𝚌𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 7

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—Signorino... signorino Hwang... SIGNORINO HAWNG SI SVEGLI!!—

Il rumore delle tende che scorro, la luce del sole che invade la stanza, la voce stridula della manager che lo chiama. Hyunjin apre leggermente le palpebre trovandosi davanti quella donna dallo sguardo severo, come se volesse buttarlo giù dal letto. —È andato ancora a dormire tardi vero? Non mi costringa a controllare se dorme la notte—

—Scusa Evangeline, non lo farò più— La donna sbuffa scocciata guardando il disordine della stanza: i vestiti buttati sui mobili, pennelli ovunque, fogli sparsi sul pavimento. —Ora si alzi, metta a posto questo disastro e si vesta. Suo padre la aspetta a colazione— Detto questo esce in punta di piedi dalla stanza, cercando di non calpestare nulla. Hyunjin si stiracchia sbadigliando; il cielo fuori dalla finestra è azzurro, puntellato da candide nuvolette. I passeri cinguettano sui rami di un albero è una leggera aria fresca trascina con se il profumo dei fiori sul davanzale. Sarebbe una bellissima giornata se non fosse per tutti gli impegni a cui deve pensare. Dovrebbe avere un'intervista alle 11:30, ma cercherà di sviare o rispondere alle domande il più velocemente possibile, per poi scappare dalle grinfie del padre ed andare a fare una passeggiata. Non può sprecare una così bella giornata di sole. Mentre raccoglie i fogli il suo sguardo viene attirato da un foglietto che scivola a terra. È lo schizzo a matita di una figura, più precisamente un ragazzo sdraiato sul fianco sinistro, di spalle. È Felix che dorme beatamente. Come dimenticarsi di quel giorno.

Era stata la loro prima volta. La prima volta che si erano sussurrarti un 'ti amò' tra i sospiri. La prima volta che Hyunjin aveva potuto osservare il corpo del biondo sotto luce della luna. La pelle candida risplendeva come una stella, il petto si alzava e abbassava quasi in modo impercettibile; gli occhi chiusi, il corpo rilassato e la mente nel mondo dei sogni. 

—Signorino Hwang si sbrighi!!— Ancora una volta, la voce stridula di Evangeline lo risveglia dai suoi pensieri. Il moro corre a vestirsi, acchiappa la borsa al volo e si precipita fuori dalla stanza abbattendo leggermente la porta. Quando arriva al bar dell'hotel col fiato corto, cerca di ricomporsi e si siede di fronte al padre con la schiena ben dritta. Quest'ultimo alza un sopracciglio come a ricordargli qualcosa. —Buongiorno— il tono di Hyunjin è freddo e distaccato. —Umh... per l'intervista di oggi sempre la stessa procedura, rispondere in modo semplice e vago alle domande impertinenti, finire in prima pagina va bene ma non per qualche scandalo...— Chiude in modo secco il giornale e lo ripiega. —Non vorrai rovinare la MIA reputazione, vero? Ah e ricorda...—

—Sorridere e ringraziare, lo so, lo so, non c'è bisogno di ripeterlo ogni volta— Il cameriere arriva portando con se l'ordine del moro. —Un americano ghiacciato d asporto—

—Ah... grazie mille— Hyunjin controlla l'orologio un'ultima volta. 10:00 Sono in ritardo pensa sgranando gli occhi. —Allora io vado— Si alza e con un leggero inchino abbandona il padre alla sua brioche mattutina. I corridoi e le scalinate dell'hotel sembrano non finire mai; dietro ogni  angolo c'è un altro angolo, dietro ogni porta un'altra porta. Sembra quasi un labirinto di marmo bianco e piastrelle. I passi affrettati del moro rimbombano contro le pareti bianche: gira l'ennesimo angolo e sbatte contro qualcosa, cadendo rovinosamente a terra. —Oh cielo scusami!! Non volevo venirti addosso, non ti ho proprio visto...— Una giovane ragazza con pallide braccia affusolate gli sta tendendo la mano mentre si inchina e continua a scusarsi. Ai suoi piedi sono sparsi vari fogli che Hyunjin si affretta a raccogliere e mettere in ordine. —Ti sei fatta male?— Lei scuote leggermente la testa arrossendo, ha gli occhi affilati come quelli di un gatto e i capelli lunghi e lisci color nocciola. È molto carina. —No s-sto bene, ah grazie per i fogli— Il moro sorride timidamente, deve averla spaventata. —Comuqnue io cono Hyunjin. Hwang Hyunjin—

—Hahaha questo lo so... mi chiamo Yeji, lavoro in un'azienda che organizza mostre ed esposizioni, forse avremo modo di rivederci per parlare ancora un po'... ora devo proprio scappare—  Detto questo si inchina ancora una volta e corre via, lasciando uno Hyunjin perplesso al suo caffè.






Ho notato il fatto che io usi molto la parola 'leggero' 

𝙒𝙖𝙞𝙩𝙞𝙣𝙜 𝙛𝙤𝙧 𝙮𝙤𝙪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora