sette

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Naruto non era famoso per il suo tempismo. Non era mai arrivato puntuale a nessuna delle lezioni, a nessuno dei suoi allenamenti, l'influenza del maestro Kakashi aveva solo peggiorato la sua puntualità. Non ricordava mai le cose importanti, non ricordava mai il compleanno di Sakura, i colori preferiti di Hinata, cosa piacesse leggere al maestro Kakashi. Aveva una vita vissuta nel ritardo e quando arrivò sul luogo dello scontro ormai stava piovendo, ai suoi piedi giaceva il cadavere di Itachi Uchiha e odiò se stesso per non essere capace di mantenere le promesse.

* "Mi piacerebbe sapere come sono andate le cose." Kiba era dietro di lui. "Non avevo mai visto un disastro del genere."

"Entrambi gli avversari avevano lo sharingan." Commentò Kakashi. "La guerra fratricida degli Uchiha ha raggiunto un livello inaudito, ancora una volta."

"Dov'è Sasuke?" Naruto si rivolse direttamente ad Hinata, con il Byagugan attivo e le dita incrociate, rivolgeva il suo sguardo verso la foresta.

"Non riesco a rilevare nessun chakra." Rispose la ragazza. "A parte noi, sembra che qui in giro non ci sia nessuno."

"Aleggia ancora un odore in questo posto." Kiba si guardò intorno. "Non riesco a riconoscerlo."

"Siamo arrivati tardi." Concluse tristemente Kakashi, dopo un lungo silenzio.

Naruto strinse gli occhi, digrignò i denti. "Naruto, calmati..." Sai fece un passo avanti, ma Naruto non lo stava ascoltando.

Si trovava davanti l'enorme masso su cui si era consumato il massacrato, davanti ai suoi occhi era inciso sulla pietra l'enorme ventaglio degli Uchiha. Poggiò le mani al muro, dove solo pochi istanti prima Sasuke aveva poggiato la sua testa ricevendo l'ultimo tocco sulla fronte da suo fratello. "Perché? Perché non arrivo mai in tempo?" Naruto non trattenne le lacrime. "Sasuke è ad un passo da me, ma finisce sempre così."

Lo guardo di Sakura non lo lasciò neanche per un minuto, vigile e preoccupata, gli poggiò una mano sulla spalla nel tentativo di placare i suoi singhiozzi.

L'ho perso di nuovo, pensò Naurto.

Mi ha lasciato di nuovo.

*Tratto da puntata Naruto Shippuden 139

***

I momenti peggiori dall'abbandono di Sasuke non tardarono ad arrivare, come non tardò ad arrivare l'ennesima minaccia.

Con il cuore a pezzi e il peso del mondo sulle spalle, Naruto si immerse a capo fitto in quella che sarebbe passata alla storia come Quarta Guerra Ninja, la guerra che gli diede la possibilità di rivedere suo padre in una veste che non aveva mai neanche sognato. Gli stessi capelli biondi, gli stessi occhi azzurri, lo stesso sorriso luminoso e gentile, Minato era esattamente il padre che si era aspettato, il padre di cui tutti avevano sempre parlato, la persona che aveva sognato di incontrare, la persona che gli diede la notizia che tanto aspettava.

* "Sei stato bravo fin ora, Naruto." Suo padre gli apparse davanti, il suo mantello bianco illuminava il suo viso. "Riposati." Si voltò a guardarlo. "Il tuo amico arriverà presto. Anche lui è un nostro alleato."

Lo è davvero? Pensò Naruto. Da quando l'aveva lasciato di nuovo non aveva più sentito parlare di lui. Dopo aver scoperto la verità dietro il terribile gesto di suo fratello si era aspettato di vederlo arrivare al villaggio ma il fatto che avesse continuato per la sua strada era un chiaro segno che il suo cuore, per quanto ci avesse provato a cambiarlo, era ancora pieno di oscurità. Per tale motivo, quando se lo ritrovò davanti sul campo di battaglia, stentava a crederci. Sasuke aveva riacquistato i suoi abiti da discepolo di Orochimaru, il fiocco viola era di nuovo stretto intorno alla sua vita, i suoi capelli un po' più lunghi. Sakura, con le mani impegnate a guarire le ferite del biondo, sussultò quando il moro saltò, posizionandosi davanti ai due.

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