Dreamer.

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''Una grande spiaggia, il mare grigio di settembre, una luce fioca a rappresentare la luna... E una ragazza avvolta nel suo maglioncino grigio, la chioma rossa agitata dal vento e gli occhi blu immersi nell'immensità dell'orizzonte.
Era una giornata fredda per essere settembre, ma in Inghilterra, a Skegness un posticino di mare non troppo distante da Londra, quel clima rientrava più che nella normalità. Lei amava molto quella spiaggia perché, sin da quand’era bambina, ci andava con i genitori passando giornate infinite fra castelli di sabbia, le lunghe nuotate con il padre e le mezzore passate accanto alla mamma sotto al sole cocente.
Nessuno sapeva che ogni sera, in ogni sogno, lei tornava in quel posto divenuto per lei così speciale.
Ma da qualche tempo, ad interrompere quella magnifica quiete, c'era un ragazzo: aveva i capelli spettinati e mori, un profilo bellissimo, il naso dritto, due piccoli nei sulla guancia sinistra, le guance che parevano morbidissime, le labbra che sembravano uscite dal miglior capolavoro del miglior pittore della storia... Arrivò anche quella sera e, com'era solito fare, si sedette sullo stesso tronco tozzo e abbandonato dalle acque, dov'era seduta la ragazza. I due non si parlavano, guardavano semplicemente le onde infrangersi sugli scogli e si perdevano nelle sfumature rossastre dell'orizzonte.
Ma quella sera, qualcosa cambiò. Tutta la meraviglia che costituiva il giovane, si rivelò nulla  in confronto agli occhi che, finalmente, la osservarono per la prima volta. Erano due magnifiche pozze scure, profondi e sinceri, dolci e immensi. Insieme a quegli occhi, egli le regalò anche un piccolo sorriso che rese la giovane donna assolutamente inerme. Ad un tratto, quel posto che la circondava e che lei aveva sempre identificato come la perfezione e ciò che di più bello esisteva al mondo, perse valore davanti a quel ragazzo tanto perfetto da far invidia alla luna, al sole e ad ogni creazione logica ed illogica dell’universo.
Le labbra a cuore e perfette del giovane emisero dei suoni, dando vita a quel dipinto fatto a persona:《Ciao, sono Diego.》disse semplicemente, prima di tornare a fissare l'orizzonte.《Lene.》rispose timidamente la ragazza, prima di rivolgere nuovamente lo sguardo all'orizzonte che, improvvisamente, non sembrava più tanto immenso e perfetto.''

La sveglia suonò sul comodino di Lene Dewayne. Lei era una giovane ragazza di 21 anni, cresciuta fra le sale prove delle migliori scuole di danza di tutta Londra. Era una ballerina classica che aveva scelto di intraprendere quella strada all'età di soli quattro anni.
Finché non sentì la necessità di cambiare. Aveva già ottenuto diverse soddisfazioni grazie ai premi ricevuti ed alla grande quantità di ruoli da protagonista nei vari balletti più importanti, nonostante la giovanissima età. Decise dunque di partire insieme al fratello David per l'Italia. Sin da piccola aveva sempre amato viaggiare e sognava di potersi trasferire nella penisola Italiana, una volta pronta ad uscire dal guscio famigliare.
David aveva 25 anni ed era un fratello maggiore davvero speciale: era protettivo, dolce, presente, un buon amico... Era ciò che di più caro aveva Lene nella sua vita.
Ma come ogni ragazza, anche lei aveva un segreto che nemmeno il migliore dei fratelli quale era David, sapeva.
Circa tre anni prima, aveva incontrato un ragazzo. L'incontro era stato casuale, ma l'aveva radicalmente cambiata. L'aveva visto passeggiare con la chitarra in spalla e le cuffie alle orecchie, non curante del caos che lo circondava perché troppo attratto dai palazzi ed i bei negozi del centro cittadino. Si vedeva che era un turista, ma cio fu solo una caratteristica che accresceva il suo fascino.
Quel ragazzo, nell'ultimo mese, le aveva fatto compagnia nei sogni. 
Una volta spenta la sveglia, Lene si stiracchiò e raggiunse la sua famigliola al piano inferiore. Trovò la mamma Katy, il Papà Richard e il fratellone David, attorno al tavolo intenti a bere il loro caffè.
《Allora, pronti per il grande cambiamento?》domandò la donna sulla quarantina buona, dai capelli corti e corvini, occhi grandi color cielo ed il suo abbigliamento ispirato a diverse decine d'anni addietro, che cozzavano tanto con il suo fare semplice e la mentalità moderna.
《Mamma, ne abbiamo già parlato moltissime volte. Siamo pronti, siamo carichi, Verona ci aspetta. L'Italia ci aspetta!》disse con entusiasmo il fratello.
Qualche mese prima avevano scelto a caso la meta italiana per la loro nuova vita ed era uscita proprio Verona. Era soprannominata "la città dell'amore" grazie alla storia a sé legata, di Romeo e Giulietta.
Era arrivato il momento della grande partenza, e quel giorno, avrebbero lasciato la loro vita per incominciarne una totalmente nuova, lontani dalle competizioni, dai palcoscenici; avrebbero assecondato altre passioni, altri stili di vita, basta frenesia imposta, solamente tanti altri modi di fare arte.

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