𝚌𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 6

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Le luci abbaglianti dei flash. I ritmici clic delle macchine fotografiche. I microfoni e i giornalisti accalcati in una massa informe. Gli sguardi, le voci e i suoni...

—Da dove prende ispirazione per le sue opere?—
Silenzio!
—Come le è venuta la passione per l'arte? È stato suo padre a trasmettergliela?—
Basta!
—Il suo è un talento innato o il risultato di duri anni di lavoro?—
Smettetela!!
—C'è una persona speciale a cui dedica i suoi capolavori?—
Non ne posso più
—Pensa già di prendere moglie?—
Domande, domande, domande...
FATELI SMETTERE!!

—Mi fai ribrezzo—
Quello sguardo severo
—Io e tua madre stavamo molto meglio prima del tuo arrivo—
Quella voce tagliente
—Come fai ad alzarti ogni mattina sapendo di essere quello che sei?!—
Quella smorfia di disgusto
—Un mostro, un incapace privo di talento, solo spazzatura...—
Tutte quelle parole. Tutti quegli insulti.
Basta... ti prego smettila... ho fatto tutto quello che potevo, ho sempre dato il massimo.
Non saresti dovuto nascere—

BASTA!!—
L'urto squarcia il silenzio della notte.
Hyunjin si sveglia nella buia stanza d'hotel dove alloggia da ormai una settimana.
Le coperte stropicciate, il viso madido di sudore.
Era tutto un sogno... o forse solo in parte. Infatti quando si gira allungando una mano nel letto accanto a sé, sente solo il freddo vuoto sulle lenzuola.
Felix non c'è.
Sono le 2:19, notte fonda.
Non sa che ora è in Corea, ma ha un tremendo bisogno di sentire quella calda e rassicurante voce profonda.
Trascina i piedi sul pavimento liscio e spoglio di quella camera, fino al balcone.
All'aria aperta fa più fresco che chiusi in quella stanza soffocante.
Con le dita tremanti apr la rubrica cercando il numero dell'australiano; le lacrime minacciano di uscire da un momento all'altro.
Il telefono suona.
Tut, tut, tut, tu-
—Pronto?—
Il cuore di Hyunjin si scioglie al pensiero del biondo, con la voce impastata dal sonno, gli occhi semichiusi e i capelli spettinati .
—Ehi... scusami, ti ho svegliato ma... mi mancavi—
—Hyunjin! Amore anche tu mi manchi da morire!! Non importa che ore siano, quando vuoi chiamami sempre—
—Come stai?—
—Bene... ma starei meglio se tu fossi qui con me in Corea; sono andato da Jisung ma quello ha occhi solo per Minho—
Il moro sorride sentendo la voce imbronciata del ragazzo, come fa ad essere sempre così carino?
—Non puoi immaginare che ho rincontrato... Christopher!—
—Ma chi, Bang Chan?! Come sta. È da tempo che non ci vediamo...—

Ed un'altra notte passò così... tra una storia e l'altra.
Mentre le stelle stavano ad osservare i due ragazzi dall'alto dei cieli, come degli angeli custodi a conoscenza delle sorti di ogni essere umano.








Eccomi!!
Purtroppo per voi sono ancora qui :))
Come va?

𝙒𝙖𝙞𝙩𝙞𝙣𝙜 𝙛𝙤𝙧 𝙮𝙤𝙪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora