Avrai gli occhi di tuo padre e la sua malinconia

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Passano i giorni ed io non mi sono mai mossa dall'ospedale, di tanto in tanto a turno mi hanno portato qualcosa di cui avevo bisogno. Penso di essere uno straccio ormai, passo il tempo rannicchiata sulla sedia, mangio poco e dormo meno, ma continuo a pregare e sperare.
Passa Linda in ospedale, ha l'aria trafitta.
"Desirè, tesoro." Mi bacia la fronte. "Come stai?"
"Come posso stare?" Asserisco nervosa.
"I tuoi genitori ti hanno diseredata." Mi dice calando il viso, come se quella fosse una disgrazia.
Lascio andare un sorriso sarcastico, mi passo poi nervosamente una mano nei capelli.
"E quindi? Credi che mi importi davvero qualcosa? La persona che amo si è beccata una pallottola per me, è in coma a lottare tra la vita e la morte invece di essere con me ad aspettare che nasca nostro figlio e mi dovrebbe davvero interessare questa cosa? Che vadano al diavolo." Urlo innervosendomi, così Valentina mi viene accanto e cerca di calmarmi.
Improvvisamente la nostra attenzione viene catturata dalla tv che scampana, ha appena fatto il nome "Achille Lauro", così ci voltiamo tutti di scatto.
"Sta scalando le classifiche con la sua Maleducata, la star emergente ne farà di strada." Commenta il presentatore radio. "E allora ce la godiamo con il video ufficiale." Prosegue.
"Siii." Urla Edoardo come se avesse segnato la sua squadra del cuore. "'O sapevo, nun ce crederà mai Laurè mo che se sveglia." Dice con un accento romanaccio e lascia andare delle lacrime che asciuga prontamente, come per non esser visto.
Parte il video e ci sono io, la mia faccia è lì, non è quello che abbiamo visto in facoltà.
"Ma...c'è anche la mi faccia nel video originale?" Chiedo incredula e mi porto le mani alla bocca.
"Lauretto ci teneva troppo." Edoardo spiega.
Linda guarda con aria di disappunto, tira poi un sospiro.
"Vedi Desirè? Hai fatto di tutto perché ti cacciassero via." Mi sembra quasi un'altra, come se l'avessero plagiata.
"Linda, a me di far parte di quella famiglia non me ne frega niente." Scuoto la testa. "Questa ormai è la mia famiglia." Gli mostro le persone intorno a noi, così la vedo arricciare il naso, per quanto mi voglia bene i soldi l'hanno vinta anche su di lei ed ora che sono una poveraccia è più interessata a compiacere i miei genitori piuttosto che me. Così ci volta le spalle e senza dire nulla se ne va.
Resto per un attimo a fissare nel vuoto, ho appena realizzato che sono davvero rimasta sola al mondo e probabilmente Edoardo se ne è accorto.
"Ao." Mi strattona leggermente. "Te non sei sola eh, ce siamo noi. E mo che Lauretto si conquista il posto da re tu sarai la sua regina. Solo 'na donna che te sta accanto quando non sei nessuno c'ha il diritto di starti accanto quando diventi qualcuno." Commenta e mi fa ridere, così Valentina gli colpisce affettuosamente la nuca e gli stampa un bacio sulla guancia.
"Quanto è profondo, eh?" Lo prende in giro.
Mi fanno ridere, almeno per un attimo mi sento piena e carica di speranza. Fino a quando sento un dolore lancinante colpirmi sotto la pancia.
"Non credo di sentirmi molto bene." Dico in un filo di voce, così anche i genitori di Lauro ci raggiungono.
Sento i pantaloni improvvisamente bagnati, il dolore mi toglie il respiro.
"Ok, tranquilla, respira." La madre di Lauro prende posto accanto a me, mi prende la mano e mi dice come respirare, anche se in questo momento il dolore mi toglie qualsiasi capacità.
Allettano subito i medici che mi spiegano che devono portarmi nel reparto di ginecologia, a quanto pare mi si sono rotte le acque.
Sono spaventata, mi siedono su una sedia a rotelle e mi trasportano d'urgenza, tutto intorno a me si mobilita, mentre chiedo che possa venire Valentina con me.
Corre insieme a loro cercando di tenermi una mano, mi rivolgo a lei e piango.
"Ho paura." Ammetto deglutendo appena.
"Andrà tutto bene tesoro, tutto, credimi." Vedo anche lei piangere, troppe emozioni insieme hanno sconvolto tutti.
Mi posizionano su di una sedia a gambe spalancate, vedo medici ed ostetriche osservarmi e il mio sguardo è rivolto all'unica faccia amica in questa stanza.
Che strano, avrei immaginato un giorno di avere mia madre accanto a me e invece c'è una ragazza conosciuta da pochissimo che mi vuole più bene di quanto non me ne abbia voluto la donna che mi ha messa al mondo.
"Ok, sei pronta." Sorride un'ostetrica dall'aria bonaria, avrà su per giù la mia età, i capelli tenuti in ordine in un codino e una cuffietta bianca.
"Non credo di esserlo." Dico tra un dolore e l'altro.
"Nessuna qui dentro crede di esserlo, ma ci sei." Sorride ancora con la pazienza di chi avrà a che fare ogni giorno con urla e pianti disperati.
I dolori si intensificano, è come se tutto il mio corpo stesse cedendo.
"Vai tesoro." Valentina mi tiene entrambe le mani, mi bacia sulla testa. "Lauro sarà felicissimo di vedervi." Mi dice singhiozzando, forse in fondo nemmeno lei ci crede che si risveglierà, ma il pensiero che questo è figlio suo mi da una carica pazzesca. Ho così tanta voglia di conoscerlo, di viverlo, di vedere in lui le espressioni di suo padre, le sue gambe lunghe, i suoi occhi verdi e sognanti.
Con un urlo che mi graffia la gola spingo, utilizzo le uniche forze che sono rimaste, così al mio urlo si unisce il pianto a sirena di mio figlio.
Mi rilasso sulla sedia, sono inzuppa di sudore e lacrime, ho appena dato la vita ed io me ne sento priva.
"Ecco qua, ce l'hai fatta, hai visto?" L'ostetrica di prima me lo posiziona accanto, sento il calore del suo piccolo corpicino restituirmi il sangue nelle vene.
"È bellissimo, Desi." Valentina mi dice con la voce rotta dall'emozione.
Do un bacio in fronte al mio piccolino e me lo stringo al petto, sto respirando un attimo di felicità.
"Come dobbiamo dichiararlo?" Un'infermiera mi chiede compilando dei moduli.
"Achille." Dico convinta. "Achille De Marinis."

𝐌𝐚𝐥𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐭𝐚/𝐀𝐜𝐡𝐢𝐥𝐥𝐞 𝐋𝐚𝐮𝐫𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora