12. Non Fare Rumore

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Si erano fatte le tre del pomeriggio e Dahyun era salita sul tetto dell'ospedale in cui si erano rifugiate per prendere un po' d'aria. Erano riuscite a coprire l'odore di bruciato con l'aiuto dei deodoranti che avevano quasi terminato, ma la sua pungenza sembrava aver preso la residenza nelle sue narici, dandole un senso di nausea.

Prese la sigaretta che aveva tenuto in tasca, sulla quale aveva scritto il nome delle due ragazze che avevano perso la vita "la finirò tutta in vostro onore, purtroppo non posso fare altro per voi"

Non fu facile smettere di tossire, eppure non si era data per vinta: non avendo altro era determinata ad andare fino in fondo e così fece, buttando il mozzicone di sotto e unendo le mani in segno di preghiera "forse un'assassina come me non dovrebbe avere nemmeno un vago diritto di poter pregare, però vorrei fare soltanto una richiesta" si era presa qualche secondo di riflessione, gli occhi persi a guardare le nuvole scure che promettevano pioggia "desidero un futuro per tutte noi"

"Stai iniziando ad impazzire? Non ti ho mai sentita parlare per così tanto tempo" Jeongyeon era seduta in un angolino dove nemmeno l'occhio attento della spadaccina era riuscito a vederla, anche lei in quel luogo per poter fumare in completa solitudine.

Dahyun non aveva dato alcuna risposta, essendosi limitata ad una scrollata di spalle piuttosto rapida. Non era arrabbiata con lei, voleva soltanto evitare di farla innervosire di nuovo.

La ragazza più alta la raggiunse, appoggiandosi alla ringhiera e guardando la desolazione che avevano attorno "mi dispiace tanto per aver alzato le voce e le mani contro di te, non lo meritavi"

"Hai esagerato un po', ma non me la sento di giudicarti perché per capire determinate situazioni bisognerebbe esserne protagonisti. È stata anche colpa mia, avrei potuto stare zitta e lasciarti prendere la tua decisione"

"Sei una brava ragazza e ti confesso un segreto: sei la mia preferita tra tutte le disgraziate del nostro gruppo" nonostante gli occhi arrossati e gonfi di pianto il sorriso di Jeongyeon era sincero "anche Nayeon ti adorava, ma era preoccupata per te perché sei un'adolescente che porta delle spade affilate appese alla cintura"

Dahyun non si scompose minimamente, anche se nel profondo era felice di quella rivelazione "ho diciotto anni, sono maggiorenne in alcune parti del mondo"

"Sarà, ma qui sei comunque nella categoria dei bambini e in quanto tale ti chiedo di ubbidire fino a quando non saremo al sicuro. Dobbiamo andare a prendere del cibo e tu sei la più forte tra noi, non possiamo permetterci nemmeno un passo falso"

La conversazione terminò in quel momento, ma mentre la maggiore se ne stava andando Dahyun riuscì a farle una domanda che tanto temeva "stai fingendo di voler continuare a vivere o sei davvero intenzionata ad arrivare fino in fondo?"

"Voglio farmi carico di voi fino alla fine di questa schifosa esperienza. Nayeon agirebbe in questo modo e voglio esaudire il suo ultimo desiderio ad ogni costo"

"Mi sono rimaste soltanto dieci frecce, ma considerando le armi da fuoco, le mazze da baseball, il martello e le spade di Dahyun direi che non siamo messe tanto male" Mina stava riorganizzando tutte le armi sul tavolo per decidere come dividerle nel modo più equo possibile. E per non dover pensare ad altro.

Sana era accanto a lei con l'intenzione di darle una mano, ma a conti fatti si era limitata ad osservare la sua fidanzata con un'ammirazione tale da aver quasi commosso Tzuyu, la quale vista l'assenza delle altre era finita a fare il terzo incomodo.

"Voi che ne dite? Io userò l'arco e terrò una mazza, Jeongyeon avrà il martello, Dahyun le spade, mentre voi altre avrete tutte una mazza a testa. Dobbiamo solo decidere a chi affidare la pistola e il fucile"

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