Sì, ti voglio sempre così, maleducata.

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Mi tocca correre a casa il giorno dopo e mi tocca farlo ad orari strategici così da non incontrare mio padre.

Vado via con addosso i vestiti di Lauro e lasciando nel suo studio il mio vestito, quasi a dirgli che tornerò, perché in realtà muoio dalla voglia di ritornare.

Mi arrampico su per la finestra che porta alla mia stanza, apro la porta e corro a cercare Linda, la trovo in cucina.

"Linda." Urlo il suo nome.

"Desirè, la smetterai mai di sbucare così?" Mi rimprovera.

"Hanno sospettato qualcosa?"

"Nulla, finita la cena se ne sono andati dritti per la loro camera." Mi fissa. "Tu piuttosto, dove sei stata? Perché sei vestita da uomo? Desirè io ti voglio bene come se tu fossi figlia mia ma non posso coprirti in certe cose, non sta bene che con un matrimonio messo in piazza vai da altri uomini, che combini?" Mi sgrida a raffica e quasi ne rido.

"Linda, calmati." Le afferro le mani mentre ancora gesticola. "Non ho fatto nulla di adultero, sono i vestiti di un amico." Sorrido a guardarli.

"Mh, sarà." Mi guarda con sospetto.

"Piuttosto, mi prepareresti una bella colazione come solo tu sai fare?" Le chiedo spostando il discorso su altri binari.

"Hai una faccia da schiaffoni tu."

Ritorno allo studio, ho da riprendere il mio vestito e da consegnare i suoi a Lauro, così busso e attendo mi apra.

"Desirè." Sembra sorpreso nel vedermi.

"Ti ho riportato i vestiti." Gli porgo la busta una volta dentro.

"Potevi tenerli." Riferisce.

"Anche tu puoi tenere il mio vestito." Ride alla mia battuta, si viene poi a sedere di fianco a me.

"Sei venuta solo a riportarmi i vestiti?" Chiede speranzoso.

"Mi piacerebbe ballare per te." Dico rassegnata, ormai questa idea mi balenava nella testa dal primo giorno in cui me l'ha chiesto.

"Davvero?" Chiede quasi incredulo.

"Davvero." Asserisco convinta.

Ci mettiamo così a lavoro, buttiamo giù idee, mi fa ascoltare la canzone ed io abbozzo passi.

Fantastichiamo, ricreiamo il video nella nostra mente e quasi sempre le nostre idee combaciano.

Si chiama "MALEDUCATA" ed è un pezzo stupendo.

Così passiamo i giorni rinchiusi nello studio a cercare location, abiti. Si respira un'aria stupenda e finalmente io vedo colore.

Stiamo provando l'ennesimo giorno, siamo stanchi ma felicissimi, ci sdraiamo così sul pavimento a prendere fiato.

"Secondo me viene una bomba."

"La canzone è bellissima." Gli confido.

"Ho anche un'ottima ballerina eh, c'è da dirlo." Mi punzecchia quasi a ricordarmi che non volevo farlo e che ora sono entusiasta forse più di lui.

"Hai qualche tua giacca qui?" Chiedo e mi metto di scatto a sedere.

"Sì, di là." Spiega senza capire, mi vede poi sparire.

Esco dopo poco e indosso una delle sue giacche, è pitonata, la indosso con sotto solo l'intimo.

"Se deve essere maleducata, che lo sia." Sorrido soddisfatta, con lui si possono rompere tutti gli schemi ed è proprio questo il bello.

"Sei perfettamente maleducata così." Mi guarda soddisfatto per poi avvicinarsi, mi scruta quasi come il pittore fa con la sua tela, mi passa una mano sulla guancia e mi sposta delle ciocche di capelli. Parto quasi a respirare a fatica perché non posso negare che non mi dispiace avere le sue mani addosso.

Mi prende il viso tra una mano e si avvicina, sussurrandomi qualche parola della sua canzone: "Sì, ti voglio sempre così, maleducata." Ride ed io con lui e il suo fiato è sulle mie labbra ed il mio sulle sue.

Con un gesto dolce e deciso si avvicina il mio viso al suo baciandomi. Dovrei trovare la forza di staccarmi, di spiegargli che sto con Tommaso e non posso farlo ma del resto non sta facendo altro che mettere in circolo il suo ormone di fronte a me coperta solo della sua giacca, così non è il caso di fare melodrammi e resto appiccicata alle sue labbra.
Forse questa è tutta una scusa per non smettere di sentire questo sapore che mi piace maledettamente e che più di una volta come un'adolescente ho immaginato.

Ho in circolo ragione e sensazione, ma davvero è tutto questo terremoto interno baciare qualcuno? Con Tommaso non ricordo mai di aver sentito questo boato dentro me.

Si stacca un attimo, resta a fissarmi e sorride.

"Cazzo, stavo morendo dalla voglia di farlo, pensavo mi avresti tirato uno schiaffo." Ride e poggia delicatamente le sue labbra sulle mie.

Mi stacco e rido, poggio la mia fronte alla sua e nascondo delle lacrime che mi attraversano gli occhi.

"Vado a cambiarmi, devo andare." Dico duramente, me lo sto imponendo più che altro, perché vorrei restare fino a stasera qui su queste labbra, ma non posso. Sono una testa calda, sì, ma con un'etica.

"Devi già?" Chiede deluso.

"Sì." Me lo lascio alle spalle e vado a cambiarmi.

Mi vesto quasi di professionalità, raccolgo la borsa e raggiungo frettolosamente la porta.

"Ci aggiorniamo per le prove, la giacca è molto bella per qualche scena, teniamola in considerazione."

"Desi." Chiama il mio nome prima che io possa uscire, così mi arresto sulla porta e mi giro a guardarlo.

"Guarda che se non ti è piaciuto il bacio non accadrà più." Riferisce, ed io sembro un'adolescente che scappa dal problema piuttosto che affrontarlo. A dirglielo che in realtà se non lascio questo posto mi fiondo di nuovo sulla sua bocca ma non posso.

"Niente, tranquillo, amici come prima." Respiro appena e vado via.

𝐌𝐚𝐥𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐭𝐚/𝐀𝐜𝐡𝐢𝐥𝐥𝐞 𝐋𝐚𝐮𝐫𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora