2. Le lezioni

118 8 0
                                    

Ginny correva nel corridoio affannata. Raggiunse l'amica e la fermò.
"Hermione", pronunciò a fiato corto. La ragazza si girò e le sorrise. "Ti ho cercata praticamente per tutta la scuola e non ti ho trovata. Dean mi ha dato questi libri dice che li hai dimenticati nell'aula di erbologia."
Hermione la guardò stupita. Non ricordava di aver dimenticato nessun libro e iniziò a guardare nella borsa per accertarsene.
"Non sono i miei" esclamò alla fine.

"Ma su questo bigliettino c'è scritto Hermione Granger in una calligrafia particolare".
Strano, pensò lei. La piccola Weasley le porse i libri e si posizionò accanto a lei curiosa. Granger tolse il nastro dal bigliettino e guardò i libri, come pensava. Non erano suoi. Aprì il biglietto e trovò il messaggio di Piton. Il suo cuore iniziò a battere forte, nessuno le aveva mai regalato dei libri. Solitamente, la gente la derideva per quel hobby ritenuto stupido e insignificante. C'erano tre piccoli libri da almeno un centinaio di pagine, a giudicare dalla rilegatura. Sorrise soddisfatta, avrebbe aspettato la fine delle lezioni pomeridiane per leggerli.
"Sono tuoi?"
"Sì, compiti per il professor Piton" esclamò svettante. Prese l'amica sottobraccio e si avviarono alla prossima lezione.

Le ore passarono quasi velocemente, Granger finì di ricopiare in bella tutti gli appunti e si diresse in libreria per terminare i compiti della giornata. La prima lezione con Piton era andata piuttosto bene, ma era curiosa di leggere i libri che le aveva mandato. Insieme a quello dimenticato. La sera si ritrovarono nuovamente al tavolo, la giovane provò a cercare lo sguardo del professore ma sembrò interessato solo a dialogare con Silente. Mangiò il suo cibo e congedò subito i suoi amici, decidendo di andare a leggere in sala comune Grifondoro. Piton la guardò lasciare la sua postazione, osservandola fin quando non scomparve.
I testi erano dei saggi di babbanologia. Riflettevano sulla classe sociale, sui ruoli della società e sulla razza. Tutti argomenti che le imputridivano l'animo. Lei aveva sempre sofferto di inferiorità, per le sue origini da mezzosangue. Quella parola deplorevole la disgustava profondamente. Cosa pensava Piton di quelle parole? Anche lui era razzista?

La mattina seguente fece colazione con Harry, Ron e Ginny. Successivamente si recarono alla prossima lezione, eppure la sua mente aspettava impaziente di incontrare nuovamente Severus Piton. L'aveva visto passare nei corridoi di prima mattina.
Arrivò finalmente l'ora delle lezioni, salutò i suoi amici e si diresse nell'aula di pozioni. Quando arrivò trovo la porta già aperta e Piton sull'uscio che la osservava.
"Anche oggi puntuale, bene" esordì l'uomo.
"Buon pomeriggio professore" lo salutò lei. Piton fece un cenno con il capo e allargò le braccia, invitandola ad entrare. Richiuse la porta dietro di sé.
"Oggi ripasseremo i saggi che ti ho fatto pervenire"

"Sì, li ho letti tutti e tre" confessò con ardore e soddisfazione. Aveva trovato alcuni punti intricati e voleva discuterne con il professore.
"Obiezioni sui testi letti?"
" Il saggista dei suoi testi è un purosangue. Si evince dal suo modo razzista di esprimersi, privi di fondamenti scientifici e biologici. È oltremodo superato parlare ancora di razza e classe"
"Lei dice? Con i mangiamorte in giro e colui che non deve essere nominato in agguato?"
" Non è questo il punto, professore. Essere intelligenti non c'entra con la classe o l'estrazione sociale. Si può essere ricchi e stupidi o poveri e intelligenti. Anche il contrario.  Prenda in esempio il professor Silente è considerato il più grande mago di tutti i tempi. Potrebbe avere un lavoro migliore più prestigioso al Ministero della Magia. Invece, passa il suo tempo con gentilezza e regalità in questa scuola". Piton dovette ammetterlo, quella affermazione era arguta. Ma aveva dei vizi e dei limiti.
"Forse è il desiderio del professor Silente rimanere qua", esclamò gelido.
"Sì, infatti. Non tutti hanno manie di grandezza e misurano la vita con soldi, ricchezze e l'albero genealogico. Lei cosa ne pensa professore?"
"Non è di tuo interesse, Granger. Il mio pensiero non è rilevante. Ora prendi l'occorrente e inizia a fare la pozione enunciata sulla pergamena." Sbagliava o le aveva dato del tu? Alzò lo sguardo e gli sorrise annuendo. Iniziò a mescolare la sua pozione, con gentilezza inserì gli ingredienti e iniziò a far sfumare tutto. Sottecchi Piton la osservò. Lei gli rivolse un'altra occhiata, ma il volto del professore rabbuiò. Dopo a fine della pozione, Severus si alzò per guardare il risultato, annuendo. Brava Granger, avrebbe voluto dirle. Ma evitò di darle questa grazia.
Stranamente aveva iniziato a guardarla con occhi diversi, affamati. Era un uomo lui, vi era una differenza troppo notevole di età, ma il fascino non conosceva etichette.
"Ha notato un miglioramento professore?"
"Un leggero arrancare. Non lo definirei un miglioramento, tuttavia non posso rimproverarti nulla Granger".
"Professore, posso farle una domanda?"
"Sì, se serve a fartene andare" lei gli rivolse un risolino. Piton la guardò stranito. Non era più mortificata, aveva iniziato a intercettare il suo sarcasmo?
"Come ha scoperto cosa fare nella vita?" Ma che domanda era quella? La scrutò. Sembrò irritato.
"Ho fatto tante scelte nella mia vita. Molte di queste sono state avventate però esistono circostanze inevitabili". A cosa si riferiva?
"Ora vai, Granger".
...
"Buon pomeriggio Harry" disse la ragazza andandogli incontro.
"Hermione! Come stai?"
"Bene, sono stata a lezione extra di pozioni oggi".
"Come si comporta Piton con te?"
"Antipatico. Ma è estremamente competente e un insegnante meraviglioso". Harry rise. Non sembrò per niente d'accordo. Lei arrossì, rendendosi conto di aver fatto troppi complimenti a un uomo come Severus. Le piacerebbe anche chiamarlo Severus, in effetti. Un nome così inusuale e ammaliante.
"Sono contento che il professore ti stia aiutando. Ho parlato con Silente e mi ha raccontato della tua volontà di imparare meglio Pozioni."
"Come va con Lumacorno?"
"Silente mi ha incaricato di estorcergli un ricordo su Tom Riddle. Ci sto provando, ma non riesco".
"E cosa mi dici del principe mezzosangue?"
"Nessuna traccia, Herm. Scusa ora devo andare. Ho promesso a Ron e Neville di allenarci sull'utilizzo del Patronus". Granger annuì e lo salutò.
Hermione decise di fare una passeggiata al di fuori del castello, era passata da poco la mezzanotte nonostante fosse ligia al dovere volle ritargliarsi un minuto per sé al fine di tranquillizzarsi. Si sedette dietro a un albero, con i capelli svolazzanti al vento. Chiuse gli occhi e gemette, quasi con le lacrime agli occhi. Avvertiva la mancanza dei suoi genitori, attonita. Sentì un'altra folata di vento.
"Granger, il coprifuoco è passato. Che cosa ci fa qui?" Chiese Piton.
"Mi scusi" disse lei rialzandosi e asciugandosi le lacrime.
"Che cosa è successo?" Domandò spontaneamente . Era stato Weasley? O Potter?
"Nulla, un po' di polvere negli occhi".
"Le bugie non ti si addicono". Si avvicinò ulteriormente a lei e la guardò dritta negli occhi. Aveva pianto abbastanza, non lo sopportava. Ma era un suo professore, arrogante per giunta, non poteva mostrarsi come un amico o addirittura un confidente. Quelle labbra screpolate e martoriate dai denti, gli occhi gonfi. La trovò bellissima sotto il pallore della Luna. Si guardarono in un tempo indefinito. I loro sguardi erano indecifrabili. Hermione chiuse gli occhi e si avvicinò. Poggiò le labbra sulle sue, senza rifletterci. Piton trasalì dopo poco. Inorridito.
"Come osi?" Le chiese.
"I-io..."
"Io sono un suo professore. Cosa le fa pensare di potermi baciare? Di interessarmi, sciocca. Ora prenda le sue cose e vada subito a dormire se non vuole finire espulsa da Hogwarts".
Il cuore le batteva forte, impetuoso. Aveva finalmente fatto una cosa che desiderava. Proibita, molto proibita. Entrò velocemente nella sua stanza e iniziò a mettersi il pigiama. Poi rientrò in sala comune grifondoro e guardò per un tempo indefinito il fuoco del camino scoppiettare. Osservò le fiamme ardere, quando presero forma. Hermione si alzò di scatto.
"Tonks! Professor Lupin!" Esclamò gioiosa.
"Hermione cara, come stai?" disse Tonks.
"Bene, le lezioni sono iniziate da un po' e sto facendo degli extra con il professor Piton".
"Oh bene" disse Lupin. "Si comporta bene con te?"
"Sì, è davvero molto competente".
"Ne sono entusiasta, ti stai esercitando?"
"Sì, non voglio trovarmi impreparata di fronte ai pericoli".
"Sei già bravissima"
"Come sta andando? Avete visto i Weasley?"
"Al Ministero è tutto in subbuglio, soprattutto ora che hanno scoperto della morte di Sirius. Prima davano la colpa a lui, ma devono accettare la realtà" proseguì Remus.
"Qui al castello si respira un'aria diversa"
Passarono almeno un'oretta a chiacchierare, poi finalmente Hermione decise di andare a letto.

Il pomeriggio successivo Hermione si presentò nell'ufficio di Piton, questa volta le aveva comunicato che la lezione si sarebbe svolta lì. La osservò entrare e non proferì parola. Hermione lo salutò radiosa, come sempre. Lui sembrava impenetrabile, non gli chiese scusa per averlo baciato. Voleva farlo da una vita.
"Hai portato il libro di Pozioni del sesto anno?"
"Sì, professor Piton. Siamo arrivati a pagina ottantatré".
"Lumacorno è lento, non è un pozionista esperto".
"La cattedra gliel'ha lasciata lei".
"Fai troppe supposizioni, quella lingua è pericolosa". La usi per farmi stare zitta, avrebbe voluto dirgli. Ma evitò. Tuttavia il suo sguardo fu eloquente a sufficienza per esprimere una cosa simile a ciò che stava pensando. Piton raggelò e parve nuovamente adirato. "Ora, prenda il libro e mi indichi la formula esatta dell'amortentia".
"La pozione dell'amore" esclamò sognante. "Sento legno, un odore acre, dell'alcol". Piton rimase sbalordito. Stava descrivendo alcuni dei suoi profumi, aveva bevuto del liquore da poco. I loro incontri stavano pericolosamente evolvendo e questa cosa non gli andava bene. Era devoto a Lily, lui.
"Profumi non adolescenziali" constatò a voce alta. La ragazza si avvicinò pericolosamente al suo volto. Ma questa volta Piton la afferrò per la nuca.
"Granger, stai giocando con i serpenti"
"Ho voglia di essere morsa, per la prima volta in vita mia". Non era più la stessa Hermione. Aveva perso tutto, ormai. Voleva giocare le sue carte con interezza, scoprendole tutte. Severus gli piaceva da almeno un paio di anni. Non le importava l'età e il giudizio del mondo magico. Lo voleva per sé. Lo bramava e desiderava. Lui la fulminò con uno sguardo.
"Che cosa è successo alla so tutto io perfettina?" Sussurrò al suo orecchio, mordendole un lobo. Lei gemette, mordendosi le labbra e chiudendo gli occhi. Piton la fece indietreggiare, fino al muro. Liberò una mano nascosta dal mantello e la fece scorrere lungo la coscia della ragazza. Hermione riaprì gli occhi desiderosa e lo guardò infuocata. Piton le accarezzò la coscia, sotto la gonna, partendo dal ginocchio e arrivando fino all'attaccatura degli slip sui fianchi. Trasalì visibilmente arrossata. Poi le labbra di Piton si spostarono sul suo collo. Inspirò tra i capelli e le lambì il collo. Gemette nuovamente, Hermione.
"Una piccola e fresca ragazza" pronunciò roco.
"Sì, professore" gemette lei emozionata. Severus si spostò ora sul mento, prendendoglielo fra o denti. Poi lo succhio leggermente. Finalmente Hermione si abbassò di un poco e le labbra si toccarono nuovamente. Questa volta ci fu una maggiore apertura al bacio ma durò comunque poco. Quando si staccarono, entrambi avvertirono un calore incendiare i loro corpi. L'aria si compresse. Hermione lo guardò nuovamente e decise di baciarlo di nuovo. Piton ricambiò e la tenne fra le braccia, per poi staccarsi dopo poco ansante.
"Non siamo qui per pomiciare" la avvertì e lei rise. "Prendi le tue cose e iniziamo a lavorare".
Non commentarono più quell'incontro e lasciarono l'aula alla fine delle pozioni. Hermione raggiunse Ginny per conversare un po'con lei. Mentre Severus si avviò verso i suoi alloggi per studiare una nuova pozione per Silente.

Redento Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora