9. Risveglio

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La mattina successiva Ron riuscì ad alzarsi dal letto e a prendere l'ultima pozione. Confermò ciò che avevano scoperto e riprese a seguire le lezioni. Il sole illuminava una parte del castello, mentre la parte esterna era un po'ombreggiata da qualche nube. Hermione sedeva su un albero basso, con gli occhi socchiusi. Aveva un libro aperto tra le mani dello scrittore babbano Daniel Pennac.
Sbuffò sonoramente, girando velocemente le pagine; era molto giù di morale e quel libro la stava innervosendo molto, non riuscendo a prestare attenzione. Alzò lo sguardo dal libro e in una finestra oscura osservò Piton, probabilmente l'aveva notata perché stava guardando nella sua direzione. La strega decise di alzarsi per andare via, ma Severus la bloccò nel corridoio.
"Signorina Granger, non così in fretta" disse Piton.
"Professore, farò tardi a lezione."
"Ti ho detto di fermarti" le ordinò.
"Che cosa vuole?" Domandò lei esausta. Aveva un volto pallido e emaciato, segno di un notte insonne e di pensieri tediosi che non la abbandonavano.
"Io..."
" Sono stanca di questo tira e molla. Di lei che mi illude e mi spezza in due ogni volta, mi lasci perdere una buona volta" bisbigliò con la voce rotta.
"Non riesco a farlo" confessò esausto, abbassando la testa. Non era un comportamento che Piton osservava di solito.
"Ci sono delle cose di cui non posso parlare, cose che ho fatto e mi impediscono di andare avanti ma tu conti. Ogni volta che ti vedo io". Si bloccò, perché notò uno studente corvonero passare. Quando li superò riprese a parlare. "Vorrei che tu capissi..."
"Non mi aspetto che lei mi parli di tutto, ma vorrei capire come procedere." Hermione notò che una lacrima le stava rigando il viso e singhiozzò. Severus le poggiò una mano sulla spalla e la invitò a entrare in un'aula vuota.
"Non sei tu, Hermione."
"E cosa posso fare? Cosa possiamo fare noi?" Sussurrò affranta.
"Adesso devo sbrigare cose più importanti, il tempo con me non è mai stato clemente. Non posso abbandonarmi alle passioni. Anche se desidero la tua vicinanza con tutto il cuore" le confessò a cuore a aperto.
"Aspetterò i tuoi tempi". Lui annuì soddisfatto e le asciugò la lacrima sotto alla guancia. Hermione ne approfittò per abbracciarlo.
"Fila a lezione, Granger. Ci vediamo stasera sulla torre di astronomia. Oggi non posso fare lezione extra".

Harry fermò Hermione dopo la fine delle lezioni di divinazione. Con somma sorpresa anche Ron stava ristabilendo il suo equilibrio. Gli altri studenti lo salutavano con piacere, contenti di rivederlo.
"Come ti senti Ron?" Gli chiese Harry.
"Molto meglio".
"Non capisco perché dobbiamo fare lezione con questa tizia. Le sue lezioni sono assurde e antiscientifiche." Sbottò infastidita Hermione.
"In effetti non è un granché, ma almeno è divertente e non è seria come le altre lezioni"
"E quando mai tu presti attenzione alle lezioni Ron?" Lo spintonò piano.
"Me ne sono stato al calduccio in infermieria" risero tutti e tre.
"Adesso che ci siamo tutti e tre, dobbiamo cercare di capire cosa c'entrava Malfoy con l'incidente di Ron".
"Io mi sono fatto un'idea" esordì il rosso, "credo che Malfoy stesse nascondendo quella pozione".
"Cosa te lo fa pensare?" Gli domandò la strega curiosa.
"Se avesse voluto agire contro qualcuno, lo avrebbe fatto. Io e Astoria siamo stati dei danni collaterali. La Greengrass pensa che Malfoy sprechi il suo fiato con te perché gli piaci, ma non credo. Voleva parlarne con me perché sa che siamo stati insieme per un breve periodo."
"Ma non possiamo permetterci di lasciare campo libero a Malfoy. Non abbiamo le prove per segnalarlo e ho paura che possa fare del male a qualcuno" disse Harry.
"Teniamolo d'occhio, appena fa qualcosa di strano andiamo da Silente" suggerì Hermione.
"Ho sentito dire che ultimamente è molto agitato, ne parlavano Tiger e Goyle a lezione" .
"In effetti ha uno strano cipiglio" disse Hermione.
"Sta escogitando qualcosa di grosso,non perdetelo d'occhio." Ron e Hermione annuirono.
Alla fine di tutte le lezioni, Hermione superò la ronda del Prefetto e andò sulla torre di astronomia. Severus era di spalle, avvolto nell'immancabile mantello nero. Appena la sentì arrivare si girò e le rivolse un mezzo sorriso. Hermione sorrise a pieni denti, andandogli incontro.
"Buonasera" bisbigliò lui, facendole spazio. Hermione avvolse il corpo nel mantello e poggiò la testa sul suo petto.
"Come stai?" Gli chiese semplicemente.
"Indaffarato" esclamò.
"È una serata così bella" si ritrovò lei a dire sognante.
"Troppo romantica, Granger ".
"Dovrebbe apprezzare i Grifondoro che scorgono la bellezza nelle tenebre".
"Tu sei solo luce, Hermione " le confessò. La giovane si girò e lui si abbassò per darle un bacio a fior di labbra.
"Credevo non mi ritenessi abbastanza".
"Tu sei abbastanza per tutto. Sei nata in un mondo diverso dal nostro, sei arrivata qui e hai fatto di questo mondo il tuo spazio. Colmi ogni inadeguatezza, ogni distanza, con il sapere. Come fai a non capire quanto tu sia grande?" Le disse con sincerità. Gli occhi di Hermione brillarono e rimase stupita da quella confessione.
"E tu sei un esempio per me".
"Io sono un uomo da dimenticare".
"No, mai" scosse la testa in disappunto. La giovane si lasciò cullare da quel tepore e trascorsero la serata l'uno accanto all'altra.

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