4. Esausti

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Il professor Silente camminava a passo svelto nei corridoi di Hogwarts accompagnato dal professor Piton. Qualcosa di grave era successo, lungo le maniche delle loro divise si scorgevano le bacchette penzolanti. Doveva essere qualcosa di terribile, perché il vecchio mago non era mai stato così agitato. Arrivarono nella parte finale del corridoio che divideva la sala grande. Un gran trambusto, i due intercettarono lo sguardo grave di Minerva la quale sorreggeva un povero ragazzo tra le braccia.
"Che cosa è successo Minerva?" Domandò preoccupato il più grande mago di tutti i tempi. Le si avvicinò toccando la gola del ragazzo, inclinandosi.
"Un'azione terribile, professor Silente. Ronald Weasley è stato avvelenato" i ragazzi iniziarono a bisbigliare. Dopo qualche frazione di secondo accorsero Harry e Hermione e si accasciarono al capezzale dell'amico. Il rosso era pallido, inerme. Hermione iniziò a scuoterlo e a chiamarlo ma lui non le rispose.
"Harry, Hermione vi prego spostatevi. Dobbiamo portare il giovane Weasley in infermieria. Severus, analizza i residui che escono dalle labbra del ragazzo". Il professore lasciò che l'infermiera lo prendesse da un lato, mentre madama Chips lo afferrava dall'altro.
"Temo non ce ne sia bisogno, Preside. La professoressa McGranitt ha ragione. Quel liquido è incolore ma a giudicare dal colore delle labbra del signor Weasley si tratta sicuramente di avvelenamento."
"Ma chi può aver fatto una cosa del genere a Ron?" Chiese sbigottito Harry.
"Oh ragazzo mio, tranquillo. Lo scopriremo" Silente appoggiò una mano sulla spalla di Harry. Piton aiutò Hermione a sollevarsi, stava per avere un mancamento. Impallidì all'improvviso e prontamente lui la riequilibrò.
"Anche la signorina Granger dovrebbe andare in infermieria" constatò gelido il pozionista. Stava svenendo perché ancora innamorata di Ron? Era geloso? In quel momento sentì la gelosia pervaderlo. Quanti nemici aveva? Prima quel tassorosso. Ora Weasley.
Non sopportava di dividere Hermione con nessuno, ma non poteva dichiararsi perché i suoi impegni con Silente non gli avrebbero permesso di vivere una vita felice.

Hermione avvertì una scarica violenta alla testa. Ricordi soffusi, si trovava in brughiera con la madre. Le correva incontro fiera, un fiocco tra i capelli le lasciava il viso scoperto. Il sole la illuminava in pieno. Mentre sorrideva allegra e giocava tra i fiori. Poi, il buio. Sì risvegliò dolorante, provò a rimettersi in piedi ma le braccia del professor Piton la raggiunsero subito.
"Stai giù" le ordinò mettendola con la testa sul cuscino. Hermione aveva ancora la vista annebbiata, ma riconobbe il suo profumo e la voce inconfondibile.
"Sev... Severus" pronunciò con fatica. Lui le tappò la bocca con un dito. Depositandole un tenero bacio sulla punta del naso.
"Shh sono il Professor Piton per te, siamo in infermieria. Controllati." la avvertì. Guardò con cautela che non ci fosse nessuno, Weasley nel letto accanto era ancora in coma.
"C-che cosa mi è successo?"
"Sei svenuta. Adesso riposa, tornerò domani mattina con una pozione per te e il signor Weasley".
Hermione annuì a fatica e richiuse gli occhi.

La mattina seguente Piton raggiunse i professori in infermieria. Hermione stava decisamente meglio e conversava con i due maghi. Le condizioni di Weasley erano stabili, mentre osservava quei tre parlare si avvicinò con una boccetta a Ron e lo aiutò a ingurgitare un liquido. Con quelle somministrazioni, si sarebbe svegliato sicuramente in poche ore.
Hermione spostò i piedi gelidi dalle coperte e provò a scendere dal letto. Era ancora frastornata dall'episodio precedente.
"Non così in fretta, signorina Granger" la raggiunse Minerva trattenendola per le spalle. "Sei molto esausta, il tuo corpo chiede venia" le mormorò amabilmente.
"Ho le lezioni, professoressa"
"Dispongo la sospensione delle nostre lezioni extra almeno per due giorni. Dovrà venire nei sotterranei a prendere una pozione rinforzante" la informò il pozionista. Lei annuì e si rimise a letto. Silente si avvicinò al capezzale di Piton, osservo il procedimento delle fiale e apparve stranamente preoccupato.
"Le condizioni di Weasley sono stabili, dovrebbe risvegliarsi a breve. Siamo fortunati a riaverlo con noi" informò glaciale l'uomo.
"Credo che qualcuno avesse intenzione di uccidere"
"Ma chi ha potuto fare questo al signor Weasley?" Domandò sconcertata la professoressa McGranitt.
"Minerva, lo chiederemo a Ron appena sarà in grado di darci qualche spiegazione " le disse dolcemente Silente. Annuirono entrambi e lasciarono la stanza dell'infermieria.
Severus rimise le boccette vuote in borsa e si accertò che la temperatura di Ron scendesse ai livelli minimi. Poi passò al capezzale di Hermione. Lei gli sorrise raggiante, ma fu incuriosita dallo sguardo cupo che le rivolse.
"Stai sforzando troppo il tuo corpo. Mangi poco, leggi troppo, non riposi a sufficienza." La rimproverò con severità. Sembrò particolarmente preoccupato.
"Lo studio è tutto ciò che ho" dichiarò affranta. Soffocò un tremito di delusione. Non le era rimasto praticamente nulla.
"Comprendo questa posizione, ma non ci sono comunque scusanti."
"Io..."
"Risparmia il fiato, adesso devo andare. Ci vediamo nei sotterranei per le pozioni"

In tarda serata Hermione fu congedata dall'infermieria. Indossò l'uniforme e si mise in cammino verso i meandri oscuri dei sotterranei. Agitò la bacchetta "Lumos", proseguendo verso il lungo corridoio. Era un cumulo di uffici e aule dedicate a Salazar Serpeverde. Gelide e inquietanti, tipiche del casato. Arrivò in fondo al corrdidoio e lesse sulla targhetta il nome del professore, bussando. Dopo qualche minuto qualcuno le aprì la porta.
"Buonasera professore" lo salutò lei tranquilla. Lui annuì e fece un segno con la testa, invitandola a entrare. Hermione si guardò attorno: una pila immensa di libri sgualciti sulla scrivania, un divano verde scuro posto in fondo alla porta. Una scrivania in noce nera, una poltrona verde scuro e le pareti adornate da grandi scaffali ricolmi di libri. Una fioca luce posta in alto, come lampadario.
"Come ti senti?" Le domandò sbrigativo, facendola adagiare sulla sedia.
"Molto meglio, grazie".
"Questo è un distillato ricostituente" lo prese dal cassetto della scrivania. Hermione lo prese tra le mani e lo guardò, poi lo depositò nella cartella. La ragazza riprese a osservarlo "ci sono novità su Ron?" L'uomo apparve scocciato dalla domanda. Le interessava ancora molto quel ragazzo. Aveva un interesse romantico?
"Riferirò al professor Silente quando ci saranno le novità giuste" proferì.
"A me non puoi dire nulla?"
"Sembri molto preoccupata per quel rosso"
" Ron è un mio caro amico, siamo cresciuti insieme. Non sopporterei di perdere un altro membro della mia famiglia".
"Non lo perderai" la rassicurò. Hermione gli sorrise teneramente. Il pozionista non ricambiò il sorriso e lei decise di alzarsi dalla poltrona.
"Se è tutto, non ti disturbo oltre"
"Aspetta", Severus si alzò in piedi e si posizionò dietro di lei. La strega si girò a guardarlo. Era bello con quella camicia in nero. Si osservarono attentamente, poi lei fece dei passi verso di lui. Avrebbe voluto baciarlo di nuovo, avvertì nuovamente del caldo in un posto che suggeriva freddo. I sotterranei erano gelidi. Piton la lasciò fare. Inaspettatamente, non lo baciò, ma gli afferrò le mani, stringendole nelle sue. Sev reclinò la testa da un lato, curioso. Hermione affondò la testa sul suo petto. Lei era molto più bassa. Piton rimase interdetto un attimo, poi adagiò una mano fra i suoi capelli, regalandole delle carezze. Se ne stava innamorando perdutamente, ormai lo aveva compreso. Hermione spostò di poco la testa e iniziò a lasciare dei baci all'altezza dei bottoncini di stoffa. Piton mugugnò qualcosa. Tolse una mano da quella del suo insegnante e la spostò sull'addome dell'uomo accarezzandolo.
" Non sono come i tuoi compagni, non ho diciassette anni. Se mi tocchi così perdo la testa e finisci scopata su quella cattedra" quell'indecenza la rese ancora più audace, così lei provò a sbottonare una prima parte della camicia. Piton la bloccò.
"Sono il tuo insegnante e ho più del doppio della tua età. Dovrei disgustarti" Io provo disgusto, suggerì a se stesso. Con una ragazzina così giovane.
" Non mi disgusti"
" Hermione..."
" Severus io... Tu..." L'uomo le afferrò il volto tra le mani e suggellò un bacio a stampo. Aveva capito, anche per lui era lo stesso.
" Non possiamo vederci più, Hermione. Io potrei essere tuo padre ed è vietato frequentare una studentessa".
"Non lo diremo,io ho quasi diciotto anni Severus. Possiamo stare insieme è ciò che voglio".
"Sono io a non volere"
"Non dire così, ti prego"
"Adesso basta! Sei una bambina. Io voglio una donna accanto a me, non una ragazzina. Devi smetterla e accettare che le nostre lezioni sono finite. Ora ho da fare, vattene"
Granger iniziò a piangere. Lo guardò nuovamente, ma lui sembrava impenetrabile non la guardava neanche. Corse via esasperata.
Era stata una sciocca.

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