7.

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Rimboccate le coperte a Nicholas e Anita, Alessandro si fiondó nella doccia e improvvisamente la sua testa fu tutto un vorticare di flashback e frammenti di ricordi piú o meno recenti.

Vedeva due occhi grigi e un ghigno divertito, sentiva un fiato caldo sul viso e l'odore di birra, poi uno piú forte di dopobarba, la sensazione di qualcosa di morbido tra le mani e di dolce sulle labbra, e poi quel morso...

Perchè lo aveva fatto? E sopratutto, si chiedeva, perchè voleva farlo ancora?

Signor Imperatore. Ragazzino. Mi piacerebbe uscire con lei. Saez. Sei uno sfacciato. E lei è molto bello. Non sembra uno che si accontenta. Volevo solo essere gentile. Non mi dispiacerebbe che si approfittasse di me. Puoi non essere sarcastico per un momento?. Rifiuto l'invito, ma grazie. Fa' il sarcastico adesso?. Io non faccio queste stronzate. Perchè?

Già, si disse, perchè?

"Merda, cazzo, vaffanculo" Spostó le tendine della doccia con stizza, grugnendo. Afferró il cellulare. Erano le undici, non cosí tardi. Digitó in fretta il numero di Pietro.

"Ale? Ti sto cercando da due ore! Sei scomparso!"

"Sisi, poi ti spiego. Senti, siete ancora tutti lí?"

"Beh...sí. Credo. Ma dove sei?"

"Ok, ehm...ora arrivo, ok?"

"Sei strano Ale"

Lanció il telefono sulla lavatrice e si rivestí in fretta. Aveva ancora i capelli bagnati, ma non aveva tempo. Si assicuró che i suoi figli dormissero prima di uscire di casa.
Entró in macchina, si fermó un attimo, e deglutí. Io non faccio stronzate, si ripetè, e questa non lo sarà.

Dall'esterno dell'azienda riusciva a sentire comunque la musica, decisamente piú alta rispetto a quando lui era presente. Entró giurando che in seguito avrebbe sgridato Pietro per quello, ma in quel momento aveva un altro obiettivo.

Si guardó intorno, tra le persone che ballavano e che bevevano ancora, lungo i tavoli prima banditi a buffet, e ormai cimitero di piattini e bicchieri di carta, negli angoli creati dalle pareti, ma non riuscí a vederlo.

In compenso, trovó Pietro.

"Ale! Eccoti qui! Ma dov'eri finito?"

"Lascia stare! Hai visto Adrian?"

"Oh, oh...Stava andando via, perchè?Ne ha combinata un'altra delle sue?"

"Quanto tempo fa?"

"Qualche minuto! Ha preso le chiavi dell'ufficio di grafica peró, doveva prendere una borsa"

Sorrise. Bene, pensó. Scansó Pietro da un lato e senza dire nulla si allontanó. Una volta nel corridoio principale, dove finalmente poteva camminare senza rischiare di calpestare qualcosa, o qualacuno, ebbe un attimo di esitazione. Il suo passo si fece piú lento e sentí l'istinto di scappare dal lato opposto attanagliargli la gola, ma continuó ad andare avanti.

La porta dello studio di grafica era socchiusa e la luce accesa. Lo vide di spalle, nel tentativo di chiudere la zio di uno zaino forse troppo pieno. Quando si accorse di non essere solo, si voltó, incontrando il suo sguardo.

"Pensavo fosse andato via" disse atono.

"Ero andato via"

"Perchè è tornato?"

Alessandro fece un passo verso di lui e lui non si mosse.

"Non lo so" guardó in alto, e sorrise. Pietro aveva messo quel vischio proprio ovunque. Adrian seguí il suo sguardo e poi guardó lui, con la testa di lato e un sopracciglio alzato "Oh! Il vischio! La tradizione!" Bonfonchió con la sua solita ironia, poi ghignó: "Non è che ora si sentirà costretto a baciarmi, vero?"

"Beh..." si avvicinó ancora, parlando piano "Sai, io ci tengo molto alle tradizioni"

Lo sentí tremare. E dal modo in cui si mordeva le labbra, guardandolo dal basso, quasi intimorito, capí quanto stesse aspettando che lo facesse.

"Non parli piú?" Gli sussurró a un soffio dalle labbra. In risposta socchiuse gli occhi e Alessandro finalmente appoggió la bocca sulla sua.

Le mani di Adrian gli cinsero subito il collo e lui lo prese per i fianchi, mentre faceva scivolare la lingua sulla sua. I loro petti si toccarono e Adrian gli impiglió le dita tra i capelli; Alessandro salí lungo la sua schiena per avvicinarlo di piú, poi con una mano scivoló in basso, alla base della sua colonna: lo sentí ridere sulla sua bocca, cosí sorrise anche lui.

Si allontanó per un attimo per riprendere fiato e lo guardó negli occhi: "Che hai da ridere, mh?"

"Ero certo che baciasse bene"

"È strano che tu mi dia del lei, te l'ho già detto?"

"Non oserei mai dare del tu al signor Imperatore" ridacchió.

"Saez" sbuffó "Non chiamarmi cosí!"

"Perchè? Le si addice cosí tanto!"

"Zitto" gli prese il mento tra le dita e lo avvicinó a sè per soffiargli sulle labbra "Ragazzino"


Ciao a tutti!
Con questo capitolo si completa questa breve storia...che in realtà ho iniziato ben 8 mesi fa!
Infatti, inizialmente l'idea era di farne un romanzo, ma ho subito abbandonato l'idea dopo i primi capitoli per mancanza d'ispirazione. Solo negli ultimi giorni ho ripreso in mano queste "pagine" e da lì la decisione di completare la storia, anche se sottoforma di racconto.
Con questo capitolo si completa quindi l'ultima storia raccontata quest'anno, con la speranza di raccontarne di altre, molte altre, il prossimo.
Gotetevi queste ultime ore di 2022 e fate del vostro meglio per rendere migliore il vostro 2023! Tanti auguri!

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 03, 2023 ⏰

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