cinque

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Sasuke crollò in un sonno profondo appena Naruto lo sistemò in una caverna vicino ad un fiume, a qualche giorno di distanza dal prossimo villaggio. Prima di chiudere gli occhi il moro gli lasciò un baciò sulle labbra, gli sussurrò un "grazie" sofferto. Il primo della sua vita, probabilmente.

La ripresa fu lenta, il biondo si occupò di lui al meglio che poteva, al meglio che il suo fisico gli permetteva, perché se la sua voglia di aiutare Sasuke a guarire era alta, la stanchezza fisica lo era altrettanto, percepiva la Volpe annaspare, fare di tutto per restare sveglia, con difficoltà.

Dopo tre giorni e tre notti Sasuke si alzò, riordinò i resti che Naruto aveva lasciato in giro e si accorse dalle occhiaie del biondo, dal fatto che riuscisse a muoversi con difficoltà, con una fitta di dolore sul viso e lo costrinse a riposare. Restarono fermi per una settimana, nessun allenamento, non parlarono di Orochimaru, della sua malattia o della prossima pergamena. Tornarono ad essere Naruto e Sasuke, iniziarono a conoscersi, forse come non avevano mai fatto. Sguardi languidi e mani sfiorate, nessuno dei due andava oltre, Naruto con la paura di essere rifiutato e Sasuke, perché l'ultima cosa che voleva era legarsi ancora di più, ma era troppo tardi, si era ormai riabituato al suo odore, al suo modo di fare, alla sua presenza rumorosa e quando mancava per più di mezz'ora ne sentiva la mancanza.

Dormivano l'uno accanto all'altro, quando si sentiva particolarmente audace faceva sgusciare la mano dal sua mantello che usava come coperta che afferrava quella di Naruto, che era sempre pronto a ricambiare la stretta. Il biondo si avvicinava, gli poggiava la testa sulla spalla e si addormentava, il più delle volte sorridendo.

"Quindi, Gaara è un tipo gentile." Sasuke parlò improvvisamente, una sera come tante, Naruto ara a torso nudo, pronto a dormire, nel pieno dell'estate la caverna riusciva a tenere lontano l'afa giornaliera. Il biondo si voltò di scatto, sorpreso.

"Scusami?"

"Che c'è?"

"Che domanda è?"

"Io non lo conosco, tu sì. Allora, è un tipo gentile?"

"Perché ti viene in mente così?"

"Mi rispondi o no?" Protestò, imbarazzato.

"E' un tipo gentile e lo sai anche tu, ci ha aiutato senza esitazione."

"Nella stessa caverna in cui tu e lui..."

"Si." Lo interruppe. "Sì, sì e sì. Vuoi che te lo dica ancora una volta? Cosa dovevo fare, secondo te? Fare il bravo ragazzo e aspettare il matrimonio?"

"A me non interessa con sei andato."

"E allora smettila di chiedermi di lui."

Sasuke sospirò, parlò dopo una breve pausa. "Se per te fosse così insignificante come dici, non avresti problemi nel parlarne..."

"E va bene!" Sbottò il biondo, mettendosi a sedere. "Cosa vuoi sapere?"

"Sei bravo a fare... Le cose che fai." Incredibile come il moro perdeva la sua sicurezza.

"Devo ringraziarti?"

"Quante volte l'hai fatto?"

Naruto rise. "Vuoi un numero preciso?"

"No!" Esclamò.

"E cosa vuoi sapere?"

"Tutto." Lo guardò. "Tutto quello che è successo da quando me ne sono andato. Con chi sei stato, cosa hai fatto, chi ti ha fatto ridere e piangere." Sasuke lo guardava con sguardo serio, la sua mano a pochi centimetri da quella del biondo, minacciava di tremare. "Che cosa farai quando qui avremo finito."

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