Capitolo 4

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⚠️LEGGERE LO SPAZIO AUTRICE⚠️

Ma lui chi era? E di chi stava parlando con Mattheo?

Pochi secondi dopo vidi Mattheo uscire dalla stanza con la mascella serrata e con gli occhi in fiamme. Voltò leggermente la testa verso di me, chiuse gli occhi, e prese un respiro profondo. Riaprì lentamente gli occhi ed evitando il mio sguardo chiese:"Cos'hai sentito?" "N-nulla, sono arrivata pochi secondi fa" risposi cercando di non farmi tradire dalla mia voce. Si voltò completamente verso di me ed alzò entrambe le sopracciglia con la bocca semi aperta. "Sul serio" dissi. Lui distolse lo sguardo e mi passò davanti, tenendo entrambe le mani nelle tasche della giacca. Mentre camminava, senza neanche voltarsi, estrasse una mano dalla tasca e mi fece un accenno di saluto con il palmo.

Lo guardai allontanarsi e mi misi la tracolla della cartella per poi dirigermi verso la classe della professor Lumacorno. Non riuscivo a smettere di pensare a quello che Mattheo e quel ragazzo si stavano dicendo, ero così presa dai miei pensieri da non accorgermi di essere andata a sbattere addosso allo stipite della porta. Me ne accorsi solo quando sentii il dolore ed era troppo tardi. 

"Ahi" dissi passandomi una mano sulla fronte, "Mmh forse è meglio che guardi dove cammini" disse Draco passandomi di fronte e guardandomi dall'alto verso il basso per poi mordersi un labbro. Lo ignorai ed oltrepassai la porta dell'aula, presi posto in un banco in terza fila e inizia a tirare fuori i libri dalla cartella mentre aspettavo che la classe si popolasse. Iniziai a ripassare i miei appunti, finché Pansy non si sedette accanto a me. "Ehy" disse tirando fuori i suoi libri. "Come stai? E' da un pò che non parliamo..." "Bhe... niente di che, ho finito il mio libro, devo fare ripetizioni per storia della magia, le solite cose..." "Ripetizioni? E con chi?"
"Con Mattheo" risposi. Non so per quale motivo, ma, anche sono pronunciare quel nome, mi faceva percorre dei brividi lungo tutta la schiena. Oh, ma questo era nulla, nulla in confronto alla sensazione che ebbi più tardi, quel giorno.
Il professore entrò in classe sorridendo "Ragazzi!" disse sedendosi sulla scrivania, "La lezione di oggi vi piacerà! Qualcuno di voi sa dirmi cos'è un molliccio?" oh cavolo, io lo sapevo. "Signorina Greengrass?" disse rivolgendosi ad Astoria, che aveva alzato la mano.

"Un molliccio è una creatura magica che può assumere le sembianze di ciò che spaventa di lo più colui che lo avvicina"  "Esattamente. E sapete qual è l'incantesimo per annientare un molliccio? L'incantesimo Riddikulus. Adesso, voglio che ognuno di voi si ponga di fronte al molliccio e affronti le sue paure con questo incantesimo". Oh cavolo. Sapevo che non ci sarebbe stato modo di evitarlo, ma ci avrei comunque provato. "Signorina Greengrass, iniziamo proprio da lei" Astoria si alzò, con quello sguardo fiero, come se fosse un onore essere stata scelta, e si posizionò davanti al molliccio. Quando il molliccio, iniziò a prendere forma, nella classe si fece largo un incredibile silenzio e gli sguardi di tutti si fermarono su Astoria ed il molliccio, compreso il mio.  Diventò una lontra, non potei fare a meno di trattenere una risata, ma non come per il resto della classe, non mi piace giudicare le paure altrui.. Io ridevo, piuttosto, per la faccia di Astoria, che rispecchiava il suo orgoglio ferito.

"Signorina Silver? Vorrebbe venire lei adesso?" Lo  sapevo. Non avevo intenzione di andarci, di rendermi vulnerabile di fronte a tutti, di mostrarmi. No. Nessuno conosceva la mia più grande paura, e avrebbe dovuto continuare ad essere così. "Veramente, preferirei... di no" "Come scusi?" chiese il professore con aria quasi divertita. "Passo" insistetti, provocando una serie di risatine dai banchi dietro al mio. "Signorina, non può rifiutarsi" "Ma lo sto facendo" "Signorina Silver, la smetta immediatamente, o sarò costretto a mandarla dal preside oltre che darle la punizione che si è appena guadagnata". A quel punto mi arresi e mi alzai, sospirando. Sentivo tutti gli occhi addosso quando mi posizionai di fronte al molliccio. Questo iniziò a trasformarsi, mentre io continuavo a fissarlo. Diventò, inizialmente, un ragno, un ragno grosso quanto una mano, peloso e a strisce. Per un secondo mi paralizzai, dopotutto era la mia seconda più grande paura. Ma poi, mutò in qualcos'altro. Merlino non poteva rimanere un ragno? Iniziò ad acquisire sembianze umane, fino a rivelare un'identità. Ma a turbarmi, non era tanto l'identità, ma quello che la persona teneva in mano, ciò che impugnava. Mi ritrovai davanti mio padre, che torreggiava su di me impugnando la sua bacchetta. Lo vidi guardarmi e sogghignare, mentre alzava lentamente la bacchetta. Non potei fare a meno di toccarmi la clavicola, dove avevo la cicatrice più fresca di tutte. Quel molliccio aveva appena mostrato a tutti ciò che mi rendeva più vulnerabile: non mio padre, ma mio padre con una bacchetta. Con quella bacchetta. La bacchetta con cui mi aveva fatto del male, per anni, come a mia madre. Ma con mia madre non usava la magia, non so bene per quale motivo.
In un millesimo di secondo riaffioratono in me dei ricordi. Un ricordo in particolare

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 09, 2023 ⏰

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~Un Semplice Sguardo Può Mandarti In Tilt Il Cervello~ Mattheo Riddle x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora