Quel lunedì mattina quando mi svegliai, l'unica cosa a cui pensavo era che l'ansia mi stava mangiando viva. Da lì a poco avrei fatto il mio ingresso accanto a Jax Connor, il ragazzo più popolare della scuola e dovevamo far credere a tutti che stessimo insieme.
Come se fosse possibile.
Mettendomi l'anima in pace cominciai a prepararmi e quando finii andai in cucina per la colazione anche se il mio stomaco non ne valeva sapere di ingerire qualcosa, quindi alla fine optai per una mela.
"Vai da qualche parte in particolare?".
Guardandomi dall'alto in basso, mio fratello prese per sé una tazza dal ripiano in alto, del latte nel frigo e se ne versò una porzione abbondante. Abbassai lo sguardo sui miei semplici jeans larghi e la t-shirt blu che indossavo agrottando le sopracciglia.
"Perché? Cos'ho che non va?".
"Oggi mi sembri diversa dal solito. Hai anche lasciato i capelli sciolti".
Già, l'avevo fatto.
"Sei stata invitata alla fashion week e non mi hai detto nulla?"
"Ah, ah. Divertente", presi il torsolo della mela e la buttai nella pattumiera.
"Ogni tanto anche a me piace non sembrare sempre uno zombie".
"Si, lo capisco. Ma ormai mi ero abituato a vederti tutti i giorni come una comparsa di The Walking Dead e non me l'aspettavo. Avvisa prima di avere queste idee." Quasi soffocò il cucchiaio di cereali che aveva in bocca quando gli diedi uno scappellotto in testa.
"Muoviti a finire, devo arrivare presto a scuola".
Come ogni mattina andai a controllare la mamma e quando mi accertai che andasse tutto bene, tornai indietro per prendere lo zaino e le chiavi. Max mi passò davanti uscendo di casa e girandosi a guardarmi fece una faccia scioccata.
"Ti sei anche truccata?."
Alzai gli occhi in cielo e mi richiusi la porta alle spalle.
Quando arrivai nel parcheggio della mia scuola, di Jax neanche l'ombra così presi il cellulare e lo chiamai, mi rispose dopo 2 squilli.
"Pronto?."
"Dove diavolo sei?."
Stavo cominciando a sudare e ciò non andava bene.
"Chi parla?"
"Sono io Callie."
"Ohhh Calliope, buongiorno anche a te", avrei voluto ucciderlo se lo avessi avuto sotto mano.
Presi un respiro profondo prima di parlare.
"Posso sapere dove sei?", dissi con tono più calmo.
"Sono arrivato adesso. Scendi dalla macchina così entriamo insieme." Chiuse la telefonata.
Uscendo lo notai parcheggiare due macchine più avanti della mia. Ovviamente appena mise piedi per terra tutti gli sguardi erano rivolti verso di lui, ma non sembrava farci caso.
Mi sono sempre chiesta come facesse a non notarli, perché diciamocelo, non passa di certo inosservato. Oggi aveva dato il meglio di sé, indossava i soliti jeans, con una T-shirt bianca e una giacca di jeans, i capelli scuri sempre perfetti e il solito sorriso da flirtatore seriale in faccia.Venne direttamente verso di me, ignorando chi lo salutava passandogli di lato, e quando mi arrivò davanti mi mise una mano sul fianco e mi baciò una guancia.
"Buongiorno Callie. Come stai oggi?"
Dal suo tono intuivo che non era per nulla preoccupato.
"Come fai ad essere così calmo? Io sto praticamente andando in iperventilazione oltre a sudare come un maiale", dissi facendomi aria con una mano.
STAI LEGGENDO
Amore a contratto
RomanceCalliope Campbell non si sarebbe mai aspettata di essere il centro di tutti quegli sguardi carichi d'invidia, non dopo 4 anni passati a cercare di essere invisibile. Ma il destino aveva altri piani. O meglio, Jax Connor, il capitano della squadra d...