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«Mattè io non ce torno più.»
«Manuel ma sei scemo?»
«Mattè ma te rendi conto d'a figura di merda? Della dimensione della figura di merda? Si

Manuel sta camminando attorno a tavolo della sua cucina mentre Matteo lo ascolta, quasi disteso sul divano, mentre si lamenta dello svenimento avvenuto in palestra.

«Oh sì, è stata enorme Manuel!» scoppia a ridere.

Manuel si gira verso di lui fermandosi e quasi lo fulmina con lo sguardo.

«Stai a scherza' col fuoco. Te ricordo che questa è tutta colpa tua!» esclama.

«No, se te sei coglione 'n è mica colpa mia oh.»

«Madonna questo...» borbotta Manuel, passandosi le mani sul viso.

«Ce torno solo quando non ce sta Simone, è l'unica soluzione.» dice dopo un po', preparando un caffè per sé e l'amico.

«Bell'idea. E come fai a sape' quando ce sta e quando no?»

Matteo cerca di trattenere una risata per la sua incolumità.

Manuel evita accuratamente di rispondergli.

«Secondo me non se lo ricorderà nemmeno più Manuel dai... sai a quanta gente è successo...» cerca di convincerlo l'amico, prendendo la tazzina.

Manuel gli si siede davanti. «Tu dici? Io non credo proprio. Te quanta gente conosci ch'è svenuta in palestra perché s'è improvvisata Bolt?» afferma, prima di iniziare a bere il suo caffè.

«Beh... cioè... se pensi che»
«Daje Mattè, nessuno. Basta.»

A quel punto l'amico vedendolo disperato gli si avvicina, facendogli notare una cosa.

«Scusa eh Manuel, ma se te 'sto Simone lo odi, te sta sui coglioni e tutte 'e cose belle che hai detto in 'sti giorni, no? Ma che problemi te fai? Ma che te frega?» domanda, passandosi una mano sulla fronte.

«Mi frega, va bene? E basta!»
«Secondo me 'sto Simone te piace sotto sotto.»
«Sotto a 'n treno Mattè.»
«Vabbè, comunque io vado domani alle cinque.»

Manuel sgrana gli occhi.

«Ma come? E io?» domanda preoccupato.
«E tu se vuoi veni', vieni, me pare semplice, no?»
«E Simone?»
«Cristo Manuel, ce parlo io co' Simone.»

Manuel, fino al giorno successivo alle cinque in punto, non ha fatto che ripetere all'amico che non deve assolutamente rivolgere la parola a Simone, per nessun motivo.

In realtà spera di non trovarlo lì, spera che per quel giorno non avrà clienti da seguire o in alternativa spera che la sua performance di corridore sia stata cancellata dalla sua mente come con un incantesimo Oblivion.

Naturalmente la prima persona che si ritrova davanti, appena entra nello spogliatoio, è proprio Simone. Simone che sta parlando con un ragazzo che pare chiamarsi Martino e che, a differenza sua e di matteo, sembra uno che le palestre le frequenta da quando è nato.

Manuel è terribilmente infastidito perché Simone non risponde nemmeno al suo saluto, semplicemente continua a parlare con quel ragazzo.

«Devo andare a prendere la maglia nella mia stanza.» dice Simone ad un certo punto ma è quello che sente dopo che fa ribollire il sangue nelle vene di Manuel.

«Ti posso presta' la mia e me la ridai stasera, tanto ti fermi da me, no?» gli propone infatti Martino.

Matteo lo vede che l'amico si è fermato ad osservare gli altri due ragazzi, tanto sorpreso da dimenticare di avere ai piedi due scarpe diverse, e vorrebbe ridergli in faccia ma ci tiene ancora troppo alla loro amicizia.

Part-time loverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora