque cosa essa sia", gesticolò al vento indicando le decorazioni natalizie appese sopra le loro teste. "Tutti partecipano", esclamò risoluta Hermione. "Esatto, non ci sono esclusioni", affermarono le gemelle Patil all'unisono. "Quello che sta facendo Hermione non è da deridere o denigrare. Lei ha ragione. Tutti noi stiamo soffrendo e questo è un modo come un altro per rincominciare... e tu dovresti saperlo bene". "Rincominciare, ma certo", Draco si limitò ad una smorfia. "Se pensate che sia finita o siete dei completi idioti o preferite ignorare la realtà", Harry ora era livido per la rabbia, non sarebbe rimasto ad ascoltare ancora quei discorsi. "Ora basta, esci Malfoy, hai già fatto abbastanza danni". Draco estrasse qualcosa dalla tasca del suo mantello e con un gesto della bacchetta la fece lievitare davanti al volto di Harry. "Paciock ti manda i suoi saluti", disse freddo senza dare spiegazioni, poi uscì dalla stanza chiudendo la porta con un botto. "Che cos'è?", chiese Hermione osservando la lettera con un sigillo in ceralacca rotto nelle sue mani. "Non lo so, ma se arriva da Malfoy non significa nulla di buono".

La calligrafia era un po' storta, a volte confusionaria, con fin troppe cancellature e sbavature nei margini della pagina. Una cosa però era certa, avrebbe riconosciuto lo stile di Neville lontano chilometri. Malfoy non aveva mentito: quella lettera era stata scritta davvero dal suo vecchio compagno Grifondoro. A dire la verità, non lo sentiva da un po'. L'ultima volta era forse stata al suo compleanno, avevano scherzando insieme su come per una volta non sarebbe coinciso con il loro ritorno a scuola o con catastrofi imminenti, poi la vita con i suoi mille impegni si era messa di mezzo e loro avevano finito per perdere i contatti. Ginny gli aveva raccontato più volte di come lui fosse un eccellente professore di Erbologia, a dimostrazione che non bisogna per forza essere i primi della scuola per avere successo nel futuro. Certo, immaginarlo dietro ad una cattedra o barricato in una serra gli faceva un certo senso. Rilesse più volte con attenzione il contenuto e sospirò. Hogwarts stava cambiando e non era più certo di saper riconoscere le dinamiche interne che si stavano andando lentamente a formare. I nuovi studenti non erano altro che i figli di coloro che avevano combattuto in prima linea per sconfiggere Voldemort, molti di loro avevano perso la vita in battaglia per un ideale che un orfano probabilmente non riusciva a comprendere. Si sentì improvvisamente vicino a quel dolore. Qualcuno bussò alla porta, due tocchi leggeri sull'uscio. "Avanti", disse lui distratto. I suoi occhi si illuminarono quando Ginny entrò nel suo campo visivo. "Ginny! Non sapevo saresti passata! Come va con i preparativi?", "Meglio di quanto mi aspettassi", rispose lei illuminando la stanza con un sorriso, "tutti sembrano entusiasti all'idea di andare in giro per Diagon Alley a fare shopping per il loro collega misterioso e si fanno già ipotesi su chi toccherà a chi!", "Molto bene", commentò lui, felice di vederla coinvolta nel progetto. "Per quello che è successo prima con Malfoy...", Harry fece un gesto con la mano per sdrammatizzare. "Oh, non è niente. Sta passando un momento difficile ed è... Malfoy, lo sai. Mi preoccuperei quasi se da un giorno all'altro iniziasse a comportarsi diversamente", "Capisco, ma a volte supera davvero i limiti. C'è mancato poco che non gli lanciassi uno schiantesimo per farlo stare zitto". Harry rise. "No, è giusto invece farlo parlare e lasciargli i suoi spazi, ha ragione Hermione. È solo grazie a lei se ho ancora la pazienza di sopportarlo in ufficio, ma così vuole il tribunale e neanche il grande Harry Potter può farci qualcosa", le fece segno di sedersi sulle sue ginocchia e lei si avvicinò assecondandolo. "A volte dimentico di essermi fidanzata con una celebrità", scherzò con fare ironico. "E' questo il messaggio da Neville?", Harry annuì. "Buone notizie?", chiese curiosa. "Notizie", si limitò a rispondere lui. "Sicuro che vada tutto bene?", Harry le sorrise rassicurandola. "Non c'è nulla di cui preoccuparsi", ma i suoi occhi azzurri si erano velati di grigio, come un cielo pronto per la tempesta.

Secret Santa (Dramione Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora