CHE ANSIA IL PRIMO INCONTRO!!

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Camilla's pov

<Hey ecco chi si rivede> disse christian rivolto verso di me
<Sono le undici e mezza cosa devo fare, se non andare a letto?> Risposi tranquillamente
<Be' potevi benissimo dormire sul divano> continuo lui.
Si vedeva che ancora non aveva mandato giù quello che era successo, così ebbi pietà di lui e smisi di rispondere, questo non significa che gliela diedi vinta e andai dormire sul divano, solo che non continuai a discuterci.
Ovvio aveva vinto la battaglia, ma la guerra l'avrei vinta io.
La mattina mi svegliai tutta sudata avevo fatto un sogno stranissimo, non si può considerare un vero è proprio incubo, ma per me lo era e come. Tutto mi sarei aspettata di sognare tranne questo, e se fosse un sogno premonitore? E se succedesse davvero? E se si avvera? Incominciai a preoccuparmi, ma poco dopo entrò serena.
<SVEGLIA PIGRONA NON VORRAI FARE TARDI ALLA TUA PRIMA LEZZIONE SPERO!!>
<No, certo che no, devo pergiunta incontrare Todaro per la prima volta oggi> dissi io
<Vedrai che andrà tutto bene> rispose Carola, che aveva assistito alla conversazione
<Già, il maestro è una persona molto tranquilla, vedrai che non rimarai traumatizzata a vita> continuo Serena.
<Grazie ragazze, ora incomincio a prepararmi>.
Quando stavano entrambe per uscire, fermai Serena
<Aspetta Sere> ci conoscevamo da pochissimo tempo, ma sembrava già molto simpatica e l'unica aperta nei miei confronti, quindi le chiesi
<Ma la squadra è formata da me, te Nunzio e... Christian?> dissi con tono più tosto imbarazzato
<Si, perché qualcosa non va?> Chiese lei,
<No no, tranquilla era solo per sapere>. La mia risposta sembrò non convincerla, ma fece finta di nulla e fece per andarsene, una volta sulla soglia della porta si girò di nuovo verso di me e disse
<Ah, Cami se posso darti un consiglio portati tutto l'occorrente che ti serve per ballare qualsiasi stile, non si sa mai, magari vuole vederti ballare>
<Ok, grazie mille del consiglio> le risposi.
Quando ebbi finito di prepararmi per bene e mettere tutto nella borsa uscì e andai da todaro, non nascondo il fatto di essermi persa tra le centinaia di stanze, ciò messo mezz'ora ha trovare la palestra ma alla fine c'è l'ho fatta.
Lì trovai todaro che mi aspettava.
<Ciao Camilla come stai?> Disse lui felice, non riuscì a guardarlo in faccia mentre rispondevo, mi vergognavo troppo,
<Bene grazi, lei?>Risposi timidamente,
<Puoi darmi tranquillamente del tu, anzi devi> disse.
Dopo di che Todaro mi spiego un po' di cose, dicendo che dovevo mettere il turbo se volevo rimanere perché entrare a febbraio e molto più difficile che a settembre. Parlava in un modo magico, le sue parole riuscirono a tranquillizzarmi e a farmi smettere di tremare, mi chiese anche di ballare su un pezzo di modern, così da poter capire se ero in grado di fare esibizioni anche su questo stile e mi disse che per non aver mai studiato ero veramente brava, ma chi sa, se la Celentano la penserà come lui.
Lei è molto più severa, vuole la perfezione assoluta.
Dopo aver finito di ballare mi disse
<Siediti pure> feci come mi disse e mi misi seduta a terra, i nostri sguardi si incrociarono e lui mi sorrise, ammetto di aver provato un po' di imbarazzo in quel momento.
<Raccontami qualcosa in più di te> mi irrigidì, non sapevo cosa dirgli, mi bloccai lì com'ero, nessun muscolo del mio corpo riusciva a rispondere ai comandi, Todaro se ne accorse e perciò aggiunse:
<So che sei molto introversa, ma vedi, come faccio senza sapere niente di te? Camilla io ti ho preso completamente alla cieca, senza sapere niente di te, l'unica cosa che ho potuto vedere è stata la tua bravura nel hip hop, ma quando ti ho preso non sapevo altro, non sapevo quanto eri versatile, quanto sapevi di danza, come sei fatta caratterialmente, se avresti combinato guai in casetta, ti ho visto ballare e mi sono letteralmente innamorato della tua danza ed è per questo che sei qua, ma a me non basta questo, per essere il tuo insegnante devo in primo luogo sapere cosa ti passa per la testa> come potevo dargli torto, non gli avevo dato nessun informazione personale, se non le cose strettamente necessarie.
<Ho diciassette anni e la mia vita è incentrata sulla danza, ballo da quando ho ricordi, da piccola danzavo di nascosto nella mia cameretta, per paura che il mio segreto venisse scoperto, in poco tempo quella camera si è trasformata in grandi palchi o nella scuola di amici, almeno io mi immaginavo ciò.
Un giorno mia madre ha visto come mi muovevo sciolta quando c'era la musica e ha deciso di portarmi a scuola di ballo, dopo aver fatto una prova in tutti gli stili, ho capito che volevo ballare hip hop, avrò avuto a malapena cinque anni, ma già ero sicura che quello sarebbe stato il mio futuro e così è stato.
Con l'adolescenza iniziarono poi i primi problemi.
Un giorno mi ritrovai immersa in una cosa più grande di me, che non avrei potuto sconfiggere e lì capì che se non potevo batterlo allora l'unica possibilità che mi rimaneva era ballarci sopra.
Iniziai a usare la danza come valvola di sfogo, visto che a parlare non sono brava era l'unico modo per comunicare quello che provavo e misi nella danza tutti i miei sentimenti sia belli che non>. Dopo quella conversazione abbastanza difficile per me, perché dovetti parlargli di una questione che sfortunatamente era molto complicata, Todaro mi dissi che potevo rientrare in casetta.

Christian's pov

Finalmente quell'esserino rompiscatole se ne andato, certo non che il fatto di stare nella stessa stanza con il mio prof mi piaccia, ma sempre meglio che nella stessa stanza con me.
Andai in cucina
<Come stanno i miei banditi
preferiti?>
<Bene, tu?> Mi rispose Sissi venendomi a dare un abbraccio
<Attenta che poi Dario si ingelosisce> scherzo Albe.
<Dai scemo> rispose lei ridendo
<Chri posso parlarti un'attimo da solo?> Chiese Alex, che anche dopo la battuta era rimasto zitto e serio.
Avevo abbastanza paura mi facesse una ramanzina per qualcosa, ma annuì lo stesso e andammo insieme in camera, chiudendoci la porta alle spalle
<Come stai?> Chiese lui
<Bene> risposi io senza pensare, non era del tutto vero, pensavo tutto il tempo con i pugni serati a come le cose potevano andare diversamente se solo...
<Sicuro> Ale riusciva sempre a capire quando mentivo e quella volata non fu da meno, continuò perciò a farmi domande a cercare in qualche modo di aiutarmi e di ricucire una ferita, di cui non aveva colpa, nessuno ce l'aveva.
Prima ancora di riuscire a formulare una frase decente per rispondere alla domanda di Alex, ecco entrare Nunzio, come sempre lui doveva entrare nel momento meno oppurtuno e io non volevo stare neanche un secondo di più con uno come lui, perciò scambiai un occhiata ad Alex e uscì, non gli dissi niente, ma quell'occhiata parlava da sola e diceva: mi dispiace ma con lui quì io non ci sto.
Andai sul giardino sul retro perché era l'unico posto in cui non ci stava mai nessuno, ormai era "il mio posto"
L'unico dove potevo essere davvero me stesso.

*Angolo autrice*
Scusate se magari ci sono degli errori, cmq sto pensando un po' a quello che potrei fare succedere in futuro e mi è venuta un'idea però è abbastanza in là, preferite un finale felice o triste??

perché solo tu mi hai capito//Christian Amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora