III

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Al banchetto ci fu molto trambusto, ma dopo tutto si trattava di umani: un quantitativo eccessivo di birra, uomini ubriachi che schiamazzavano inni di guerra con risate di racconti che io avrei trovato barbarici, rumori di bicchieri che sbattevano sui tavoli a forza e tra di loro, senza contare quelli lanciati, cibo sprecato in quantità e senza il minimo rispetto per l'animale che lo aveva donato con la vita, disordine, senza contare il moltissimo disordine creato in un attimo insieme alla sporcizia. le urla e versi di incitamento simili a quelli di gorilla inferociti poi chiudeva tutto in orrido per le mie orecchie, troppo sensibili per rumori simili. Era tutto completamente diverso da una serata nel mio reame, ma di questo non dovevo stupirmi, gli esseri umani sembrano essere fatti per il disordine e le barbarie. Il Re solo era rimasto ugualmente composto, almeno per la maggior parte del tempo, durante i festeggiamenti, per quanto fosse molto propenso a festeggiare non si lasciava trascinale in azioni tanto becere come gli altri, in preda a quelle barbarie da sotto borgo. e questa fu una cosa che gradì molto, era l'unico rimasto composto lì, e guardandolo qualcosa lo rendeva.. intrigante.. suppongo, ai miei occhi, per quanto ci fossero molti uomini di smisurate bellezze al mio reame, lui aveva dei lineamenti diversi, più complessi, tanto da lasciarmi fermare a guardare ogni singolo dettaglio del suo viso: dagli occhi ambrati che sembravano avere il sole racchiuso al loro interno, contornati poi da delle ciglia scure e lunge, a degli zigomi pronunciati, seguiti da dei lineamenti molto duri e maschili, anche se con delle labbra morbide, addirittura carnose, cosa inusuale per un uomo, e avere una leggera barba, senza i baffi, e a quanto avevo visto la teneva così, un po' lunga ma mai da superare un centimetro di lunghezza, di fatti così corta, non era fastidiosa da guardare, anche se era un po' incolta e disordinata. Ma purtroppo essendo lui umano, è troppo distante da ogni mio interesse... e così mi convinsi con questo quando a fine serata mi allontanai verso le mie stanze, o per lo più quella che mi era stata designata.
Quello era un luogo completamente estraneo a me, dai colori quasi spenti della pietra e del legno grezzo poco lavorato, e sembrava che quel castello fosse costruito solo con quei due materiali visto ciò che avevo visitato, ed era del tutto diverso rispetto ai toni vividi e puri del mio reame, di cui i castelli sono arredati con tanti dettagli e colori, e di certo con molta più vegetazione. Sospirando pesantemente mi resi conto che sarà meglio un ritorno rapido per la mia cada, o qualcuno pretenderà la mia testa su un vassoio d'oro.

Entrai rapidamente in quella che doveva essere la mia stanza, ammettendo a me stessa la stanchezza e l'essere dolorante da tutte quelle ore in piedi,  dopo tutto la mia schiena sembrava non essere fatta per stare in tensione e rigida tutto quel tempo, così puntai il letto a baldacchino come un miraggio in quel istante, con le sue lussuose lenzuola rosse di seta che luccicavano dalla luce delle candele, ma non potetti non notare sopra di esse la pelliccia grigio scuro che ricopriva parte del letto, e mi impegnai per cercare di non pensare al animale che hanno dovuto brutalmente scuoiare per quella pelliccia. Così mi sedetti su quel letto e affondai dolcemente, coccolata dai morbidi e caldi tessuti che sembravano avvolgermi come in un abbraccio, e così, incapace di muovermi, mi fermai a osservare attentamente le rifinite pitture sul soffitto in modo affascinato, gli artisti umani erano una delle poche cose che mi avevano sempre affascinata, questo lo devo ammettere, la loro bravura essere senz'altro senza pari, e se ci fosse un connubio tra gli artisti del mio mondo e quelli umani, sono sicura che uscirebbero bellezze artistiche inimmaginabili. Ma non ebbi il tempo di concedere alle mie palpebre di chiudersi con quei pensieri, poiché un fastidioso e insistente "toc toc" risuonò dalla porta, e maledì silenziosamente chiunque fosse in quel momento. Così mi alzai lentamente e controvoglia abbandonando quello che sembrava un morbido paradiso di coperte e cuscini, aprendo la porta con un sorriso forzato, che però svani per lo stupore di vedere il volto di quel uomo che trovavo così interessante, aspettare oltre la soglia della porta
«perdonami se.. sono venuto qui a disturbarti» disse caldamente e con voce roca, sembrava meno formale di prima, più.. disinvolto? disinibito forse, e probabilmente sarà per la birra «non ti preoccupare, è successo qualcosa?» mi affrettai a dire, dopo tutto perché mai dovrebbe essere lì «oh no, no, nulla, volevo solo sapere..» fece una lieve pausa come se stesse pensato in quel momento a che ragione trovare, e forse era così «come ti fossi trovata, o se il caciaro degli uomini prima di avesse infastidita» finì poi cercando di ricomporsi un minimo, e una parte di me situata molto in profondità apprezzò quella premura «mhm.. no, non particolarmente, era solo.. nuovo» mentì spudoratamente poiché mi aveva molto disturbata il frastuono «nuovo?» domandò perplesso «si, non avevo mai visto un banchetto umano» chiarì «allora credo di non aver fatto un ottima impressione» accenno un lieve sorriso pentito portandosi la mano dietro il collo e senza che me ne accorgessi lo feci anch'io «non importa» ci fu un attimo di silenzio in cui cambiai posizione cercandone una comoda, finendo per appoggiarmi lievemente allo stipite della porta e lui mi guardò più intensamente, sentendomi quasi la pelle bruciare sotto i suoi occhi ambrati e rimpiangendo di aver mostrato quel piccolo fastidio che la mia schiena mi creava «ti fa male qualcosa?» chiese spudoratamente e io mi sentí in imbarazzo essendo la prima volta che qualcuno me lo chiedeva così direttamente «mh?- oh, no, no, sono solo leggermente stanca» sorrisi, fingendo spudoratamente e lui sembrò capirlo in modo fin troppo chiaro mantenendo quello sguardo su di me, era il primo che riusciva a mettermi in soggezione a tal modo «allora se posso permettermi mia signora» mi poggio una mano sul avambraccio per poi passarla dietro la schiena scortandomi dolcemente verso il letto mantenendo quel calore contro la mia pelle per poi farmi sedere dolcemente «non voglio affaticarvi oltre» finì stando in ginocchio davanti a me, senza però interrompere quel dolce tocco che era passato di nuovo al braccio per poi finire sulla coscia, vicino al ginocchio, con quel tocco ormai diventato una candida carezza, senza neppure una traccia lasciva, ma bastò per inondarmi di scariche piacevoli lungo tutto il mio corpo, facendomi stringere le gambe e mettendomi davanti a un dubbio in cui sperai in uno scherzo della grande grande madre, poteva mai essere? ma in tutti quei miei pensieri finì per essere forse troppo disinvolta e rilassata davanti a quel essere per me del tutto nuovo e sconosciuto. «stai meglio?» chiese caldamente togliendo la mano dalla mia gamba con una lamentela silenziosa, proveniente dal profondo del mio corpo, e annui quasi di fretta imbarazzata da quella situazione. lo vidi prendere un respiro profondo, come a dover pensare, decidendo poi di alzarsi sistemandosi la camicia «suppongo di dovervi lasciar riposare adesso» si affrettò a dire pronto verso la porta, ma prima che la mia bocca potesse proferir parola, e la mia mente pensare a qualcosa di concreto, dentro di me qualcosa si era già mosso, prendendo la sua mano prima che potesse allontanarsi di anche di un solo passo, conquistandomi quindi il suo stupore di vedermi compiere un gesto così azzardato, quando non mi ero lasciata nemmeno un respiro di troppo in tutto quel tempo, e lo stupore che ebbi anch'io di me stessa, rendendomi appena conto di ciò che avevo fatto. «restate ancora un po' vi prego» dissi vergognosamente, come se avessi appena esordito con una proposta indecente, ma lui mi guardò con un dolce e leggero sorriso sedendosi con calma vicino a me in modo felpato «tutto il tempo che desiderate, mia maestà» disse in fine con fare morbido mentre si appoggiava con la schiena alla fine del letto rilassando anche lui a pena i muscoli e avendo un aria più rilassata da renderlo solo che più bello ai miei occhi «voi mi fate uno strano effetto..» confessai guardando tutto ciò non fosse lui e gli sentì sfuggire una lieve risata «posso dire anch'io lo stesso di voi» quella singola frase provocò un mio sorriso interno, ma sapevo per certo che ciò a cui si riferiva era molto diverso da ciò che aveva provocato in me «voi mi siete inspiegabile a parole, quasi indecifrabile e questo vi rende unica, dopo tutto non avevo mai incontrato una donna come voi prima d'ora» sorrisi apertamente sta volta e sentì il suo sguardo su di me come fosse fuoco «maestà così potrei pensare che abbiate un secondo fine con me» affrettai a dire sarcastica colta da quel imbarazzo che non avevo mai provato «in effetti, io vi bramo, Mune» disse con voce profonda, di gola, avvicinandosi a me per poi poggiarmi una mano sul lato del mio collo sotto i miei occhi increduli a quella dichiarazione e a un brivido per quel tocco così vicino a una mia zona così sensibile «vi brano ardentemente» finì per poi poggiare le sue calde labbra sulle mie, con dolcezza ma al tempo stesso ardente passione e desiderio, lasciandomi sentire tutta la sua passione e desiderio di avermi provocandomi un gemito ansimato per la scarica di piacere che mi aveva provato con un gesto così intimo e privato, e io non lo respinsi, non ci provai nemmeno, anzi desideravo di più. Ma a rompere quel momento, prima che potessi fare qualsiasi cosa, fu il sentire di nuovo bussare insistentemente alla porta da un maggiordomo «maestà?! mio signore siete qui??!» disse l'uomo preoccupato, procurando un ringhio seccato e irritato da parte di Vlady, ancora sopra di me, ancora sulle mie labbra per quel attimo che mi sembrò eterno prima di staccarsi e alzarsi finendo ogni contatto col mio corpo,  provocando in me come una secchiata d'acqua gelida di frustrazione e agonia. «cosa succede.» disse l'uomo quasi come un ringhio rabbioso per essere stato appena interrotto in un momento così intimo «mi-mi dispiace averla disturbata ma sono arrivati qui dei consoli dal segno vicino e richiedono impellentemente di voi mio signore» si affrettò l'uomo impaurito oltre la soglia della porta, e vlady sbuffo passandosi una mano tra i capelli «ditegli che arriverò tra p-» «andate» lo interruppi, per quanto avrei voluto che quel momento non si fermasse, comprendevo la gravità di un imprevisto simile, e bastò uno sguardo, un singolo sguardo per capire tutto ciò che c'era da dure, come se non fossi più davanti a un umano, ma a un elfo, proprio come me, con cui parlare non era necessario, forse per un effetto del bacio, o forse perché così la grande madre aveva deciso così, ma bastò uno sguardo, e sembrò se ci fossimo parlati. Così mi guardò negli occhi, e dopo che annui uscì da quella stanza di fretta, lasciandola vuota, lasciando me, vuota.. e ormai priva di calore, in agonia, frustrata, ma più che altro, sola.

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Alla mia partenza, il giorno dopo, l'unico momento in potetti vedere quel volto che ormai aveva lasciato il segno nelle mie memorie, fu da lontano, da una finestra che affacciava in quello che probabilmente era il suo studio, in cui stava parlando animatamente con degli uomini. non ci fu il tempo per un saluto,  e non ci fu nemmeno un attimo per tutto ciò che poteva nascere da quella sera, non c'era stato posto per nient'altro oltre quel piccolo momento, troppo intimo per essere raccontato, troppo intenso per essere dimenticato, ma tutte le nostre emozioni e tutti i nostri pensieri, si fusero insieme in quel singolo momento, come alla fine era stato in ogni nostro tocco, mi sembrò stupido non esserci arrivata subito, e poi, mi diedi della folle per aver pensato che fosse possibile, che potesse essere reale, o forse, era più facile darmi della folle che pensare di avere un umano, come legame.

~2009~

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 02, 2023 ⏰

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