prologo

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Sasuke venne svegliato nel cuore della notte da un forte tonfo. Poi un'imprecazione. E poi ancora un tonfo. Si voltò fra le coperte annoiato, possibile che non riuscisse mai a dormire tranquillamente da quando era nel covo di Orochimaru? Tornò il silenzio, fece un lungo sospiro, richiudendo gli occhi, era lontano dal noioso e calmo villaggio della Foglia, lontano dalle serate tranquille passare in giro per le strade affollate, lontano dall'odore del ramen, dai bambini bambini che correvano. Altre voci attirarono la sua attenzione, sembravano lontane e agitate. Sesuke si mise a sedere, sospirando annoiato. La luna visibile dalla finestra era ancora alta, l'alba sembrava lontana e lui era particolarmente stanco dagli allenamenti di quella mattina.

"Maledizione." Si alzò, in piedi accanto alla finestra, fece un sorso d'acqua. Non sapeva neanche che giorno fosse o quanto mancasse all'inverno, non conosceva la posizione precisa di quel covo, si erano avvicinati al suo vecchio villaggio per una missione che non richiedeva la sua presenza e lui non aveva chiesto ulteriori spiegazioni. Il vento sembrava tirare allo stesso modo, le foglie sembravano della stessa forma e se chiudeva gli occhi poteva assaporare ancora i giorni che si era lasciato indietro.

Le voci si fecero più vicine, distinse chiaramente quella di Kabuto e qualche altro shinobi alleato di Orochimaru, parlavano animatamente. Un tonfo metallico lo fece sussultare, dal suono immaginò che una delle lampade legate al muro fosse caduta. Cosa stava succedendo? Tornò a letto nella speranza che quel trambusto finisse, che presto sarebbero passati fuori la sua camera per poi allontanarsi. Ancora scalzo si lasciò cadere pesantemente sul letto, quando al suono di una voce, la sua voce, il suo Sharingan si risvegliò naturalmente. Gli era proibito uscire dalla sua stanza durante le ore notturne, non che avesse mai eseguito gli ordini di Orochimaru, ma quella notte sembrava paralizzato. Ancora un tonfo, e poi una risata. La sua. Non c'era motivo lui che si trovasse lì e che, per di più, ridesse. Non era strano però, pensandoci, che lui ridesse. A volte Sasuke era arrivato alla conclusione che l'unica cosa che sapesse fare, quella persona, era ridere. Ancora un tonfo seguito dal rumore di un vetro rotto.

"Devi smetterla." Il tono di Kabuto era duro e anche un po' annoiato.

"Cosa dovrei fare? Farmi catturare senza neanche protestare?" Non c'erano dubbi, era proprio la sua voce. Sasuke fece uno scatto, afferrò la katana accanto al letto e si precipitò fuori dalla stanza. Il corridoio era semibuio, metà della lampade erano state rotte eppure i due occhi azzurri del ragazzo erano capace di illuminare qualsiasi cosa.

"Usuratonkachi." Esclamò il moro, sorpreso. Naruto era legato, Kabuto lo teneva stretto per un braccio, altri due shinobi dietro di loro, tenevano impegnate due copie di Naruto che si dissolsero quando Sasuke apparse nel corridoio.

"Sasuke, rientra in stanza." Gli intimò Kabuto, ma lui non lo stava ascoltando. Gli abiti di Naruto erano ridotti in brandelli, i capelli arruffati, il volto graffiato

"Usuratonkachi, che diavolo ci fai qui?"

"Sono venuto a prenderti, no?" Sorrise il biondo, lasciando andare anche una leggera risata indicando i suoi polsi legati. Le mani giunte del ragazzo lo limitavano, con le dita riusciva a compiere solo i movimenti della sua tecnica preferita, la moltiplicazione. Apparvero altre due copie, dal numero ridotto Sasuke capì che il ragazzo era a corto di chakra. C'era stata una lotta. Le due copie corsero verso Sasuke, sguainò la spada, proteggendosi.

"Liberami." Disse una delle due copie.

"O almeno rompi tutte le altre lampade, così sarà più semplice scappare."

"Sarebbe meglio se ci liberasse!" Protestò la prima copia.

"Dovrebbe abbattere tre shinobi da solo, non credo ce la farebbe!" Constatò la seconda copia.

"E' un Uchiha, se avesse voluto scappare da qui l'avrebbe fatto senza problemi."

"Se non vuole scappare perché dovrebbe aiutare noi?" Protestò ancora la seconda copia.

"Perché siamo amici!" Ribatté la prima copia.

"Dovevate togliergli la spada, non litigare fra voi!" Il Naruto originale urlò contro le sue stesse copie, facendole scomparire. Kabuto osservava la scena quasi divertito, per Sasuke non era niente di nuovo, Naruto era famoso per litigare con chiunque, compreso se stesso.

"Perché lui è qui?" Sasuke si rivolse a Kabuto che lo stava già guardando.

"Era la nostra missione e tu non avresti dovuto saperlo. E' davvero fastidioso." Sospirò.

Il biondo sorrideva. "Adesso che anche tu sei qui, possiamo divertirci." Il ragazzo chiuse gli occhi, abbassò il capo e una nuvola di chakra rosso lo avvolse. Sasuke fece un passo avanti spaventato, pronto ad intervenire, aveva più volte visto la volpe prendere il sopravvento e sapeva come placarlo, ma Kabuto lo anticipò. Strinse ancora di più di lacci magici intorno alle sue mani, il ragazzo biondo sussultò, quando alzò lo sguardo i suoi occhi erano rossi, le zanne evidenti, ma il sorriso era familiare. Una copia apparve alle spalle di Sasuke, un colpo dietro la schiena e il moro era in ginocchio. Da quando era diventato così veloce o forse era lui che era troppo lento? La copia gli bloccò le braccia, l'odore familiare del biondo arrivò alle sue narici come un'ondata di aria fresca.

"Ti sono mancato, idiota?"

"Lasciami, Naruto." Ringhiò il moro. "E se vuoi impegnarti in qualcosa, cerca di andartene da qui."

"Non senza di te." Gli sussurrò il biondo. Kabuto però stava già agendo, strappò quello che restava della maglia a rete di Naruto e con movimenti veloci rafforzò il sigillo che pulsava. Il chakra rosso scomparì, un colpo nello stomaco del biondo e uno dietro la testa lo fece accasciare, facendogli perdere i sensi. La copia scomparve e Sasuke tornò in piedi veloce. Kabuto caricò il biondo sulle spalle, sbuffando.

"Orochimaru non sarà felice." Brontolò. "Dormi, Uchiha, domani andremo via da qui."

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