Mi devo fermare un attimo.
Lo devo a me stesso e probabilmente lo devo anche a voi che siete arrivati a leggermi fino a qui.
Vi devo dare il libretto di istruzioni per capire quello che avete letto e sopratutto quello che verrà nelle prossime pagine.
Ho un buco nello stomaco mentre vi scrivo e non sono più tanto convinto che in questo dolore non c'entri la mia anima, come hanno sempre cercato di farmi credere.Mi hanno detto una marea di volte che esagero, che vivo troppo. E sapete cosa? Hanno ragione. Hanno sempre avuto ragione.
Vivo tutto troppo. È un problema enorme.
Ho vissuto troppo Giorgia, ho vissuto troppo Giulia, ovvero la proprietaria del paio di occhi che prima vi ho detto che occupano quella parte del mio cuore. Ho vissuto tutto cosi tanto che l'unica via d'uscita e diventata lo scriverne. Mi sono sempre sentito stupido a parlarne a voce, non sapevo come poter dare un senso al sentirmi crollare solo per un messaggio non risposto, o davanti ad un sogno non corrisposto.
Avete presente la paura del giudizio della quale vi parlavo prima? Ecco per me diventa fobia o addirittura follia quando sotto la lente di ingrandimento ci finisce la mia anima. Perché se è sbagliata quella allora possiamo chiudere il mio sipario.A dire la verità molte di queste esperienze le ringrazio, ringrazio quelle due stelle che ho avuto la fortuna di incontrare sul mio cammino, più tutte quelle altre che in un modo o nell'altro mi hanno toccato il cuore.
Ma lì per lì, quanto ho sofferto lo sa solo Dio.
Ho ponderato quest'ultima frase, ma l'ho scritta con convinzione. Solo io e lui sappiamo davvero come sono stato e come sto tutt'ora, quando arrivano quei momenti improvvisi dove l'anima decide di urlare tutti i suoi graffi.
Devo dire la verità, io i miei traumi più grossi li ho avvertiti nelle relazioni con le donne, i dolori più grossi li ho vissuti lì. Ad eccezione di quando ho perso pezzi di cuore volati in cielo, ma quello è un altro dolore, nemmeno descrivibile alle volte.
Fatto sta che io sono sempre stato troppo emotivo, mi hanno definito pesante, esagerato e tutte quelle affermazioni che si fanno davanti ad una persona che in realtà siamo noi in primis a non capire.
Non mi hanno quasi mai capito in vita mia, ed io questo l'ho sempre sofferto al limite del sentirmi sbagliato.
Però questo libro non nasce da quelle volte dove non mi hanno capito fin da subito. Queste pagine cercano di asciugare le lacrime che sono scaturite dalle pochissime volte nelle quali io mi sono sentito capito. Perché è lì che rischi davvero, quando per un attimo abbassi le difese, quando ti senti al sicuro.
E questo per me è successo solo con Giorgia e Giulia. Vi parlo di queste, perché sono state le due volte dove sono finito in apnea. Non respiravo più. Per Giulia ho scritto addirittura un libro a parte, che spero un giorno troverà spazio negli scaffali di qualche libreria. Giorgia invece mi ha imposto la scrittura, è stata per "colpa" sua che ho iniziato a scrivere per me.
Quando parlo di me sono troppo logorroico, me ne rendo conto. Ma dipende dal fatto che vorrei esaurire quello che ho dentro, ma non ci riesco mai.Comunque per riassumere.
Leggete queste parole come scritte da uno che non è mai riuscito ad accettarsi completamente. Ho odiato la mia emotività, poi il mio fisico ed infine sopratutto la fragilità della mia anima. Anche se sono sempre stato il "ganzo" di turno come si dice a Firenze. Sempre pieno di ragazze, sempre pieno di amici, insomma quello particolare con cui tutti vorrebbero scambiarci due chiacchiere.
Ma non sono mai stato all'altezza di niente per me stesso. Mi sono sempre sentito meno di zero.
E le volte che la vita mi ha messo davanti a delle sconfitte, lì ho visto aprirsi voragini davanti a me, nelle quali per punirmi mi ci sono sempre buttato a capofitto. Ho sbagliato tanto perdendo di vista più di una volta quello che consiglierei al mio migliore amico.
Sono arrivato ad avere attacchi di panico, dipendenze e compagnie vuote accanto.Ho toccato il fondo, anzi sono ancora sul fondo.
Ma scrivendo pagina dopo pagina mi sono imposto l'obbiettivo di rialzarmi.
Raccontandovi come ci sono finito quaggiù e così facendo sussurrandolo a me stesso.
Questo libro sarà un viaggio dentro di me ed io lo farò con voi. Perché ho imparato che per avere, devo prima dare. E quando si parla della mia anima non conosco altro modo per farlo che scriverne.
Sarete i miei compagni di viaggio. Io sono più spaventato di voi. Ma sapendovi accanto a me mi faccio forza. Perché so che tutto questo scritto aiuterà qualcuno, servirà a qualcosa.
Ora partiamo dal primo passo. Voi venite con me.
Allora iniziamo Andre, prima di tutto respira, va tutto bene.
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Respira #VaTuttoBene
General Fiction-So che tutto questo scritto aiuterà qualcuno, so che servirà a qualcosa. Iniziamo mettendo un piede davanti all'altro, esattamente come si conquistano le grandi imprese. Voi venite con me. Ma prima di tutto: respira Andre, va tutto bene.-