Reyra Victoria Valentine
Perdevo completamente la cognizione del tempo quando, condotta da quella voce, mi addentravo nei posti più oscuri ed enigmatici della mia mente.
Mi spingeva talmente in fondo da staccarmi dalla realtà circostante e accogliermi tra le sue braccia demoniache, dandole così il permesso di usare i suoi metodi anti convenzionali per aiutarmi ad arginare il casino opprimente.
Mi ero dimenticata di avere un impegno, non che fosse importante, ma non riuscivo ad uscire dalle mura psichiche senza uscire dalle mura di casa.
E poi, non avevo voglia di accendermi per far sì che elaborassi qualche scusa credibile da rifilare alle mie amiche.Perlomeno, avevo avuto a disposizione il tempo sufficiente di placare con un rotolo intero di carta igienica il sangue che scorreva come un fiume in piena.
Avvertii la necessità di chiudermi in bagno per controllare in quali condizioni fossero gli squarci. Voler accertare, se avessi tagliato la cute in profondità quattro ore fa', non alimentava altro che la conferma dell'etichetta masochista la quale stentavo ad accettare.
Il caldo di metà agosto non aiutava affatto e il fumo che raggomitolava il soggiorno mi causava un mal di testa allucinante. L'unico aspetto positivo di quella situazione era il tavolino da caffè su cui erano appoggiate le mie gambe doloranti.
Di fronte, sul divano di pelle, erano posizionate Selene e Lexi sdraiate nell'atto di scattarsi foto e borbottare sottovoce pettegolezzi. Notando lo stato pessimo in cui si trovassero i presenti era alquanto inutile parlare con quel tono sommesso.
Le sole persone che si trovavano in casa erano ubriache o fatte, motivo per cui non si udiva nessun tipo di rumore se non un leggero mormorio.
Tolsi il braccio appoggiato sullo schienale e mi avvicinai all'orecchio di Grace. «Torno subito. Vado a prendere qualcosa da bere.»
Interruppe quello che stava raccontando in maniera sconnessa al ragazzo alla sua sinistra, messo nelle sue stesse condizioni, e si voltò annuendo. Gli occhi rossi suggerivano che non avesse compreso nulla per colpa dell'effetto della canna perciò non mi presi la briga di ripetere.
Non vedevo le ragazze da tre mesi e raramente le avevo sentite via telefono nel corso dell'estate, se non per parlare dei loro fidanzati.
Non ero ferita o delusa come tutti gli altri anni. Ero arrabbiata come tutti gli altri anni.
A volte ero convinta che l'unica cosa che ci legasse fosse la scuola, che fossimo semplici compagne di classe e che ci ostinassimo ad auto convincerci del contrario.
Non suscitavano affetto in me da ormai un anno, e non pretendevo ovviamente gesti d'affetto da parte loro - anche perché non ne avevo bisogno - ma piuttosto che la smettessero con la farsa del volersi bene a vicenda se poi non si accorgevano quando una di noi stava soffrendo.
Tenni nascosta questa mia solida apatia per sette mesi, recitando la parte della me che non esisteva più. Nessuno se ne accorse, fino a quando a marzo non le misi al corrente di ciò che sentivo.
Lexi pianse per un po' di giorni, anche se dopo, non prese la situazione sul serio credendo ne fossi uscita, da sola. Selene aveva dubitato del mio bene solo una volta ma pensava si trattasse di un periodo, invece, Grace era sicura che questa fosse una mia decisione presa inconsapevolmente e che sotto sotto non avevo mai smesso di volerle bene.
L'unica cosa certa era che anche se fosse rimasto un po' di bene non sarebbe stato indirizzato a loro.
Mi sollevai dal divano lentamente per verificare se fossi capace di camminare senza piegare la gamba dal dolore e, quando ci riuscii, un mucchio di delusione verso me stessa si manifestò nella mia mente.

STAI LEGGENDO
Brittle Pieces
RomanceAll'età di diciasette, Reyra sente che l'unico modo per espellere il dolore causato dagli altri sia crearne altro dalle sue mani. A volte necessita di rinchiudersi nella sua mente per non far del male chi la circonda, anche quando una piccola parte...