Vita dentro, morte fuori.

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Così i miei giorni passano tra mal di stomaco e dubbi. È davvero di Lauro questo figlio? E se lo ha fatto di proposito? Se questo figlio può essere una speranza? Se può tirarmi fuori da tutto questo?
Fantastico, la mia mente vola lontana da quella casa.
Devo ben presto tornare alla realtà, in soggiorno mi attendono i miei genitori e Tommaso con i suoi, stanno consumando tè e pasticcini.
"Buon pomeriggio." Dico appena, ho una nausea terribile che aumenta alla vista di quello che stanno mangiando.
"Tesoro, va tutto bene?" Tommaso chiede nel vedermi.
Annuisco appena.
"Scusate." Riesco ad aggiungere e scappo via in bagno, devo vomitare, per l'ennesima volta da questa mattina.
Ritorno in soggiorno e devo essere pallida, me ne accorgo da come mi guardano, non riesco più a tenere questo segreto, sotto le mani ogni giorno sento la pancia un po' più tonda. Dovrà venir fuori, prima o poi.
Tossisco, come se qualcosa mi fosse andato di traverso. Di traverso mi va questa storia, Tommaso e la sua famiglia, persino la mia di famiglia e l'avere un figlio con lui.
"Devo dirvi una cosa." Sospiro, li vedo prestarmi attenzione. "Sono incinta." Socchiudo gli occhi.
"Ma è meraviglioso." La mamma di Tommaso commenta.
"Congratulazioni ragazzi." Sento dire e vedo mani stringersi, pacche sulle spalle.
Sorrido fintamente, Tommaso viene a baciarmi una guancia. "Che bella notizia, amore." Mi passa le mani sul ventre.
"Lo dovremmo dire prima del matrimonio o aspettiamo?" Mio padre commenta.
"Ma dai, tesoro, non siamo più nel Medioevo." Mia madre lo rimprovera. "O prima o dopo, dovevano darci questa gioia." La vedo fiera, mi sorride e prende la mano.
"Giusto." Il padre di Tommaso aggiunge e i loro discorsi iniziano a fare da sfondo al mio malumore.
Mi affretto a salire in camera non appena dicono di andar via, si avviano però alla porta tutti meno che Tommaso che con un balzo mi raggiunge sulle scale.
Balzo dallo spavento a trovarmelo dietro.
"Che c'è? Ti faccio paura?" Ha quasi un ghigno sul viso. Apro la porta della mia camera e mi spinge dentro.
"Che ti prende?" Chiedo senza capire.
"È del mostro?" Si passa una mano sul viso.
"Non capisco." Scuoto la testa e comincio a respirare a fatica.
"Quel bastardo che hai nella pancia è di quel mostro tatuato? Il pagliaccio?" Mi afferra i polsi e mi scaraventa sul letto. "Avanti, parla. Che sei una puttana lo so da un pezzo, ma non mi rovinerai la reputazione, hai capito?"
"Come ti permetti?"
"Sta zitta Desirè." Mi urla contro e si stacca da me. "Sei bella, sei ricca e stai per sposare un uomo bello e ricco, cosa ti manca eh? Cosa ti passa in quella cazzo di testa?" Si siede di fronte a me e si massaggia le tempie. "Adesso mi stai bene a sentire, mi sono rotto della tua disobbedienza. Tuo padre è in un mare di merda, favoreggiamento a clan, comprendi? Se ancora non è finito dentro e voi avete perso tutto è grazie a mio padre che gli para il culo. Ma tutto questo ha un prezzo, amore mio." Giocherella con i miei capelli, lo fa come chi sa che al mondo può permettersi tutto.
"Perché devo pagarlo io questo prezzo?" Chiedo singhiozzando.
"Perché così è deciso e tu adesso cominci ad obbedire perché la pazienza me l'hai già fatta perdere troppe volte." Urla e si avvicina alla finestra, mi da le spalle. "Sono sterile, figli no ne posso avere, ma sono clemente, questo bastardo me lo cresco come figlio mio." Si avvicina a me. "E tu devi stare zitta, nemmeno i miei genitori lo sanno, questo sarà figlio mio, avrà il mio cognome e ringrazia Dio che non vi ammazzo tutti e due. Anzi, tutti e tre."
Deglutisco appena, sento come se la vita mi stesse abbandonando, ho paura.
"Non puoi prenderti il figlio di un altro." Ansimo appena.
"E perché no? Lui ha toccato la mia donna ed io mi prendo il figlio. Devo avere un erede o no?" Sghignazza e si aggiusta la giacca.
"Mi fai schifo." Sillabo decisa e piagnucolante. "Non ha toccato, mi sono lasciata toccare Tommaso." Urlo e gli colpisco il petto, piango a singhiozzi. "Mi è piaciuto essere toccata da lui, mi sono lasciata spogliare, toccare il seno, il culo, mi ha tenuta nuda addosso a lui, mi ha baciata. Ho sentito il sapore della sua saliva e mi è piaciuto maledettamente." Parlo a raffica, gli sputo tutto addosso, quasi smetto di respirare per quanto parlo, così un suo schiaffo decide di metter fine al mio monologo.
"Questo è figlio mio se non vuoi perderlo, hai capito?" Mi sputa in piena faccia e lascia la mia stanza.
Resto sola, con il mio piccolo dentro me che si starà chiedendo dove deve arrivare.
Non posso far altro, devo difendere quel che mi resta di questo amore. Così mi rassegno, fingerò che sia figlio di Tommaso, per il suo bene e per quello di Lauro.

𝐌𝐚𝐥𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐭𝐚/𝐀𝐜𝐡𝐢𝐥𝐥𝐞 𝐋𝐚𝐮𝐫𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora