Respira Andre, va tutto bene.Ecco! Voglio iniziare così.
Voglio iniziare dalla fine. Dal traguardo.
Inizio da ciò che ho sempre cercato, dal rispetto che non mi sono mai dato, dal tempo di respirare che non ho mai creduto di avere. Inizio da quello che più che la fine sembra appunto il suo opposto. L'inizio.
Per arrivare qui ho impiegato 28 anni, uno psicologo, 3 storie importanti e tante, ma tante esperienze di vita. Ho macinato molti chilometri in questo viaggio. La maggior parte delle volte l'ho fatto per scappare e lasciarmi alle spalle quello che pensavo essere, in quel momento, la causa della tempesta che dentro la mia anima corrodeva il mio corpo. Mi sbagliavo.
L'unica cosa che questo vagare mi ha insegnato, è che non si scappa da ciò che ti porti dentro. Puoi cambiare il luogo, l'orizzonte, puoi perfino decidere di stravolgere l'aria che respiri, ma non andrai lontano se sei fatto come me. Una volta in una delle mie fughe scrissi che non viaggio mai in compagnia ma non sono mai solo. Al tempo forgiai questa frase sul mio petto come se fosse un vanto, come se mi donasse un'aura da guerriero. In realtà già in quel momento riconoscevo il mio corpo appesantito da qualcosa, che forse solo adesso riconosco essere quella stessa essenza dalla quale io credevo di scappare.
Chi sono io lo capirete con l'andare delle pagine, per adesso vi basti sapere che nasco in una bella famiglia che non mi ha mai fatto mancare niente. E forse, è qui che inizia ad esserci la prima crepa. Quando ti abituano ad avere tutto, per indole diventi qualcuno che non accetta di non avere ciò che vuole. Credo che da questa black box possano uscire due tipi di persone: i viziati o i sognatori. Io per sfortuna faccio parte dei secondi.
Avrei voluto essere viziato nella mia vita, provare godimento nell'avere un bene materiale, raggiungere la felicità vedendo persone al mio servizio che assecondano tutto ciò che voglio. Ma così non è.
Sono un sognatore purtroppo e quello che mi condanna è che sono testardo al punto da riuscire spesso ad arrivare dove voglio. Per esempio la prima volta che ho fatto il cammino di Santiago de Compostela sono partito senza saperne niente. Mi avevano attirato e convinto le storie che Lorenzo e Martina mi avevano raccontato su una spiaggia semideserta di Forte dei Marmi, al termine delle quali io avevo già riposto quell'esperienza nelle cose da fare almeno una volta della vita.
Ah...piccolo inciso.
Fatevi una lista, da qualche parte, anche nelle note del telefono, dove segnate le cose che volete fare almeno una volta nella vita. Sembra una bischerata ma non lo è. Fidatevi. Anche se quando sentite quella determinata cosa non vi sembra fattibile al momento per voi, voi segnatela. Arriverà un momento nella vostra vita nel quale sentirete l'esigenza di sentirvi vivi e fidatevi quando vi dico che in quella lista ci sarà la vostra scintilla.
Tornando a Santiago, io che sono stato da sempre molto pigro, avevo deciso di battezzarmi con quella realtà tramite il cammino più facile e corto, quello chiamato Inglese. A Santiago infatti ci arrivano principalmente 5 cammini storici che partono da 5 punti diversi. Quello più battuto è comunemente chiamato "il francese" che, partendo dalla Francia, taglia a metà tutta la Spagna con una lunghezza di circa 780 km. Poi ne esiste uno che inizia dal nord della Spagna, uno dal sud, uno dal Portogallo e poi il più piccolo e più semplice, l'Inglese appunto. Così chiamato perché la partenza si trova a Ferrol, una città dimenticata da dio che si affaccia sul canale della manica davanti all'Inghilterra. Con i suoi 120 chilometri e la sua morfologia dolce permette a chiunque non ci capisca niente e sia del tutto vergine di queste esperienze di avere un approccio non traumatico con il cammino. Almeno così mi avevano detto. Tutte fesserie. Fidatevi.
Fatto sta che un giorno non bene precisato di quell'estate, esattamente quando avevo bisogno di quella famosa scintilla, decisi di prendere uno zaino, leggere tutti i siti che parlavano di Santiago e partire con il primo autobus disponibile alla volta di Ferrol.
Dopo 23 Ore di Bus e uno scalo a Barcellona arrivai nell'albergo che mi aspettava in una strada non bene precisate di quella ridente cittadina spagnola alla fine del mondo.
Per rendervi l'idea della situazione, mio padre quando mi portò a prendere il Bus, appena prima di scendere dalla macchina, guardandomi mi disse :
"Ma te non potevi andare ad Ibiza come tutti?"
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Respira #VaTuttoBene
General Fiction-So che tutto questo scritto aiuterà qualcuno, so che servirà a qualcosa. Iniziamo mettendo un piede davanti all'altro, esattamente come si conquistano le grandi imprese. Voi venite con me. Ma prima di tutto: respira Andre, va tutto bene.-