•3

3.2K 171 14
                                    

I Lunedì facevano già abbastanza schifo di per sè. Louis era stanco e irritato dal weekend e, per di più, doveva andare a scuola. E per di più, tra un'ora e mezza, aveva il primo allenamento con l'appena formata squadra di calcio. E non ne era così ansioso. In realtà, si ritrovò a pensare Louis, che se Harry non fosse stato il coach della sua squadra, sarebbe stato molto più felice di andare all'allenamento. Se Harry non fosse stato il coach della sua squadra, un sacco di cose sarebbero state differenti, nessuno dei quali probabilmente avrebbe rimpianto. Era abbastanza stupido del fatto che adesso fosse spaventato a morte dal suo stesso coach. Beh, in realtà non lo si poteva biasimare. Harry era più alto di una testa rispetto a Louis ed era stato sul punto di sbattergli il capo contro un pezzo di metallo, e questi erano dei validissimi motivi per cui Louis doveva essere assolutamente spaventato dal loro incontro, stasera. E poi, c'era quello sguardo negli occhi di Harry e il modo in cui gli aveva parlato, dopo che Louis gli aveva detto quello che pensava di lui. Louis non sapeva cosa diavolo fosse o cosa potesse significare, non poteva neanche tirare a indovinare. Si preoccupò di questo per tutto il giorno, la scena nello spogliatoio si ripeteva continuamente nella sua mente, rendendolo più curioso da ciò che esattamente potesse significare. Ma decise di smetterla di pensarci perché si stava distraendo troppo per colpa del suo coach. Ed era certamente questo il perché Louis si ritrovò a scontrarsi completamente contro Ryan Shoemaker.

La sua bocca era aperta, pronto per scusarsi con chiunque fosse andato contro, ma poi alzò lo sguardo e vide chi era. Ryan era alto e robusto e sovrastava minacciosamente Louis con sguardo torvo. I suoi occhi erano verdi, come quelli di Harry, ma spenti e spaventosi. Louis distolse lo sguardo e velocemente richiuse la bocca. Sistemò la borsa della palestra sulla spalla e indietreggiò per dirigersi all'allenamento. Una forte mano si chiuse sulla sua spalla e lo fermò.

"Ehi, Tommo, ragazzo" rimbombò la voce di Ryan ghignante dietro di lui. La mano sulla sua spalla lo fece voltare e lo afferrò per il colletto della sua maglietta, come aveva fatto ieri Harry. Louis fece cadere la sua borsa, sorpreso.

"Congratulazioni per essere entrato in squadra, frocio" disse, sorridendo quando sbattè la schiena di Louis contro gli armadietti.

Quando Louis venne sbattuto contro il duro metallo, anche la sua testa colpì l'armadietto, e forte. Così forte che per un momento tutto quello che vedeva era nero e il dolore era così grande che pensò sarebbe potuto svenire. Louis gemette e strizzò gli occhi, delle macchie bianche danzavano all'interno delle sue palpebre. Un respiro affannoso uscì dalle sue labbra quando sentì qualcosa di duro prendere a pugni il suo stomaco e un pugno colpire la sua guancia. Indifeso, con le lacrime a corrergli lungo il viso, Louis lottò contro la stretta di Ryan sulla sua maglietta e cercò di divincolarsi dalla sua presa, ma la mano di Ryan catturò il suo braccio. Le sue possenti dita si avvolsero intorno tutto il suo bicipite, forti quanto una morsa, non permettendogli la fuga.

Ryan si chinò, così vicino al viso di Louis che quest'ultimo odorò il suo amaro respiro e gemette "I froci non giocano a calcio, non ci giocano"

Con uno sbuffo, lasciò il braccio di Louis e lo spintonò sul pavimento. Louis piagnucolò pateticamente e si rannicchiò sulle fredde piastrelle quando il piede di Ryan colpì una volta la sua schiena e un'ultima volta il suo fianco. Poi sentì una crudele risata e i passi di Ryan che retrocedevano prima che tutto divenne di nuovo silenzioso, ad eccezione dei respiri affannati di Louis quando provava a riprendere fiato. Assaporò nella bocca il sapore salato delle sue lacrime- o forse del suo sangue- e restò immobile sul pavimento, perso nel suo stesso dolore. Alcune persone semplicemente lo odiavano, quindi ovviamente era stato già picchiato in precedenza, ma mai così duramente. La cosa triste era che non ne era nemmeno sorpreso.

Dopo che si riprese, Louis prese la sua borsa e si spostò, appoggiandosi contro gli armadietti per alzarsi dal pavimento, il dolore acuto all'addome gli causava dei gemiti ansimanti che uscivano dalla sua bocca, quando poi finalmente si alzò. Incominciò a fare dei piccoli passi in avanti, la pulsazione nella sua testa faceva girare il corridoio intorno a lui dentro un unico grande vortice. Le sue mani si spostavano lungo il muro per sostenerlo mentre continuava a camminare.

17 Black (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora