PROLOGO

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Cosa c'è dopo la morte? Ce lo chiediamo tutti, soprattutto la mia amica. Lei se lo chiedeva ogni giorno, e l'ha saputo, ma la scoperta se l'è portata nella tomba.
La vita di chi abbiamo avanti, può sembrare bella, possiamo pensare che abbia una vita fantastica, ma sappiamo tutti che ognuno di noi ha una maschera, con la quale nascondere i propri dolori e le proprie sofferenze, che non sempre si condividono, nascondere il nostro vero io.

La mia amica si chiamava Alice, la conoscevo solo di vista da quando avevo undici anni, facevamo il catechismo insieme, ma non avevamo mai avuto modo di rivolgerci una parola, ma forse nemmeno i nomi sapevamo. Dicevamo "la ragazza con gli occhiali verdi", "la ragazza con i capelli neri a caschetto e cicciottella" e così via, distinguevo le altre compagne in base alle loro caratteristiche o all'aspetto fisico. Lei era una silenziosa, stava là, al suo posto, con la giacca invernale, il cappuccio con la pelliccia (la sua migliore amica era solita addormentarsi su questo cappuccio)
Dopo l'estate del 2017 non pensavo che l'avrei rivista, essendo che avevamo finito il percorso ed eravamo già cresimati.
La sorte ha voluto che me la ritrovassi in classe, al liceo linguistico nel paesino. Vivevamo in un paesino sconosciuto, di appena ventimila abitanti, ormai ognuno conosceva l'altro, se chiedevi a qualcuno "sai dove sta la casa di Tano il fruttivendolo?" potevi stare certo che ti sapevano rispondere, pure gli uccelli. Vivevamo in questo paesino noioso dove si potevano fare lunghe passeggiate nelle solite 4 piazze.
Una città piccola all'apparenza tranquilla, ma la sera era super affollata, le strade si affollavano di macchine di persone che tornavano a casa dal lavoro, insulti in siciliano, il macellaio della carne di cavallo che urla sconti a non finire, studenti che tornano dai corsi pomeridiani, ragazze e ragazzi che escono a mangiare un panino o una pizza, i negozi che chiudono, i ristoranti che aprono.

Ho sempre pensato che in base all'ambiente in cui si vive, nasce la propria personalità. Chi vive in un ambiente dolce e affettuoso, rimane scioccato davanti agli orrori, chi vive in un ambiente violento, piange davanti all'affetto.
La mia amica sembrava una persona solare, sempre felice, che non le mancava nulla, ma con il tempo ho iniziato a scoprirla, a capire e conoscere i suoi dolori, le sue sofferenze, la sua decadenza psicologica. Ha vissuto in un ambiente violento, dove il padre e la madre litigavano sempre, ma non hanno mai divorziato, la madre la rimproverava per ogni singola cosa che non veniva fatta come voleva lei, è cresciuta di botte e castighi, ricatti e urla.
Ma cominciamo dall'inizio, dal vero inizio, dal vero inizio della fine.

Tengo a specificare che la base di alcuni suoi traumi era la madre, era una donna molto severa, voleva il massimo da lei. Alice amava la danza e voleva frequentare l'accademia, ma il suo sogno le è stato represso dalla madre. La costringeva a studiare tantissimo, dalle 15 alle 20, orario in cui finivano di pranzare e orario in cui iniziavano a cenare. Essendo che lo studio le toglieva, sia le forze per andare a danza sia per semplicemente stare in piedi, e la madre non voleva che staccasse dallo studio per andare a lezione e riprendere lo studio quando sarebbe tornata a lezione finita, perché pensava che, stancandosi fisicamente, non si sarebbe concentrata nello studio. Così si è sentita costretta a ritirarsi dal corpo di ballo, nonostante fosse la migliore e nonostante il suo sogno di entrare in un'accademia di danza. Alice era cosciente del danno che le stava causando e, per fortuna è riuscita a liberarsi un po' della madre, per il liceo.
Ha studiato da sola per tutti e cinque gli anni, e andava meglio delle medie.
La madre se ne rese conto e non le ronzò più intorno, con idee strane sullo studio e sul lavoro. Ma lei era sempre sofferente, non poteva tornare a fare danza avendola lasciata tre anni prima, l'insegnante si era rifiutata di introdurla nuovamente nel corpo di ballo, perché era ingrassata e aveva perso l'elasticità muscolare non avendo fatto attività per tre anni. Ma allo stesso tempo non ci riprovò lei stessa a convincerla, odiava il suo corpo, guardava le foto di quando era magra e snella, non poteva tornare ad essere quella di prima.
Me lo raccontò una sera, avevamo quattordici anni, eravamo solo noi due, a casa mia, avevamo mangiato un panino e lei aveva preso pure una birra alcolica, lei era un po' sbronza, e mi raccontò l'enorme rancore che provava verso la madre. Per fortuna riusciva a custodire un altro sogno, quello di fare la scrittrice, e ci stava provando, buttando idee in migliaia di file word. Ne aveva completato uno, ma per poterlo pubblicare aveva bisogno del consenso genitoriale. Chiedere il consenso genitoriale, per lei, significava rivivere il trauma della danza. Sua madre avrebbe voluto leggere quel libro proibito, prima di poter firmare il consenso dei genitori. Ma far leggere quel libro ai suoi genitori significava mettere a nudo tutto quello che era lei davvero: una dipendente dall'alcol e dallo Xanax e dal Fenanyl ottenuto in maniera illegale, una tentatrice suicida, era un libro troppo macabro da far leggere. Io l'avevo letto, l'aveva terminato dopo due anni, quindi quando lei aveva 16 anni e si stava riprendendo da un altro trauma, che vi racconterò dopo.
Non intendo dire che era un libro dell'orrore, ma era un orrore fantastico, da quel libro avevo capito tutta la sua sofferenza, tutto quello che provava, era qualcosa di potente, poteva sconvolgere le menti degli adolescenti e svegliarli totalmente. Seppur fosse macabro, gli adolescenti che avrebbero voluto leggerlo, avrebbero capito cos'era davvero la vita, il desiderio di voler seguire i sogni, il desiderio vero di vivere anche se dentro ci si sente morire e si vuole morire perché il tuo istinto ti dice di farlo. Alice ha seguito l'istinto peggiore. Strano vero? In quel libro incoraggiava a vivere mentre lei aveva scelto altro.
Quando finii di leggere la bozza di quel libro, che mi aveva inviato via mail, piansi.
Capii che dovevo starle più vicino, farla sentire sicura e protetta, ma non ci sono riuscito, perché Alice era la mia migliore amica testarda. Il mattino dopo, mentre andavo a scuola, passai sotto casa sua per fare la strada insieme, come ogni mattina, l'abbracciai fortissimo e mi promisi di non abbandonarla mai.
Il primo anno di liceo ho notato che stava soffrendo di un severo disturbo alimentare. Mangiava tanto quando aveva l'ansia, infatti molto spesso faceva avanti e indietro tra le macchinette e la classe. Quando aveva paura non mangiava e nemmeno percepiva la fame, quindi riusciva a fare lunghi digiuni o, qualche volta, mandava giù un boccone di qualcosa poco calorico.
Aveva anche un suo modo di evadere dalla realtà e dimenticarsi un po' la sofferenza, i libri ... negli anni successivi verranno sostituiti da altro.
Alice amava leggere, ovviamente aveva letto i libri di Harry Potter, aveva letto la saga degli Shadowhunters, leggeva libri sulle mitologie greche, libri sui crimini e romantici. Leggeva autori come Paullina Simons, James Patterson, Cassandra Clare, Stephanie Meyer, C.S. Lewis e simili.
Aveva imparato l'arte della scrittura e ad avere fantasia da questi autori.
Era bravissima a scuola, era la seconda della classe, i professori la elogiavano e si complimentavano sempre con i suoi genitori, loro facevano un sorriso di assenso e poi a casa la rimproveravano dicendole che i voti come l'otto e il nove erano osceni da vedere. Lei ha sempre rinfacciato a loro che loro avevano solo la licenza superiore mentre lei avrebbe avuto anche la laurea. Poi i suoi la rinchiudevano in camera per un pomeriggio intero. Il sabato sera la facevano uscire con gli amici senza problemi e non volevano nemmeno sapere con chi usciva, dove andava e quando sarebbe tornata.
Però volevano la figlia perfetta, ma lei perfetta non era, anzi lo era ma poi non lo è stato più. I suoi genitori non erano una famiglia di alcolizzati, di drogati o di fumatori. Ma lei invece era tutte e tre le cose. Conduceva una doppia vita. Quando era con i parenti era una santa, la ragazza perfetta, ordinata ed educata, poi quando era sola prendeva un po' di Xanax, quando era con gli amici prendeva sempre una birra o un alcolico, come aperol spritz, gin lemon, la vodka lemon, il negroni, sempre accompagnati da un farmaco e da una sigaretta Lucky Strike Blue, le sue preferite.
Ascoltava cantanti che ascoltava quando era piccola con i suoi genitori nella macchina, come Giorgia, Marco Mengoni, i Modà e Zero Assoluto mischiando la playlist con alcune canzoni del momento di cantanti come Blanco, Elodie, Fedez e Rkomi. Faceva sempre battute divertenti, era dolce e aveva la risata fragorosa.
A scuola stava sempre in disparte, parlava con qualcuno ma la maggior parte delle volte restava al suo banco a mangiare, studiare o giocare con il telefono. Stava attenta alle lezioni, prendeva appunti e prendeva voti alti. Aveva condotto tutta la vita con giornate sempre uguali, dal lunedì al venerdì scuola, studio e una dose di droga, il sabato e la domenica a dormire, a bere, fumare e ballare. I suoi genitori ormai l'avevano accantonata, quasi si parlavano tra di loro tre, le davano i soldi senza problemi, senza chiederle a cosa le servissero e lei comprava la roba. Vestiva con vestiti larghi per andare a scuola, non si truccava ma il sabato sera sembrava un angelo caduto dal cielo, vestita benissimo e truccata, i capelli in ordine e vestita di tutto punto.
Sembrava che amasse la vita ma invece no, il mio mondo si era fermato quando dissero quell'orario che mi rimarrà indelebile sulla mia pelle.

L'ho amata fino in fondo, l'ho capito troppo tardi di avere dei sentimenti per lei. Proprio come Lady Oscar per André, dopo che lui è morto, uno strazio. Ricordo una frase della Lady: ci sono due tipi di amore in questo mondo, un amore felice...e un amore angosciante

Sono qua davanti a questo rottame, sto scrivendo questo pezzo dopo aver concluso la storia, con una bottiglia di vino al mio fianco e una scatola di farmaci.

Mi sento in dovere di dire: grazie a tutte le persone che sono state al mio fianco e vorrei maledire chi non è stato/a accanto ad Alice. Lei è stata male perchè non si è sentita amata per molto tempo. Tutti l'hanno odiata e fatta sentire una persona inadeguata, pure chi aveva il suo stesso sangue. Quando l'amore è arrivato, lei l'ha respinto, perchè ormai non ci credeva più, e ha preferito continuare a annegare e a sentirsi soffocata da quell'inappagabile desiderio. 

Sarò pure gay ma che cazzo me ne frega. I sentimenti son quelli, lei è l'unica che si è potuta meritare il mio cuore. Ascoltare il cuore è la cosa più importante. 

Bando alle ciance e vi lascio alla lettura. Io torno a bere.

Addio. 

mezzanotte e diciassetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora