"sconØsciuto🥀"

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Daniel's pov

Avevo quasi dimenticato cosa fosse successo ieri sera.

_Ore 6:06 del mattino_

"Daniel esprimi un desiderio" bisbigliò la mia mente scaramantica.

La luce del Sole che filtrava attraverso le persiane della mia camera, punteggiava il muro come piccole lucciole.

Strizzai gli occhi, fin quando non guardai lontano dalla finestra: oltre ad essere opacizzata dal freddo, le strade erano ricoperte dalle foglie degli alberi, ai lati dei marciapiedi e lo scroscio della gente che parlava senza sosta.

«Ragazzi, alzatevi!» esclamò mia madre.

La sua voce riecheggiava in tutte le camere mentre entrava aprendo le finestre e facendo baccano.

Ci mancavano solo le padelle da cucina

Sbuffai, mentre trascinai il mio corpo dal letto e raccolsi prendendo dall'armadio degli abiti per la scuola ad occhi chiusi, senza pensarci due volte.

Un maglione color turchese con delle striature giallognole, pantaloni neri semplici e le vecchie scarpe dell'Adidas rosse che avevo comprato qualche anno fa al mercato (in realtà erano bianche ma tra una noia e l'altra le ho dipinte col pennarello indelebile).

Legai con una molla i miei capelli dorati e ondulati.

Abbracciai i miei, come facevo sempre, mia sorella Evie e mio fratello Matt.
Uscii. L'aria era da mettere i brividi. Il che non mi infastidiva perché, si ragazzi, amo le stagioni fredde: specie l'inverno.

Il tragitto lo feci a piedi e dopo mezz'ora arrivai ai cancelli che circondavano la scuola.
Nel frattempo cercai Kent, Ally e soprattutto Amy tra i migliaia di adolescenti che parlavano ai lati del cancello.
Tentai di saltellare come un rimbambito, sperando di trovarli sventolando come una bandiera la mia mano. Ma non li trovai.

Chissà dove erano finiti. Magari erano già in classe. Agitato decisi di optare l'ultima scelta che avevo nella testa.

"Poom" per sbaglio colpì un ragazzo.
«Oh mi dispiace, quanto sono sbadato»

Mi piegai raccogliendo i libri poggiati per terra finché non mi accorsi che qualcuno mi stava parlando.

«Ehi ti serve una mano?» rispose lo sconosciuto coi capelli rossi.

Prese il mio libro di letteratura e me lo porse. Sorrise.

«Non ti preoccupare» fu quello che mi riuscì a dire vedendo le mie mani tremare.

Da dietro sentì i suoi compagni che ridevano.

«Vedi di andartene, marmocchio»
«Si, perché non sparisci?!»

«Stavo giusto andando in classe»
ribattei con veemenza senza eccellere troppo.

Che fessi...pensai alzando gli occhi al cielo. Forse l'unico che si salvava era quel dolce ragazzo, ma chi lo sa...a volte le apparenze ingannano.

*

Ci misi un po' ma alla fine giunsi nella mia classe. Mancava ancora molta gente e il prof Hopkins di filosofia non era ancora arrivato.

Alla fine dei banchi vidi appostati Amy e Kent che stavano chiacchierando.

«Daniel!» mi corse incontro Amy e da dietro Kent e Ally che la rincorrevano.

«Jake»

«Jake chi?» risposi aggrottando le sopracciglia.

«Era quello che cercavo di dirti ieri sera!»

«Amy» spiegai con calma prendendo le redini della situazione.

«Mi spieghi cosa sta succedendo?»
Fece un respiro profondo.

«Quest'anno è arrivato un nuovo studente della nostra classe»

«Ok...» dissi dubbioso e facendole capire gesticolando di continuare.

«Si chiama Jake Scott, è arrivato da non so quanti giorni alla "Ryanvid" solo perché aveva ricevuto una borsa di studio all'accademia militare. Tuttavia… non è il tipo di cui ti puoi fidare o con cui essere amici. Certa gente, ho saputo, ha sofferto per colpa sua e da quanto ne so ha ferito un membro della sua famiglia...per non parlare dei suoi compagni. L'uno peggio dell'altro. Insomma il solito ragazzino figlio di papà che sa nascondere la merda alla perfezione»Certa gente, ho saputo, ha sofferto per colpa sua...per non parlare dei suoi compagni. L'uno peggio dell'altro.»

«Ah...ma-»

«Per caso lo hai incontrato prima di questa conversazione?» chiese Amy notando la mia trasparenza.

«Ehhh...no, non credo» oltre i miei amici non conoscevo nessun altro.

«Ha i capelli rossi, occhi verdi...abbastanza alto...» disse cercando di farmi ricordare.

«Aspetta...ma non sarà quel ragazzo con cui mi sono appena scontrato prima di arrivare qui?»

«Forse...mi raccomando stagli alla larga. Non te lo voglio imporre, certo. Ma certa gente può essere solo uno specchio per le allodole. »

«Amy, mi fa piacere che tu ti preoccupi per me, ma so badare a me stesso. »

«Certo, certo questo lo so...ma ti chiedo solo di stare attento. Il mondo è fatto anche di cose brutte.»

«lo so...lo so» mormorai senza farmi notare.

Sinceramente mi sarei arrabbiato in quel momento, ma conoscendo Amy non avevo nessun motivo di prendermela.

Lei è sempre stata iperprotettiva, specie con chi le è o era caro, come la famiglia... lo capì nei giorni in cui venivo invitato ai suoi cenoni di Natale o ai giochi in cui partecipava tuuutta la sua famiglia. Il suo modo alquanto attento è il motivo per cui ci tiene molto alla gente.
Mi fermai a pensare e poi annuì, interrompendo il silenzio e nascondendo anche il fatto che non sapevo cos'altro dire.

Perché cos'altro dovevo dire... era vero.

Nota dell'autore 🍭

Hey piccole rondini 🐦
Rieccomi. Leggermente in ritardo, ma ecco qui. Spero che vi possa piacere. Non fatevi scrupoli a mandarmi commenti...sappiate che mi fa molto piacere.
Ciao❤️🌈

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